Il blog di Comma3

Comma3 - Strumenti e soluzioni per comunicare con internet

Quegli uffici tra tecnologia e community

coworkingSono luoghi che danno la possibilità di fare di un’idea qualcosa di concreto, spazi capaci di generare collaborazioni e di incentivare l’autoimprenditoria, incubatori per start up hardware. Nel mondo del ritorno al «fare», i FabLab sono l’anello capace di condurre un’idea di prodotto all’oggetto reale, ma anche dall’artigianato alla produzione su larga scala. Nati a Boston nel 2002, i Fabrication Laboratory si stanno sviluppando ora in Italia. Ma cosa sono? E come funzionano? «Spazi dotati di tre macchinari fondamentali: stampante 3D, fresatrice CNC e Lasercut, più altri attrezzi, – spiega Mattia Sullini di FabLab Firenze – a cui chiunque può accedere per produrre oggetti». Non macchine innovative dunque: innovativo è che, prima utilizzate solo nell’industria, ora siano accessibili a tutti. Ma il vero valore aggiunto del FabLab è un altro: «La reale opportunità sono le community che vi si formano – racconta Enrico Bassi di FabLab Torino – che permettono contaminazione tra progetti, sviluppo di nuove idee e incontri tra professionisti.

Informazione, gli italiani scelgono il web. Giornali di carta addio?

notizie on lineGli italiani preferiscono il web alla carta stampata. Per noi di ItaliachiamaItalia, che con internet ci lavoriamo ogni giorno, non è una novità. Ma crediamo non sia una novità nemmeno per quegli editori che vedono ridursi le vendite dei propri prodotti cartacei giorno dopo giorno, ormai da tempo. Chi ci va più in edicola? Con i giornali tradizionali dopo le dieci del mattino ci si incarta il pesce al mercato, ricordate? Eppure i contributi statali quando si tratta di giornali ‘di carta’ piovono… Anche per ciò che riguarda i giornali italiani all’estero. Ma chi li compra poi?

Al contrario, per il web non c’è niente. Non esistono contributi. L’Italia non sostiene il www. Quella a favore dell’informazione online è una battaglia che ItaliachiamaItalia porta avanti da tempo. Ma a quanto pare, siamo soli in questa lotta. La politica? Pensa sempre e solo ai fatti propri. Vatti a fidare delle promesse di certi politici.

Veniamo ai dati. A monitorare l’evoluzione del consumo dei media nel BelPaese ci ha pensato la nona edizione del Rapporto sulla comunicazione del Censis-Ucsi. E così scopriamo che gli italiani si confermano un popolo di teledipendenti con un consumo che oltrepassa il 97 per cento. La televisione continua ad essere la vera signora delle nostre case. Ma il web avanza. E sempre più connazionali, dentro e fuori i confini dello Stivale, sono ormai degli esperti “navigatori”. E chi non lo è, lo sta diventando. Internet per la prima volta supera infatti la soglia psicologica del 50 per cento. Ottimo.

Falla nelle SIM, a rischio 750 milioni di telefonini

sim cardC’è una falla, nelle SIM dei telefoni cellulari, che può consentire a chi la sfrutta di eseguire da remoto diverse operazioni sul telefonino, senza che il proprietario se ne accorga.

A scoprire la vulnerabilità, conducendo test per due anni su circa 1.000 telefoni in USA ed Europa, è stato il ricercatore tedesco Karsten Nohl, fondatore di Security Research Labs, il quale rivelerà i dettagli del proprio lavoro durante la prossima Black Hat Conference.

Il problema riguarda quelle SIM che si affidano al vecchio algoritmo di cifratura DES per crittografare i comandi OTA (come gli aggiornamenti software) ricevibili via SMS “silenziosi” (ossia non segnalati all’utente) e consegnati direttamente alla SIM.

Il Garante e le “mutazioni” dello spam

spam 2C’è lo spam amico e lo spam selvaggio. Il Garante Privacy traccia la linea di demarcazione: no al rastrellamento di email sui social network, sì al bombardamento di fan e follower, che hanno dato implicito consenso.

