Un portafoglio elettronico intelligente racchiuso nel nostro cellulare, per pagare nei negozi all’istante, sfruttare coupon e custodire lo scontrino. Tutto con un solo strumento e tutto in digitale. E’ Google Wallet, piattaforma a cui il gigante del web ha tolto i veli qualche minuto fa, in conferenza stampa. Era una novità attesa, ma ora se ne conoscono i dettagli. Il servizio debutterà per ora solo negli Stati Uniti, in estate, a partire dalle città di New York e San Francisco. Si avvale della partnership di Mastercard (ma supporterà tutte le carte di credito), Citigroup e funzionerà in 120 mila negozi, tra cui la catena di fastfood Subway, Macy’s, American Eagle Outfitters, Wallgreen’s, Toys R Us. Bisognerà avere uno smartphone per usare Google Wallet e all’inizio solo il Nexus S, dotato di chip Nfc (Near field communications). Questa è infatti una delle tecnologie cardine di Google Wallet, che utilizza però anche internet e il gps ed è quindi più sofisticata di altre piattaforme Nfc già funzionanti in varie parti del mondo. Ricordiamo infatti che l’interesse ultimo di Google è estendere la propria piattaforma pubblicitaria anche al mondo dei cellulari.
L’utente quindi paga con il cellulare. Lo avvicina a un lettore abilitato (gli stessi che ora leggono le carte di credito contactless) e l’addebito arriva sulla carta di credito associata al chip Nfc presente nel cellulare. Nel caso del Nexus One il chip è integrato, ma ci sono già soluzioni per metterlo nella sim, in una memory card oppure su speciali sticker. Secondo Juniper Research, il 20 per cento degli smartphone venduti nel 2014 integrerà Nfc, inoltre. Insomma, nei prossimi anni non dovrebbe essere troppo difficile avere nelle mani uno strumento abilitato per pagare così. Fin qui è il sistema Nfc classico, Google però aggiunge qualche nuovo aspetto. Manderà via internet, ai cellulari degli utenti, coupon e offerte sconto “last minute”, anche in base al luogo dove si trova in quel momento. E’ la filosofia di Groupon, a cui già Google ha cominciato a fare concorrenza con il servizio Offers in alcune città americane. La particolarità di Wallet è che l’utente farebbe tutto con il cellulare: qui riceve l’offerta (“vedi che nel fast food a due isolati da te, danno gratis le patatine se porti questo coupon”); entra nel negozio e sempre con il cellulare paga, avvicinandolo al lettore (al momento non è chiaro se dovrà anche digitare un pin, come avviene in alcuni sistemi di pagamento simili). Il lettore riesce a capire che nel cellulare c’è anche un coupon e applica lo sconto in automatico. Memorizza quindi la ricevuta all’interno della memoria del cellulare. A questo punto, non serve più davvero avere un portafogli.
L’interesse di Google è mettersi al centro di un ecosistema pubblicitario che è a cavallo tra internet e i negozi “reali”: è la nuova frontiera del business. Ora quello di Google è infatti troppo schiacciato sulla pubblicità nel motore di ricerca (ne ha tratto il 96 per cento dei ricavi, l’ultimo anno) ed è opportuno differenziarlo. Google, con Wallet, spera inoltre di conoscere meglio le abitudini di acquisto dei propri utenti, non solo online ma anche offline. “Non è il pagamento che gli interessa, ma i dati sottostanti”, come spiega Charles Golvin, analista dell’osservatorio Forrester Research.
E’ probabile che Wallet spingerà l’Nfc negli Stati Uniti, dove finora si è poco diffuso. Ci sono state soprattutto sperimentazioni. Starbuck’s ha lanciato un servizio simile, ma basato sul codice a barra invece che sull’Nfc. Molto bolle in pentola. Da parecchio tempo si mormora che il prossimo iPhone avrà l’Nfc. E’ di qualche giorno fa il lancio, nel Regno Unito, del servizio dell’operatore Orange: Nfc abilitato su 50 mila negozi (per ora con un modello Samsung), tra cui le catene McDonald’s, Eat, Subway, Pret a Manger. O2 intende seguire l’esempio, nel Regno Unito, entro quest’anno. Altro esempio interessante è il progetto francese Cityzi (1.200 negozi), a Nizza, che sarà allargato ad altre città entro dicembre. Vi collaborano più operatori e banche sotto l’egida del governo e delle municipalità. In Italia siamo lontani dal raggiungere un simile livello di accordi. Ad oggi spicca la sperimentazione di Telecom Italia, con l’Nfc, per pagare nella metro milanese.
Fonte: http://www.repubblica.it