valanga_cortina--401x175--180x140Dalla sinergia tra il collegio delle Guide alpine del Trentino, l’Accademia della montagna del Trentino e l’azienda La Sportiva è nata «Nivolab», un’applicazione per I-phone e Android per la valutazione e per la prevenzione del rischio valanghe. L’applicazione, che di fatto incrocia 3 sistemi di valutazione per fornire un’indicazione di rischio prima di un’uscita alpinistica, è stata presentata a Bolzano in occasione della manifestazione dedicata agli sport invernali, Prowinter Alpitec. «Nivolab — ha spiegato Martino Peterlongo, presidente del collegio delle Guide alpine — parte dal presupposto che i frequentatori della montagna invernale sono sempre più numerosi e non tutti possiedono l’esperienza per valutare le condizioni della neve, dei pendii, dei fuoripista. Noi questa esperienza la volevamo inizialmente trasmettere ai professionisti della montagna, alle guide alpine, ai maestri di sci, ai colleghi del soccorso alpino, alle forze dell’ordine su cui grava il compito di assicurare per quanto possibile la sicurezza in montagna. Poi però, ci siamo resi conto che Nivolab può avere anche una ricaduta positiva sul pubblico sempre più numeroso degli utilizzatori dei pendii nevosi per il fuoripista o anche solo per un’escursione con le racchette da neve».

Così invece Egidio Bonapace, presidente dell’Accademia della montagna del Trentino. «L’idea nasce dalla volontà di tutte le parti coinvolte — ha spiegato — di sensibilizzare e formare sia i professionisti sia i semplici appassionati della montagna, sull’importanza di saper riconoscere e valutare attentamente le condizioni di rischio valanghe prima di intraprendere un’escursione, contribuendo anche ad aumentare e ad affinare l’esperienza in montagna di tanti neofiti che si avvicinano al mondo dell’escursionismo invernale. Il nostro sforzo è quello di diminuire sensibilmente i pericoli in montagna, migliorando al contempo le capacità di valutazione, di decisione e di comportamento degli utenti sulla neve».

Una volta indicata la località dove si intende svolgere l’escursione, i dati di quota del pendio e i dati metereologici vengono immessi in modo automatico utilizzando come fonte 3Bmeteo. «L’attendibilità di questi dati va però sempre controllata e confrontata con le osservazioni fatte direttamente sul terreno» — ricorda, concludendo, Peterlongo. Federico Mele

 

Fonte: corriereinnovazione.corriere.it