Il consenso informato dell’utente è imprescindibile: le offerte commerciali disseminate con la mediazione della Rete, anche inviate attraverso servizi di messaggistica, non possono essere recapitate senza che il destinatario abbia in qualche modo acconsentito a riceverle, anche con un like. Il Garante Garante per la protezione dei dati personali italiano lo ha ribadito in un documento che traccia le linee guida per condurre attività promozionali in Rete.

Seppur in minore misura rispetto al passato, ammette il Garante, continuano a pervenire reclami che segnalano la violazione ad opera del marketing delle leggi italiane a tutela della privacy. Le multe che pendono sul capo dei trasgressori, che possono raggiungere i 500mila euro, non hanno impedito il dilagare di nuove forme di spam, che l’authority ha deciso di classificare e regolamentare, adeguandosi alla mutata realtà e agli aggiornamenti del quadro normativo in materia.

Facebook compra l’azienda del genio italiano che il nostro Paese ha respinto

dino distefanoL’Italia entra nel «cervello» di Facebook. Parliamo del suo cervello tecnologico, dei suoi software, dei suoi algoritmi. Ed il merito di questo passaggio, di questa «conquista» (enfatizzando un po’) è di Dino Distefano il genio informatico che viene dalla provincia catanese (è di Biancavilla) ma è poi migrato a Londra perché per lui nelle università italiane non c’era posto.

L’ACQUISIZIONE – Cominciamo con l’ultimo capitolo della sua storia. Facebook ha comperato la «Monoidics», la start up che lo stesso ricercatore quarantenne, oggi docente alla Queen Mary University, ha fondato coi suoi amici e colleghi (Cristiano Calcagno un altro italiano, poi Peter O’Hearn e il coreano Hongseak Yang). E’ un team affiatato di scienziati che ha stabilito il suo quartier generale nell’East londinese, nella «Silicon Valley» londinese.

IL PROGRAMMA – Dino Distefano, che partendo dall’ «età della pietra» come ha sempre confessato, cioè dalla passione adolescenziale per il Commodore, è arrivato a guadagnarsi nel novembre scorso il premio più prestigioso della Royal Society, ha inventato e brevettato il «software dei software», ovvero quella «medicina» che consente di monitorare preventivamente i sistemi tecnologici, correggendo in tempo gli errori e impedendone il default. 

Arriva BRAiVE, la prima auto senza guidatore

vislab-prototipo-braive-viaggia-in-totale-autonomia_foto_320_240La prima auto senza guidatore! VisLab, al vertice mondiale nel campo della percezione per la guida automatica, ha portato a termine una nuova sfida a 15 anni dai primi test di guida automatica su strade pubbliche. In occasione dell’evento denominato Public ROad Urban Driving, il prototipo BRAiVE ha affrontato a Parma e nei dintorni un percorso misto extraurbano, tangenziale e urbano senza guidatore in totale autonomia. Una totale rivoluzione che ci proietta direttamente in un futuro neanche troppo lontano ma tipico da film di fantascienza. Il veicolo non è telecomandato, ma è dotato di sensori che percepiscono l’ambiente circostante. I sistemi a bordo interpretano la situazione del traffico e reagiscono di conseguenza, attivando lo sterzo e modulando la velocità in modo autonomo. Le caratteristiche principali dei prototipi di VisLab sono l’utilizzo di sensori a basso costo (microtelecamere) e l’integrazione molto spinta.

Fonte: http://www.newstreet.it/auto/articoli/vislab-prototipo-braive-viaggia-in-totale-autonomia/

Vuoi che la mail arrivi a destinazione? Ecco le parole da evitare nell’oggetto

computer1. «Gratis», «regalo», «free», «omaggio» e simili proprio non funzionano più. Spesso attivano il filtro antispam e comunque nessuno cade più in trucchetti del genere. O almeno si spera.

2. Esotismi come caratteri cinesi o russi possono dare un tocco di stile alla nostra corrispondenza ma i filtri la vedono in modo diverso. Questi due Paesi infatti sono i re della posta indesiderata e i loro messaggi vengono bloccati anche quando sono leciti.

