ecommerce-carrelloShopify è un negozio che produce negozi. Tecnicamente è una tra le tanti soluzioni di software as a service per implementare servizi di e-commerce. Nella pratica invece è l’indizio che l’informatica dentro al commercio elettronico sembra essere diventata una applicazione, neanche troppo complicata, quasi quasi si può addirittura descriverla come una commodity alla portata di qualsiasi esercizio commerciale. In realtà però non è così. Quantomeno in Italia. «Da noi accade il contrario, ovvero che la domanda è più evoluta dell’offerta – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm tra i relatori dell’evento Internet Days (www.internetdays.com) –.

Il consumatore si aspetta semplicità, di poter ordinare con lo smartphone, magari solo con un click. Il nostro mercato è invece drammaticamente indietro e anche nelle mani di pochi attori: 200 siti fanno il 75% del commercio totale». Quello dell’e-commerce è un gioco per pochi giganti. Altro che teoria della coda lunga. «Riesce a sopravvivere su internet chi investe, ha una strategia internazionale e sa come posizionarsi sui motori di ricerca. Servono quindi investimenti e una strategia internazionale». Per Liscia serve avere economie di scala che le nostre aziende non hanno. «I grandi giocatori come eBay e Amazon si possono permettere di fare acquisti globali. Da noi ci sono eccellenze come Yoox nel fashion e il Gruppo Banzai nella vendite di tecnologie. Ma è bene ricordare – sottolinea il presidente di Netcomm – che in Italia il saldo digitale del commercio è negativo per un miliardo di euro».

Un confronto impari che spinge Liscia a ipotizzare come possibile soluzione quella di ricorrere alle antiche logiche dei distretti, vale a dire mettere insieme i piccoli. «Perché no? – si domanda – Ha funzionato in passato». Per consolarci c’è il salto nel futuro del consumatore. In pratica gli italiani non hanno più paura del commercio elettronico. I dati dell’osservatorio Netcomm confermano che è cambiata completamente la percezione. Sono 13,5 milioni di italiani che acquistano online (+35%) su un totale di 30 milioni di consumatori. In pratica uno su due si dà allo shopping elettronico. La massa critica è stata raggiunta. L’era del passaparola è finita.

fonte: http://www.ilsole24ore.com