 Si celebra oggi, 25 NOVEMBRE,  la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite fin dal 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni governative e non, società civile, mezzi di comunicazione di massa.
Si celebra oggi, 25 NOVEMBRE,  la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite fin dal 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni governative e non, società civile, mezzi di comunicazione di massa.
Per quanto riguarda l’Italia, la manifestazione nazionale si terrà a Roma il 28 novembre in Piazza della Repubblica e corteo fino a Piazza San Giovanni.
In Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella sua vita è stata vittima della violenza di un uomo.
Secondo i dati dell’Istat, sono 6,743 milioni le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale.
Tre milioni di donne hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata.
Ai danni di mogli e fidanzate i reati gravi: 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni in casa.
Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro. Il 6,6% delle donne ha subito una violenza sessuale prima dei 16 anni, e più della metà di loro (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. 
In occasione di questa ricorrenza, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto rivolgere un monito: «La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – dice il capo dello Stato – deve rappresentare un’occasione per riflettere su un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale, individuando gli strumenti idonei a combatterlo in quanto coinvolge tutti i paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale».
«Sono più di 140 milioni nel mondo – ricorda Napolitano – le donne vittime di violenze di ogni tipo”.
«Molto resta da fare – osserva ancora il presidente della Reepubblica – in ogni parte del mondo per sradicare una concezione della donna come oggetto di cui ci si può anche appropriare: è infatti la persistenza di questi aberranti schemi mentali a favorire il riprodursi di insopportabili atti di sopraffazione anche in ambito familiare. È triste dover ricordare che anche in Italia, nonostante la recente introduzione di norme opportunamente più severe. I casi di violenza, i soprusi e le intimidazioni sono in aumento»
«E’ necessario promuovere – prosegue ancora Napolitano – azioni concrete per diffondere, in primo luogo nella scuola e nella società civile, una concezione della donna che rispetti la sua dignità di persona e si opponga a volgari visioni di stampo meramente consumistico spesso veicolate anche dal linguaggio dei media e della pubblicità. Solo così sarà possibile creare una cultura di autentico rispetto, innanzitutto sul piano morale, nei confronti delle donne».
