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Categoria: Web e dintorni Pagina 23 di 28

AGCOM, arriva il nuovo decreto contro la pirateria informatica

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato il nuovo regolamento anti-pirateria digitale, che dopo 60 giorni di consultazione pubblica potrebbe diventare legge. L’obiettivo del decreto è quello di tutelare il diritto d’autore nel mondo del web. L’impresa non è sicuramente facile, riuscirà il decreto a raggiungere il suo obiettivo?

Stando alle parole del presidente AGCOM, Corrado Calabrò, il decreto cerca di bilanciare il diritto alla privacy dei cittadini con la libertà di accesso al web e la salvaguardia del copyright.

I punti cardine del provvedimento sono fondamentalmente quattro. Di fatto il garante diventa unico supervisore e si impegna a far rispettare le nuove metodiche. Il detentore dei diritti di copyright può richiedere la rimozione di contenuti dai siti e nel caso non avvenga entro 48 ore far intervenire direttamente l’AGCOM. Il passo successivo fa scattare un confronto tra le parti e “qualora risulti l’illegittima pubblicazione di contenuti protetti da copyright” la rimozione diventa forzata.

Per quanto riguarda invece i siti situati all’estero vi sono due possibilità: da una parte la creazione di una black-list per i provider, dall’altra in casi estremi l’inibizione di indirizzi IP.

“La  proposta di AGCOM per contrastare la pirateria online costituisce una seria ed efficace risposta alla necessità di tutelare i contenuti digitali in rete in una fase nella quale il decollo dell’offerta legale è ancora aggredito dalla contraffazione”, ha commentato il presidente della Federazione dell’industria musicale italiana Enzo Mazza. “[…] l’iniziativa di blocco dei siti, già dimostratasi molto efficace nel caso del stop di Pirate bay in Italia, costituisce un chiaro messaggio nei confronti degli operatori illegali per i quali non deve esserci alcun spazio nelle reti digitali del futuro”.

Risulta comunque interessante anche analizzare la parte del decreto che riguarderà i singoli utenti e la loro esperienza di navigazione online. Sempre Corrado Calabrò afferma:

“Non si prevede alcuna forma di controllo sugli utenti o di censura del web, come qualcuno temeva, ma, ispirandoci soprattutto all’esperienza Usa, l’Italia si colloca tra gli esempi più moderni e avanzati, facendo proprio l’approccio che considera il mercato unico digitale come la “quinta libertà” il cui sviluppo va considerato prioritario”.

In sostanza non verrà punito chi viene sorpreso a scaricare un film o una canzone, ma sarà perseguito a termini di legge il sito che favorisce il download illegale dei prodotti coperti da diritto d’autore.

Sembra una proposta interessante e con tanti punti di forza, ma credo che, per bloccare realmente il mercato dei download illegali, la legge dovrebbe intervenire anche a livello dei singoli utenti. In questo modo, infatti, i singoli si sentiranno tranquillamente autorizzati a scaricare qualsiasi cosa, certi di non poter essere perseguiti dalla legge anche se si trovavano in possesso di materiale chiaramente protetto da diritto d’autore.

Personalmente sono d’accordo solo in parte con questo decreto. Ha grosse potenzialità, ma andrebbe corretto sotto certi aspetti.

Voi che ne dite?

Fonte: www.yourlifeupdated.com

Il Natale vira sull’hi-tech e il web diventa protagonista: +7% per l’e-commerce

Più on line, più alimentari e più vestiti. Meno soldi, meno pacchetti e meno lusso. Tra il più e il meno delle tendenze d’acquisto del Natale, alla fine ogni famiglia metterà sotto l’albero quasi 1.337 euro che in termini reali significa -1,2% rispetto al 2009, secondo una stima Confcommercio. Lavoratori e pensionati stanno per ricevere oltre 40 miliardi di tredicesime, almeno 6 di questi, stima Confesercenti, verranno impiegati per i regali. In queste pagine forniamo un ventaglio di scelte possibili, per tutti i portafogli e per i principali settori. Accanto ai comparti tradizionali, dall’abbigliamento alla gastronomia, spicca quest’anno una tendenza più marcata verso la tecnologia. Trend confermato dall’inizio dell’anno, con tlc, informatica e fotografia in testa alle classifiche Istat per tassi di crescita.

