Sono luoghi che danno la possibilità di fare di un’idea qualcosa di concreto, spazi capaci di generare collaborazioni e di incentivare l’autoimprenditoria, incubatori per start up hardware. Nel mondo del ritorno al «fare», i FabLab sono l’anello capace di condurre un’idea di prodotto all’oggetto reale, ma anche dall’artigianato alla produzione su larga scala. Nati a Boston nel 2002, i Fabrication Laboratory si stanno sviluppando ora in Italia. Ma cosa sono? E come funzionano? «Spazi dotati di tre macchinari fondamentali: stampante 3D, fresatrice CNC e Lasercut, più altri attrezzi, – spiega Mattia Sullini di FabLab Firenze – a cui chiunque può accedere per produrre oggetti». Non macchine innovative dunque: innovativo è che, prima utilizzate solo nell’industria, ora siano accessibili a tutti. Ma il vero valore aggiunto del FabLab è un altro: «La reale opportunità sono le community che vi si formano – racconta Enrico Bassi di FabLab Torino – che permettono contaminazione tra progetti, sviluppo di nuove idee e incontri tra professionisti.