Gli editori incasseranno il 100% dalla pubblicità ma faranno i conti con algoritmo e dati meno trasparenti
Si chiama “Instant Articles” ed è la nuova funzione annunciata da Facebook che consente di leggere i contenuti di un articolo direttamente sull’app del social network, senza cliccare il link di rimando alla pagina del giornale. Una novità che per ora ha coinvolto nove grandi gruppi editoriali, tra cui New York Times, National Geographic e Buzzfeed, e che promette di far felici i lettori più impazienti; se di solito si impiegano 8 secondi per passare da Facebook alla pagina del giornale, il nuovo format eliminerà del tutto questo tempo d’attesa.
Una vera e propria svolta, dunque, per il mondo delle news, che si prepara però a fronteggiare anche le eventuali conseguenze. Cosa cambierà per la pubblicità e per gli editori che decideranno di non affidare le proprie notizie al social network? Secondo i più critici, i grandi media non hanno fatto altro che “vendersi” al gigante della Silicon Valley.
Ma ecco, prima di tutto, cosa cambierà per gli utenti: chi è abituato a leggere le notizie di New York Times, Nbc, The Atlantic, National Geographic, Guardian, Bbc, Buzzfeed, Der Spiegel e Bild dall’app di Facebook non avrà più bisogno di cliccare sul link, ma troverà l’articolo “spalmato” direttamente sul social network. Testi, immagini e video saranno più interattivi: si potranno commentare le singole parti, sarà possibile zoomare e esplorare le foto ad alta risoluzione inclinando il telefono; i video in auto-play si animeranno scorrendo attraverso le storie e sarà possibile accedere a mappe esplorabili. L’esperienza di lettura verrà resa fino a dieci volte più veloce di quella attuale.
Dal punto di vista degli editori, Instant Articles sembra essere un’opportunità allettante perché dà la possibilità di “pescare i pesci” lì dove ce ne sono in abbondanza. Nessun giornale ha un bacino d’utenza di 1,4 miliardi (tanti sono gli utenti di Facebook). E se non bastasse il numero di potenziali lettori, Mark Zuckerberg ha anche tranquillizzato gli editori sui guadagni: potranno tenere per sé il 100% dei ricavi pubblicitari venduti tramite le proprie risorse e avranno diritto al 70% di quelli venduti tramite il social network. Avranno il pieno controllo sui contenuti, ma – ed è questo uno dei nodi da risolvere – i dati sul traffico degli utenti, preziosi per ogni giornale, potranno diventare meno cristallini. L’azienda ha assicurato che monitorerà le performance degli articoli e fornirà strumenti di analisi utili anche per gli investitori pubblicitari; l’articolo cliccato su Facebook varrà tanto quanto quello cliccato sul sito di news: in questo modo uno stesso editore non dovrà entrare in concorrenza con se stesso. Anche la veste grafica sarà personalizzabile: non si potrà scambiare un pezzo del New York Times con uno del National Geographic.
“Se è Facebook a pubblicare i contenuti di un giornale, o parte di questi, ciò significa che sarà il social network a immagazzinare tutte le informazioni sull’esperienza degli utenti – scrive Nicole Arce di Tech Times -. Elementi come il numero dei lettori, la loro localizzazione geografica e il picco di traffico sono fondamentali per gli editori per riuscire a garantire il massimo per i loro utenti”. Se il dubbio sul controllo del traffico rimane aperto, un’altra questione da risolvere per gli editori è quella dell’algoritmo. Facebook usa alcuni parametri per mettere in risalto alcune notizie rispetto ad altre. Entrare a far parte di Instant Articles potrebbe rendere i giornali schiavi dell’algoritmo o penalizzare i gruppi editoriali che non hanno aderito alla nuova funzione.
Rimane poi il nodo della pubblicità: mentre molti siti di news cercano disperatamente di sollevarsi, Facebook è diventato un fenomeno nel vendere la pubblicità da mobile. Secondo una statistica di eMarketer, nello scorso anno, l’azienda ha raccolto il 35% dei guadagni dalla pubblicità sui dispositivi mobili, seguita da Google (12%). I giornali potranno scegliere se vendere la pubblicità all’interno dei propri articoli e mantenere le entrate, oppure affidarsi a Facebook Audience Network per guadagnare sugli spazi invenduti. Il social network consente inoltre di “fotografare” meglio gli utenti e permette, dunque, alla pubblicità di essere molto più mirata. “Il punto centrale è che è comunque Facebook ad avere in mano tutte le carte”, spiega il giornalista di Fortune Mathew Ingram.
Nonostante i dubbi, da chi sta provando la nuova funzione e da chi l’ha ideata arriva una ventata di ottimismo: “È bello vedere Facebook sperimentare nuovi modi per far crescere un giornalismo di qualità su mobile”, ha dichiarato Tony Danker, International Director, Guardian News & Media. Mentre Chris Cox, Chief Product Officer di Facebook, l’ha riassunta in poche parole: “Fondamentalmente, si tratta di uno strumento che consente agli editori di fornire una migliore esperienza ai propri lettori su Facebook. Instant Articles permette loro di offrire articoli veloci e interattivi mantenendo il controllo dei loro modelli di contenuto e di business”.
Fonte: huffingtonpost