Per un regalo hi-tech possono servire quasi 3mila euro, se si vuole optare per un televisore ultrapiatto, ma anche se si hanno meno di 10 euro a disposizione la scelta abbonda.Smartphone, tv e gadget di ogni tipo, inoltre,sono sempre più spesso visionati e acquistati sul web, che diventa un utile strumento di comparazione dei prezzi e un canale di acquisto sempre più importante.

Navigando sul web, con meno di 2 euro (1,59 per essere precisi) chi ha un amico o un parente un po’ distratto potrebbe puntare su un’applicazione informatica per organizzare al meglio la valigia e non lasciare nulla a casa. Se invece il pensiero va a un patito del bio e il budget non cambia si può optare per un prosecco. Possono bastare anche 6 euro per una bottiglia certificata. E se il soggetto è uno sportivo e nel portafoglio la cifra è sempre quella? Si potrebbero comprare un paio di guanti per i piedi. I sondaggi dicono che in generale gli italiani saranno prudenti e si orienteranno su cose utili: nella top ten dei regali secondo Confcommercio vincono generi alimentari, abbigliamento e piccola e media tecnologia.

Pochi faranno spese folli
Il 61%, per Swg-Confesercenti, «spenderà ma senza indebitarsi o intaccare i risparmi».
I destinatari? Confcommercio dice che saranno per lo più parenti (89,2%), mentre il 63,2% pensa anche agli amici. I meno penalizzati saranno i bambini: un italiano su tre donerà un giocattolo a un figlio o a un nipote. I giochi di società si confermano sempre un genere intramontabile, con un budget ragionevole. Se però in famiglia qualcuno ha un iPad si potrebbe optare per un videogame: ce ne sono anche da meno di 8 euro. Nel Natale in cui si prevedono meno viaggi (-8%, secondo Confesercenti) le vetrine delle agenzie sono piene di cofanetti che contengono un buono per una vacanza o un’escursione e voucher per viaggi in treno o in aereo. Comodamente acquistabili anche da casa.

L’osservatorio CartaSì sul Natale ha evidenziato la crescita dell’e-commerce (+7,2% nella settimana terminante il 12 dicembre) e delle spese verso l’estero (+2,6%). Dall’8 novembre al 12 dicembre gli italiani hanno speso con carte di credito 6,6 miliardi di euro: l’8,5% attraverso l’e-commerce, confermando in parte la tendenza già evidenziata dai commercianti: la maggior parte delle spese ha infatti riguardato abbigliamento (18,4%) e alimentari (14,9%). Con il 13,6% della quota spesa con la moneta elettronica sono stati invece acquistati viaggi e trasporti.

Fonte: www.ilsole24ore.com

Regali di Natale: 600mila italiani li faranno online sul web tramite l’e-commerce.

Agli italiani piace ancora molto comprare i regali di Natale. Ben l’87% ama fare i regali, percentuale che sale sino al 92% tra gli acquirenti eBay. E come da tradizione interessa in particolare alle donne dedicarsi agli acquisti (90% della popolazione femminile e ben il 96% delle acquirenti eBay). Questi i primi dati di una nuova ricerca condotta su un campione di oltre 1500 intervistati da Research International per eBay.it. La maggioranza degli intervistati, sia che acquistino solo nei negozi tradizionali sia che si affidino anche a eBay, comprerà il primo regalo per i figli (39% e 30%) e a seguire penserà ai genitori (15% e 25%). Oltre ad essere i primi a cui penseranno, i figli saranno anche coloro ai quali sarà destinata la spesa maggiore.