3. «Probabilmente l’hai già visto…» fa il paio con «Un messaggio da…». Se il mittente suppone che abbiamo già visto il contenuto non c’è motivo per noi di aprirlo mentre il secondo oggetto è ridondante: sappiamo già che quello che abbiamo di fronte è un messaggio e anche il mittente è specificato. Quindi, perché scriverlo di nuovo?

4. Superlativi assoluti come «grandissimo», «bellissimo», «ricchissimo» hanno la peculiare capacità di farci cliccare direttamente sul cestino per polverizzare il messaggio all’istante. Meglio mantenersi quieti con gli aggettivi, come quando si parla.

Per il 65% dei dipendenti le aziende non forniscono strumenti mobile adeguati

strumenti mobileVMware annuncia i risultati di una ricerca europea condotta da Vanson Bourne che evidenzia la complessità della gestione dell’uso dei dispositivi mobili e delle applicazioni nelle aziende europee. La maggior parte dei dipendenti italiani (65%) sostiene che la propria azienda non fornisca gli strumenti mobili o le applicazioni adatte per essere produttivi ed efficienti o delle policy in ambito mobile che assicurino la giusta flessibilità per lavorare in modo efficace in movimento (63%). L’analisi mette tuttavia in evidenza che i dipartimenti IT sono al momento incapaci di far fronte alle richieste dei dipendenti.
“C’è una chiara tendenza che vede emergere una classe di “ribelli della mobility” con una motivazione reale, una nuova ondata di dipendenti che usano i dispositivi mobili a proprio vantaggio per lavorare più efficacemente e guidare l’innovazione,” ha dichiarato Alberto Bullani, regional manager di VMware Italia.

Addio a Doug Engelbart, l’inventore del mouse

doug engelbartAll’età di 25 anni, Douglas C. Engelbart veniva trafitto da un’epifania che avrebbe cambiato per sempre il corso delle scienze informatiche. In procinto di sposarsi – e non affatto soddisfatto della classica vita lavoro e famiglia – il giovane Englebart aveva letto con grande interesse gli scritti di Vannevar Bush, una sorta di chiamata alle armi per trovare nuove forme di condivisione della conoscenza umana. Nella sua epifania, Englebart si vedeva seduto davanti ad un grande schermo pieno di simboli differenti, probabilmente un retaggio di quanto studiato in Marina (Navy) con le console dei radar. Di una cosa Englebart era sicuro: quello schermo sarebbe stato in grado di organizzare e presentare informazioni e comunicazioni come una postazione di progetto e di lavoro.
A 88 anni, uno tra i giganti della Silicon Valley si è serenamente spento nella sua abitazione di Atherton (California), come annunciato dai suoi familiari e dall’istituto che porta il suo nome.

Sono italiani i due supercomputer più efficienti al mondo

NVIDIA ha annunciato che gli acceleratori GPU NVIDIA Tesla equipaggiano i due sistemi per il supercomputer, entrambi italiani, che si sono attestati come i più efficienti al mondo sul piano energetico in base ai risultati della nuova classifica Green500 appena pubblicata.

Si fa riferimento innanzitutto ad “Eurora” installato presso il CINECA di Casalecchio di Reno (BO), il più importante centro di supercomputing in Italia. Equipaggiato con acceleratori GPU basati su architettura NVIDIA Kepler, ossia gli acceleratori a elevate performance più efficienti mai realizzati, Eurora raggiunge il valore di 3,210 MFlop per watt, che lo rende 2.6 volte più efficiente del primo sistema equipaggiato con sole CPU presente in classifica e che è utilizzato da Météo France.

Il secondo classificato della Green500 è invece “Aurora Tigon“, ancora una volta un supercomputer italiano installato a Chieti presso Selex ES, un’Azienda del gruppo Finmeccanica.

Entrambi i sistemi ai vertici della classifica mondiale sono equipaggiati con acceleratori GPU NVIDIA Tesla K20 montati su server ad alte performance “Aurora” dell’italiana Eurotech. Mettendo a disposizione migliaia di piccoli core superefficienti che operano in parallelo, gli acceleratori GPU hanno dimostrato di essere notevolmente più efficienti sul piano energetico delle CPU standard.

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