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Categoria: Web e dintorni Pagina 9 di 28

Web marketing strategico: le 6 regole d’oro nell’era digitale

I punti essenziali che ogni team di marketing dovrebbe conoscere

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Raggiungere i clienti è il punto essenziale di ogni strategia di marketing, ed è proprio per questo motivo, che con l’evoluzione della tecnologia, è sempre più necessario raggiungere il consumatore digitale e diventare un tutt’uno con esso.

Facebook al lavoro sulla sua Siri: Zuckerberg acquista Wit.ai

Facebook acquista l’azienda Wit.ai, specializzata nelle creazione di software di sintesi vocale e sfida Siri di casa Apple

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Non si conosce ancora la cifra precisa, ma il fondatore di Facebook ha messo a segno un altro colpo sul mercato: l’acquisto della società Wit.ai.

Si tratta di una startup che realizza soluzioni di riconoscimento naturale della voce e, nonostante Mark Zuckerberg non abbia ancora spiegato le ragioni precise di tale acquisizione, è facile immaginare che il social network blu vorrà implementare una serie di servizi di riconoscimento vocale potenzialmente utilizzabili per gestire ogni aspetto della piattaforma.

L’anima dell’e-commerce è la multicanalità

Ho visto una borsa che mi piace su un sito e-commerce. La voglio acquistare. Cosa faccio?

Molto probabilmente, cerco un negozio fisico per vedere il prodotto dal vivo e toccarlo con mano. Mi informo se il prezzo a cui mi offre la borsa lo store online corrisponde a quello del punto vendita che ha la borsa che desidero. Poi, valuto le spese di spedizione, l’affidabilità del servizio di pagamento, ricerco recensioni di utenti che già hanno acquistato quel determinato prodotto dal sito e-commerce in cui sto navigando.

Life Vest, l’App che ti salva la vita in aereo

Una App che giocando ti insegna a indossare il giubbotto di salvataggio (life vest) sugli aerei. L’abbiamo provata e – dopo – siamo stati in grado di indossarne uno vero in 25 secondi. E senza sbagliare

ImmagineLa sicurezza in volo diventa un videogioco per smartphone e tablet. Il Laboratorio di Interazione Uomo-Macchina (HCI Lab) dell’Università di Udine ha creato un’App, “Life Vest” che insegna – divertendo – quali sono le corrette procedure da seguire in caso di ammaraggio d’emergenza di un aereo.

Google e i siti web via mobile: le novità della Mobile Friendly Label

Per rendere il vostro sito veramente a servizio dei visitatori non potete tralasciare il responsive design

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Quante volte vi sarà capitato di accedere a un sito dal vostro device e sperimentare una navigazione ai limiti del mal di mare? Testi minuscoli che se ingranditi impongono una lettura straziante e davvero faticosa, obbligandoci a scorrere il touch a destra e a sinistra per formare una frase di senso compiuto.

Il content marketing si evolve: 6 indicazioni strategiche per il 2015

10337_20_mediumLa prima fase, quella della nascita e diffusione del content marketing come tecnica per accrescere la visibilità del brand, promuovere l’autorevolezza dell’azienda, coinvolgere e fidelizzare il target, si può dire ormai conclusa: proprio perché ha ormai preso piede, d’ora in poi gli uffici marketing delle aziende dovranno focalizzarsi di più sulle strategie di pubblicazione e distribuzione dei contenuti, che non sul solo fatto di produrli.

Instagram sorpassa Twitter: raggiunta quota 300 milioni di utenti

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Continua la “battaglia” senza esclusione di colpi tra i social network più popolari.

Online vs offline: perché il marketing integrato funziona

Marketing integrato: la comunicazione creativa non passa solo dai canali digital

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Nel marketing spesso si sente dire: “i classici media non esistono più” oppure “la carta stampata sta scomparendo”. Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Non sempre raccontano la verità.