Ma cosa sperano di trovare sotto l’albero gli italiani? La popolazione italiana vorrebbe ricevere soprattutto anelli e orologi di marca, seguiti da maglioni e cappotti, e dai libri, mentre i regali che meno si vorrebbero scartare sono soprammobili e utensili per la casa, gioielli, cravatte e pantofole.

Secondo i risultati della ricerca saranno oltre 600 mila gli italiani che quest’anno si affideranno al web per i loro acquisti. Ma dove faranno i loro acquisti di Natale questi shopper online? Tra tutti i siti di ecommerce, eBay è quello più citato dalla popolazione italiana (65%), prima di tutto per il vasto assortimento di prodotti (62%), per il risparmio economico che consente (28%), per la sicurezza degli acquisti (23%) e per la possibilità di acquistare in meno tempo (18%).

Ma quanto costa in termini di tempo e denaro la corsa agli acquisti di Natale? In media la popolazione italiana spenderà circa 300 euro per fare i regali (gli uomini addirittura 340 euro), vi dedicherà mediamente 6 giorni ed inizierà la ricerca dei regali circa 19 giorni prima. A parità di potere d’acquisto, gli acquirenti eBay, invece, stimano una spesa pari a 275 euro, con un risparmio fino all’8%.

Acquistando online non si risparmia solo denaro, ma anche tempo: gli acquirenti eBay avranno bisogno in media di 3 giorni in meno per la ricerca dei regali, con addirittura un 50% di loro che inizierà la ricerca solo una settimana prima del 25 dicembre.

Poiché si stima in circa 7 ore e mezzo il tempo complessivo che verrà dedicato agli acquisti natalizi, ammonta a 259 milioni di ore il tempo che la popolazione italiana impiegherà per comprare i regali. Oltre al tempo effettivo per la ricerca e la scelta, vanno considerati i tempi per lo spostamento tra i punti vendita (52 milioni di ore sprecate), la fila alle casse (41 milioni di ore perse), la ricerca del parcheggio(19 milioni di ore buttate via). Per chi compra online tutti questi tempi si azzerano in un click e si può arrivare a risparmiare circa il 50% del tempo!

Fonte: www.businessonline.it

Il governo Usa pensa alla “Carta dei diritti” per gli utenti Internet

Servirebbe a regolare le attività delle aziende che raccolgono dati online

NEW YORK
Il dipartimento del Commercio statunitense  vorrebbe la creazione di una “Carta dei diritti” per gli utenti Internet. Sarebbero così fissate in modo chiaro le regole per quelle aziende che raccolgono informazioni online sui consumatori: un’attività in fortissima crescita, che sta preoccupando molto per il rischio di violazione della privacy di milioni di perone.
L’iniziativa del dipartimento del Commercio vorrebbe che aziende del settore, gruppi di tutela dei consumatori e governo creino un codice volontario di condotta per Internet in modo da assicurare che le persone sappiano quali informazioni vengono raccolte e come saranno utilizzate. Da un lato il codice darebbe agli utenti la possibilità di rifiutare la condivisione di tutti o parte dei dati personali; dall’altro imporrebbe nuovi limiti alle aziende e le obbligherebbe a proteggere i dati raccolti.
Oltre a queste linee guide per l’industria, il dipartimento propone anche dei codici di condotta specifici per alcuni settori dell’ecosistema internet come i social network. I nuovi codici sarebbero vincolanti per le aziende che li sottoscrivono. La Federal Trade Commission, l’antitrust americana, potrebbe quindi punire chi non li osserva.

