Spesso si pensa che una cosa escluda l’altra e il dibattito è ancora molto aperto. Molta e influente letteratura online però evidenzia come le due tecniche insieme garantiscano ottime performance. Altro mito circolante tra molti grandi sostenitori del Social Business è quello per il quale l’email marketing sarebbe morto o quantomeno non distante dal suo tramonto definitivo.

Parrebbe tuttavia che i riti apotropaici dei tanti operatori del settore siano serviti a qualcosa se da alcune ricerche emerge che l’email marketing, ben lungi dall’essere sulla via del tramonto, può definirsi ancora in piena crescita.
A questo proposito mi piacerebbe citare un po’ di dati che ho raccolto qua e là da fonti che ritengo affidabili. Un dato che di per sé dà l’idea della condizione generale del mercato dell’email marketing è quello di monetate.com. L’agenzia americana, in base ad un proprio studio di settore, afferma che il giro di affari relativo a questo business salirà di 2,5 miliardi di dollari entro il 2016.

 

Nella stessa ricerca leggiamo che le percentuali medie di conversione delle email (la percentuale cioè di coloro che, cliccato su un’inserzione, effettivamente compilano un form o rispondono ad una call to action) sono molto superiori a quelle della pubblicità sui social network (e anche di Google Adwords). Certo è che le percentuali relative ai social network mostrano trend in crescita che non vanno assolutamente sottovalutati.
Tornando al dibattito sulla possibilità o meno di unire strategie di email marketing a strategie social, vorrei citare i dati resi pubblici da Experian (www.experian.com), società di comunicazione americana. Secondo uno studio di Experian i social network più integrati nelle mail sono: Facebook (al 97%!), Twitter (al 91%), You Tube (al 45%) e Pinterest (al 32%). Il 60% dei brand  che inviano mail e nel cui oggetto menzionano Facebook registrano una crescita del 27% sul proprio sito web nella settimana successiva all’invio. Le email che invitano al follow us su Twitter presentano click unici del 9,5% superiori rispetto alle altre mail.
Potrei citare molti altri dati a supporto di questo, ma credo che anche sulla base di questi pochi numeri sia possibile formarsi un’idea. E’ anche importante sottolineare come i dati presentati siano provenienti dal mercato americano, uno scenario completamente diverso dal nostro dal punto di vista delle attività e delle competenze medie degli utilizzatori del web sociale. Tuttavia sono certo che questi dati servano a stabilire una linea di tendenza che ci permette di capire che la mail non è morta, che il social business è in crescita e che la migliore strategia possibile è quella di unire le due prospettive nell’ottica di massimizzare le performance.
In che modo? Un utile contributo in questo senso è quello esposto da Danilo Pontone sul suo blog dedicato al marketing turistico, dove espone, in nove punti, una strategia per permettere alla mail di integrarsi perfettamente ai social network (http://www.danilopontone.it/social-media-marketing/email-marketing-e-social-media-meglio-insieme-che-separati/). Se si seguono queste regole e, sulla base di ogni caso specifico, si trovano modalità creative per integrare gli approcci, i risultati non possono che essere soddisfacenti.
Ancora una volta, quando si parla di strumenti a confronto, ci troviamo di fronte all’evidenza che a fare la differenza è sempre la strategia e la competenza del consulente. Lo strumento è una variabile che può essere importante, ma che non deve essere decisiva.

Fonte: Brandforum