“La battaglia per l’Internet of Things è appena iniziata”. È questo il pensiero di John Maddison, Vicepresidente Marketing di Fortinet, che conferma i dati forniti da iDC relativi a tale fenomeno. Il mercato IoT è infatti in costante crescita e raggiungerà i 7,1 trilioni di dollari entro il 2020. Cifra molto significativa che porterà ad un aumento del numero di produttori intenti a realizzare dispositivi altamente connessi.
Uno degli ambiti su cui si deve porre particolare attenzione è la “Connected Home”, la casa connessa, che rappresenta il modello di abitazione del futuro. Il 53% degli italiani, contro il 61% a livello globale, ritiene “molto probabile” che la casa connessa (un’abitazione in cui elettrodomestici ed elettronica sono collegati direttamente a Internet) diventi una realtà nei prossimi cinque anni. È questo il risultato di una recente ricerca condotta da Fortinet su oltre 1800 persone, realizzata con l’obbiettivo di far luce sulla nascita di un mondo iperconnesso.
“Avranno successo i vendor in grado di offrire un equilibrio tra sicurezza e privacy rispetto a prezzo e funzionalità per quanto riguarda le Connected Home. – spiega Maddison – La maggior parte degli intervistati ha manifestato infatti la preoccupazione che un elettrodomestico connesso possa essere coinvolto nella violazione dei dati o nella divulgazione di informazioni personali riservate. A livello globale, il 69% (in Italia il 55%) ha dichiarato di essere ‘estremamente preoccupato’ o ‘abbastanza preoccupato’ su questo argomento”.
La privacy e la sicurezza dei dati sono quindi un tema molto sentito tant’è che il 66% ha risposto che solo l’utente stesso o i soggetti ai quali l’utente concede l’autorizzazione devono avere accesso a queste informazioni. In più il 42% degli intervistati (49% in Italia) dichiarano che il proprio governo dovrebbe regolamentare i dati raccolti, mentre l’11% sostiene che le norme dovrebbero essere applicate da un’organizzazione indipendente, non governativa. Indipendentemente dal tipo di minaccia, i produttori dei dispositivi sono ritenuti i principali responsabili ai fini della sicurezza.
Nonostante i timori timori evidenziati, il prezzo risulta comunque essere il fattore principale nella scelta di rendere la proria abitazione connessa: sebbene i proprietari esprimano la propensione a pagare di più per abilitare l’abitazione connessa, alla domanda relativa ai fattori che influiscono sulle decisioni di acquisto dei dispositivi domestici connessi, la risposta principale, costante in tutti i paesi, è stata il prezzo, seguito da caratteristiche/funzionalità e marchio del produttore.
“L‘Internet of Things promette molti vantaggi per gli utenti finali, ma presenta anche serie sfide in ambito di sicurezza e privacy dei dati“, ha concluso Maddison. “Per superare questi ostacoli sarà necessario implementare in modo intelligente diverse tecnologie di sicurezza, incluse autenticazione delle connessioni remote, reti private virtuali tra gli utenti finali e le loro abitazioni connesse, protezione da malware e botnet e sicurezza delle applicazioni, on premises, nel cloud e come soluzione integrata da parte dei produttori di dispositivi“.
Fonte: bitmat