Fonte: www.lastampa.it

Flickr e Youtube i social più apprezzati

Sono Youtube e Flickr i social network più apprezzati del 2010 secondo la classifica stilata dall’agenzia di marketing Zeta Interactive e riportata da Mashable. La classifica “The Zeta 2010 Buzz Awards” nasce come giudizio medio tra la popolarità di un social network ed il tono dei giudizi che accompagnamo il sito nei commenti della rete (buzz, ronzio).
Youtube esce molto bene da questa valutazione sia grazie alla sua vasta popolarità, terza in assoluto dopo quella di Facebook e Twitter, sia per un riscontro positivo del 91% nei giudizi. In questo campo è però Flickr ha ottenere la miglior valutazione con giudizi positivi nel 98% dei casi.
Sul terzo gradino del podio si colloca Twitter, mentre al sesto posto si posiziona Facebook. Da segnalare anche il decimo posto di Google Buzz.

Fonte: www.azpoint.net

Istat, le aziende fanno largo uso di computer e internet

La diffusione delle tecnologie informatiche di base nelle imprese con almeno 10 addetti del settore industriale e dei servizi è ormai ampiamente consolidata.
A gennaio 2010 il 95,1% delle imprese ha dichiarato di utilizzare il computer e il 93,7% dispone di una connessione ad internet. L’impiego del computer coinvolge 4 addetti alle imprese su 10.
L’utilizzo di internet avviene tramite connessioni fisse in banda larga per l’83,1% delle imprese.
L’84% delle imprese si collega a internet tramite connessioni veloci fisse o mobili: queste ultime sono utilizzate dal 18,6% delle imprese.
La connessione mobile è caratterizzata da una maggiore presenza di connessioni veloci con tecnologia almeno di terza generazione (UMTS, CDMA2000, HSDPA) rispetto a quelle mobili non in banda larga (rispettivamente 18,6% e 11,6%).
Le tecnologie di collegamento a internet in banda larga sono presenti soprattutto tra le imprese con almeno 50 addetti (oltre il 92,9% adotta la connessione fissa a banda larga e l’86,7% quella DSL).
La connessione mobile interessa complessivamente circa il 23% delle imprese ed è fortemente influenzata sia dalla dimensione aziendale (la percentuale di utilizzo passa dal 19,9% delle imprese con meno di 50 addetti al 71,1% di quelle con oltre 249), sia dall’attività economica, come emerge dal confronto tra le telecomunicazioni (41,7%) e i servizi di ristorazione (8,6%).
Sempre a gennaio 2010 il 24,4% delle imprese utilizza la rete intranet ed il 17,3% reti extranet.
La connessione ad internet è largamente presente su tutto il territorio nazionale, con differenze contenute tra il 95% del Nord-ovest e il 91,4% del Mezzogiorno.
I sistemi operativi open source sono stati utilizzati dal 15,9% delle imprese, la firma digitale dal 23,6%.
L’86,6% delle imprese usufruisce della rete per accedere a servizi bancari o finanziari on-line, il 65,5% per acquisire informazioni sui mercati, il 55,3% per ottenere servizi e informazioni in formato digitale, il 50,9% per acquisire servizi post-vendita e, infine, il 22,6% per proporre progetti di formazione e istruzione online del personale.
Nel 2009 8 imprese su 10 hanno fatto ricorso a servizi offerti online dalla Pubblica Amministrazione.
Poco più di una impresa su tre effettua acquisti online ed il 5% è impegnato nelle vendite online.
A gennaio 2010 la presenza di un sito web coinvolge sei imprese su dieci, raggiungendo livelli del 69,8% nelle imprese dell’industria (senza le costruzioni) e l’80,7% in quelle del settore ICT.
Nel settore dei servizi non finanziari di particolare rilievo appare la presenza del sito web nelle imprese operanti nel settore dei servizi di alloggio e in quello delle agenzie di viaggio (rispettivamente 96,8% e 92,4%).
L’utilizzo delle reti intranet ha coinvolto il 21,3% delle piccole imprese, con quote crescenti all’aumentare della dimensione aziendale, fino a raggiungere il 74,4% nelle grandi unità.
Analogamente, l’utilizzo di reti extranet ha interessato il 15,1% delle piccole imprese e il 54,6% di quelle più grandi.
I sistemi operativi open source sono stati utilizzati dal 13,9% delle piccole e dal 49,3% delle grandi imprese, mentre la firma digitale, rispettivamente, dal 21,7 e dal 50%.
Il 29,4% delle imprese ha dichiarato di disporre di una politica di sicurezza ICT formalmente definita e con un programma di revisione regolare. Questa attività mostra un’elevata variabilità settoriale e dimensionale: le maggiori incidenze si rilevano nelle telecomunicazioni (89,4% delle imprese) e nelle grandi aziende (77,6%).
