Siamo tra i popoli che in assoluto usano di più le nuove piattaforme mobili intelligenti, perché ci piace metterci in bella mostra: scava scava, si scopre che nell’89% dei casi ci riduciamo a inviare soltanto messagini

Ricordate gli anni Nrisparmio-smsovanta dell’ormai secolo passato, quando in tram, sull’autobus o per strada non mancava mai occasione di vedere i nostri connazionali fare sfoggio dei primi telefoni cellulari?

Soprattutto agli inizi, erano grossi, ingombranti ed arrivavano a sfiorare anche il chilogrammo di peso. Ma si trattava della novità delle novità, e noi italiani, per cui non avere tra le mani l’ultimo gadget in arrivo dall’America rappresenta quasi un’onta all’onore personale (iPhone docet) non potevamo farceli sfuggire.

A distanza di vent’anni e più le cose sembrano non essere cambiate granché. A fregarsi le mani questa volta sono i produttori di smartphone, che tanto hanno da guadagnare dal nostro essere tutti, in fondo, un po’ “galli cedroni”.

Una fotografia dettagliata di questo mercato ce la fornisce in particolare Nielsen, che parte da un dato importante e non inaspettato: nel Bel Paese la percentuali di popolazione dotata di un telefono cellulare è pari al 97%. Niente di strano fin qui, soprattutto se si pensa che il numero è in linea con la media dell’utilizzo negli altri Paesi, non solo quelli cosiddetti sviluppati, ma anche gli Emergenti.

La sorpresa arriva dopo, quando la suddetta percentuale viene scomposta e si scopre che ben il 62% è in possesso di uno smartphone, al di sopra del trend anglosassone (53% Stati Uniti, 61% Regno Unito).

Ma non finisce qui, perché in chiusura Nielsen ci riserva il colmo. Già, perché a fronte di questo profluvio di high tech, alla fine si scopre che, in buona sostanza, le miracolose virtù di iOs e Android vengono impiegate per inviare sms.

Proprio così. Gli short service message, vecchi quanto il concetto di telefonia cellulare. Li usa ancora, e con assiduità, l’89% degli utenti di smartphone. Tanto, l’importante è mettersi in bella mostra.

Fonte: bitmat.it