Gli italiani chiedono aiuto al web per mangiare

Emotional Branding come chiave per il successo

Fare emotional Branding significa creare legami emotivi profondi per fidelizzare e rendere memorabile una adv

La connessione emotiva, l’empatia, è tanto importante nei rapporti umani quanto nel marketing. Nel melting pot creato dall’era digitale fare Emotional Branding diventa fondamentale per poter emergere dal rumore di fondo che si è inevitabilmente venuto a creare, quando i target passivi si sono trasformati in massa in stakeholders attivi. Ogni marketer sa bene quanto sia importante il marchio, perché permette di stabilire “familiarità”, un vero e proprio legame emotivo con i clienti che permette di distinguere un brand dai concorrenti. Coca-Cola, Apple, Ferrari, McDonald, Mtv, Disney, Gucci, Chanel o Armani: il loro successo trascende il logo, trasformandosi in vero e proprio affetto stabilito con i clienti. In mezzo a questo turbinìo di emozioni che determinati brand sono in grado di suscitare è tangibile come la creazione di un legame emotivo apporti un contributo sensazionale alla redditività dell’azienda.

L’emotional branding fa in modo di differenziare un brand da un altro quindi, creando profonde relazioni intrinseche tra brand e consumatori. Quando tra questi si stabilisce una relazione emotiva il legame diventa più forte, quasi indissolubile, che porta la fedeltà al marchio ad un livello superiore dove il consumatore è più propenso a soprassedere sul prezzo e spesso anche a difetti sulla qualità del prodotto. Solo un approccio di marketing personalizzato e basato su insight è in grado di formare un forte legame con un brand. Fornire emozioni, soluzioni (da intendere anche come soluzioni e aiuti psicologici) non un mero prodotto è quello che cercano i consumatori 3.0. Il dominio del social media marketing rende ancora più forte la necessità di creare legami personali con i clienti.

Per creare un legame emotivo ci vuole più di un buon marketing; per fare del buon emotional branding bisogna anteporre e mettere in risalto le esigenze dei propri clienti a quelle del proprio prodotto. Vediamo come.

1. Sposta l’attenzione

Pensate di parlare ad una platea di persone non di consumatori. Pensate ad un’esperienza da creare non solo a dei prodotti. Pensate ad instaurare un dialogo non solo a divulgare informazioni.

L’emotional branding funziona al meglio quando si parla al singolo non ad una massa; una persona che vive, lavora, pensa e sogna riuscendo a convogliare il suo desiderio. Ciò funziona quando si conosce davvero la propria audience; studiarne identità e desideri aprirà la strada alla costruzione di un ottimo emotional branding.

2. Crea materiale coinvolgente e condivisibile

La condivisione è la forma migliore di pubblicità perché sincera e gratuita. Diventare virali o dei meme non ha prezzo, analizzate quindi quello che state creando in modo da personalizzarlo e adattarlo a questo tipo di approccio.

3. Scopri e spingi gli “Hot Buttons”

Il veterano del marketing Barry Feig parla di “hot buttons“, ossia tasti emotivi da spingere per convincere la gente ad acquistare: desiderio di controllo, eccitazione della scoperta, valori della famiglia, desiderio di appartenenza, divertimento come ricompensa, mancanza di tempo, desiderio di ottenere di meglio, auto-realizzazione, diventare più intelligenti, potere/influenza, infine la più classica realizzazione di un desiderio. La lista è piuttosto lunga ma non è necessario “spingere” tutti i bottoni: pensate al vostro target ideale e individuatene tre o quattro che si rivolgano maggiormente a loro e concentrate i vostri sforzi di branding su di loro.

4. Racconta una storia

Lo storytelling è quello che – da secoli – usiamo per creare relazioni emotive. Chi di voi è riuscito a riprendersi dalla morte di Mufasa?

Le storie non sono necessariamente nuda cronaca anzi, le storie migliori sono quelle che ci rimangono impresse anche molto tempo dopo che abbiamo chiuso il libro. Lo stesso vale per il business storytelling. Se volete che il vostro cliente continui a pensare a voi assicuratevi di narrare una storia per farli sentire quello che vogliono sentirsi.

5. Lascia un sentimento forte

L’obiettivo non è quello di dare più informazioni possibili sul vostro brand o sul vostro prodotto. Quello che deve sopravvivere alla vostra adv è la sensazione che si è provata. Nel mini-film girato da Baz Luhrmann per Chanel N.5 il profumo è citato per qualche secondo alla fine dello spot ma la sensazione di glamour estremo, trasgressione, femminilità e trasporto sono il vero fulcro di questo piccolo capolavoro d’advertising.

Questo è il modo migliore per distinguersi dalla concorrenza, andare controcorrente. Far sorridere… o piangere.

Fonte: ninjamarketing

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