Tra i rischi rilevati e trattati nell’ambito della politica di sicurezza vi sono quelli legati alla distruzione e corruzione di dati a causa di un attacco o di un incidente inaspettato vengono considerati dalla maggior parte delle imprese (88,2%).
Seguono i rischi dovuti alla divulgazione di informazioni riservate a seguito di intrusioni, di attacchi come pharming, phishing o a seguito di un incidente (75,8%) e quelli di indisponibilità dei servizi ICT a seguito di un attacco derivante dall’esterno (56,7%).
In tutte le attività economiche considerate si rileva una netta prevalenza di incidenti avvenuti nel 2009 legati alla indisponibilità di servizi informatici o alla perdita o corruzione dei dati dovuti a guasti di hardware o software (16,3%), contro il 3,1% di incidenti legati a indisponibilità o distruzione dati per attacchi esterni, virus dolosi, accessi non autorizzati.
Meno dell’1% delle imprese indica di aver subito incidenti relativi alla sicurezza che hanno comportato la divulgazione di dati riservati a seguito di intrusioni o attacchi come pharming e phishing (0,8%) o di cause legate ai comportamenti dei propri dipendenti (0,6%).
Per sensibilizzare il proprio personale relativamente agli obblighi in materia di sicurezza informatica, sette imprese su dieci hanno dichiarato di utilizzare metodi quali la formazione obbligatoria, norme contrattuali legate al fenomeno, azioni di informazione diffusa (ad es. via Intranet, newsletter o documenti cartacei). Tra le procedure interne di sicurezza adottate dalle imprese, la più diffusa risulta l’autenticazione tramite l’utilizzo di password di tipo ‘forte’ (64%), seguita dal backup dei dati all’esterno (41,8%), la registrazione informatica delle attività per l’analisi degli incidenti relativi alla sicurezza (logging), l’autenticazione mediante componenti hardware (ad esempio, smart card) seguito a maggiore distanza dai metodi biometrici (rispettivamente 12,3 e 1,6%).
Analogamente, la diffusione di queste procedure risulta più intensa tra le imprese con almeno 250 addetti rispetto alle altre, con particolare riferimento alle procedure più sofisticate quali password forte e logging (rispettivamente 90,1 e 64,0% contro il 61,9 e il 15,2 delle imprese più piccole).
A gennaio 2010 il 63,2% delle imprese con almeno 10 addetti scambia elettronicamente informazioni con altre imprese in un formato che ne consente il trattamento automatico. Il 21,8% delle imprese condivide per via elettronica informazioni con clienti e fornitori sulla gestione della filiera produttiva.
La tipologia di informazioni maggiormente scambiata risulta quella legata alla ricezione di fatture elettroniche (54,4%), con elevate differenziazioni settoriali.
Le imprese attive nelle attività editoriali, immobiliari o negli altri servizi alle imprese (noleggio, ricerca, vigilanza e altri servizi delle divisioni).
A gennaio 2010 il 40,8% delle imprese con almeno 10 addetti condivide automaticamente per via elettronica, al proprio interno, le informazioni relative agli ordini di vendita ricevuti in qualsiasi forma e il 33,9% quelle relative agli ordini di acquisto trasmessi.
La maggior parte delle imprese mette in comune queste informazioni con la funzione aziendale connessa alla contabilità, seguono la funzione della produzione e di gestione dei livelli delle scorte e, nel caso delle vendite, quella della distribuzione.
Circa 3 imprese su 10 hanno dichiarato di adottare applicazioni software ERP (Enterprise Resource Planning) per la condivisione di informazioni con altre aree funzionali interne (quali contabilità, progettazione, produzione, marketing), ma si registrano anche diversificazioni legate sia all’attività economica, come nel caso delle telecomunicazioni (53,8%) e delle imprese nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (46,6%), sia alla dimensione aziendale (si passa dal 18,4% delle imprese con 10-49 addetti al 67,9% di quelle con oltre 249 addetti).
Il 23,4% delle imprese utilizza applicazioni di gestione del front office con riferimento alla raccolta, condivisione e analisi delle informazioni ottenute sulla clientela (CRM, Customer Relationship Management). Livelli di utilizzo maggiore si registrano per le imprese del settore ICT (41,4%) e delle attività editoriali (49,3%).

