Questa mattina l’Agenzia delle Entrate illustrerà il funzionamento del Redditest, lo strumento con cui il contribuente capisce se può finire nel mirino dei controlli.
Arriva il Redditest,lo strumento di valutazione della coerenza tra il reddito e le spese sostenute dai contribuenti. Lo ha messo a punto l’Agenzia delle Entrate che lo presenterà questa mattina alle ore 11 presso la sede di via Cristoforo Colombo 426. Il software sarà a disposizione dei cittadini che, in maniera volontaria e anonima, possono verificare la congruità fra entrate e uscite economiche domestiche e capire se possono finire nel mirino dei controlli. In buona sostanza il Redditest farà i conti in tasca e servirà a mettere in allarme i potenziali evasori.Non mancano le analogie con il Redditometro, lo strumento contro l’evasione fiscale che diventa obbligatorio nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate noti discrepanze fra le spese effettuate e i guadagni ottenuti. Sono presenti 100 voci di spesa distribuite in 7 categorie per 3 soglie. I contribuenti sono stati divisi in 11 nuclei familiari differenti per 5 provenienze geografiche.
Le 7 macrocategorie sono abitazione (mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, elettrodomestici, telefonia fissa e mobile), mezzi di trasporto (minicar, natanti e imbarcazioni, mezzi in leasing o noleggio), assicurazioni e contributi previdenziali (obbligatori, volontari e complementari), istruzione (anche scuole di specializzazione, master, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami e canoni di locazione per studenti universitari), attività sportive e ricreative, cura della persona (abbonamenti pay-TV, giochi online, cavalli, alberghi, viaggi organizzati e centri benessere), altre spese significative (donazioni in denaro a favore di onlus e simili, veterinarie), investimenti immobiliari e mobiliari netti (fondi d’investimento, certificati di deposito, valuta estera, oro, numismatica).
Spiega il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera: “Se c’è coerenza tra i redditi prodotti e le spese sostenute non ci sono problemi, accertamenti o controlli. Al contrario se c’è incoerenza “il cittadino dovrà pensare bene a rifare la dichiarazione dei redditi, perché è a rischio di essere controllato”. La verifica avviene “sulla base delle spese più significative e facilmente individuabili”. E infine, “i dati inseriti rimangono noti solo al contribuente e non ne rimane alcuna traccia sul web”.
Fonte: Webmasterpoint