Fonte: www.bitcity.it

Google svela le parole più cercate dagli italiani

Facebook e YouTube le parole più cercate dagli italiani nel 2010: Google Zeitgeist torna a disegnare il profilo dei nostri interessi

Torna l’appuntamento annuale con i termini più cercati su google.it, le parole rivelatrici dello “spirito dei tempi” nel Bel Paese, ora consultabili all’indirizzo google.com/zeitgeist2010. Lo Zeitgeist italiano 2010 di Google rivela la voglia di condividere e socializzare in rete, scambiarsi video e opinioni su Facebook e YouTube, creare nuovi contatti con la chatroulette, usare il web come un’ulteriore opportunità di espressione e comunicazione.

Non mancano naturalmente i tormentoni, le celebrità e gli eventi mediatici che ci hanno emozionato, incuriosito, divertito in una navigazione lunga un anno: dal waka waka al super kolossal Avatar, dall’eccentrica Lady Gaga all’idolo dei teenager Robert Pattinson, da Belen Rodriguez al nostro Marco Mengoni. E’ questo il mood tracciato da Google Zeitgeist 2010, la summa degli stili di vita e delle curiosità della comunità italiana che quotidianamente si rivolge a google.it.

C’è chi va su e chi va giù…dalla top ten di Google emerge un quadro variegato delle passioni che dominano l’immaginario degli italiani, mettendo in luce soprattutto interessi, preferenze e trend culturali del 2010, ma anche le voci “emergenti” e le espressioni vive della nostra società che sono cresciute rispetto al 2009.

Nei nostri pensieri, si sa, c’è sempre il calcio e ci confermiamo grandi appassionati di un evento internazionale come i Mondiali che avvince milioni di internauti. E, ancora, siamo sempre amanti della buona cucina e, dal dolce al salato, le ricerche soddisfano tutti i gusti: dai sapori rustici del casatiello al piacere fruttato del tiramisù alle fragole.

Ma la curiosità di noi italiani va anche verso tutto ciò che è gossip, attualità ma anche cronaca: Sarah Scazzi, Taricone, la Mondaini sono alcuni dei nomi più cercati insieme alle ultime notizie dal mondo del cinema, della musica e dello spettacolo. Ma non c’è solo questo: gli italiani si dimostrano anche molto attenti ai principali temi d’interesse comune a taglio economico-sociale, seguendo attentamente argomenti seri e di forte impatto sulla vita quotidiana quali la manovra finanziaria.

Fonte: www.datamanager.it

Catturato l’uomo che ha ingannato Google

Il gestore del sito di ecommerce DecorMyEyes verrà processato per frode postale e telematica. Oltre che per cyberstalking nei confronti dei suoi adirati clienti. Il suo sito era riuscito a sfruttare una vulnerabilità del search in G

Roma – “Date un’occhiata a questa trovata pubblicitaria. Wow, siamo famosi”. Così un micropost apparso alla fine di novembre su Twitter, pubblicato dal sito di ecommerce statunitense DecorMyEyes. Un cinguettio a cui è seguito un link, ad un articolo del New York Times che aveva fatto luce su un curioso schema truffaldino organizzato dal gestore Vitaly Borker. Il suo entusiasmo in 140 caratteri non è però durato nemmeno una decina di giorni.

Un nuovo articolo del quotidiano a stelle e strisce ha infatti annunciato l’arresto dell’uomo da parte delle autorità federali. Il trentanovenne Vitaly Borker sarà processato in primis per frode, sia a mezzo posta elettronica che telematica. La principale attività di business del sito DecorMyEyes consiste nella vendita online di occhiali firmati, tutti rigorosamente contraffatti. Borker rischierebbe ora fino a 20 anni di carcere per ciascuno dei due capi d’accusa.

Ma il cittadino newyorchese verrà processato anche per minacce agli utenti e cyberstalking, avendo risposto in modo decisamente sgarbato a tutti quei clienti che si erano sentiti raggirati dal sito. Borker aveva trasformato le opinioni negative dei suoi clienti in una sorta di vanto, sfruttando una vulnerabilità nel meccanismo di ranking del motore di ricerca di Google. In sostanza, peggiori erano le recensioni, meglio si piazzava il sito DecorMyEyes nei risultati di ricerca del search engine.

Il caso era giunto all’attenzione del quartier generale di Mountain View, portando una squadra di tecnici ad elaborare un nuovo algoritmo capace di far precipitare il ranking di tutti quei siti di ecommerce non visti di buon occhio dagli utenti. Borker – qualora venisse condannato – rischierebbe fino a 5 anni per aver mandato tranquillamente a quel paese i consumatori a stelle e strisce. Totalizzando così un mezzo ergastolo.

Fonte: http://punto-informatico.it

Nuovi profili Facebook, cosa cambia?

Facebook ha recentemente introdotto un nuovo layout per le pagine dei profili. Non si tratta di una riorganizzazione radicale come accaduto in passato ma di una processo di affinamento che ha modificato l’organizzazione delle pagine.

Confermata la struttura in tre colonne si nota subito come lo spazio a destra destinato a pubblicità e servizi correlati sia stato leggermente aumentato. Al centro la colonna principale si apre ora con una breve descrizione dell’utente che riporta i dati più importati del suo profilo. Da quest’area scompaiono invece le tradizionali schede che davano accesso alle varie aree del profilo. Gli stessi link sono ora disponibile nella colonna sinistra.

Sempre a sinistra sono spuntate nuove opzioni di personalizzazione che consentono di mettere in evidenza i propri familiari o un qualsiasi altro gruppo di contatti. La migrazione verso i nuovi profili sarà graduale e dovrebbe comunque concludersi entro pochi giorni.

Fonte: www.azpoint.net

FACEBOOK, SUI PROFILI PIÙ FOTO E INFORMAZIONI

Novità per gli utenti di Facebook, il social network più usato del mondo. Il fondatore Mark Zuckerberg, intervistato dalla Cbs, ha illustrato la riprogettazione del profilo degli utenti, le cui modifiche renderanno più facile per tutti raccontare la propria storia, con un accento maggiore sull’aspetto visivo, sulle foto e sugli elementi che rappresentano i propri interessi. La biografia, ad esempio, descriverà chi è l’utente, dove vive, un insieme delle foto più recenti e molto altro: modifiche che, secondo Zuckerberg, che non ha escluso di vendere in borsa quote della sua azienda, piaceranno molto agli inserzionisti pubblicitari. Nell’intervista il fondatore di Facebook ha rivelato di aver rifiutato un miliardo di dollari da Yahoo! nel 2006 per vendere la società, valutata 6,5 miliardi di dollari nel 2009, ma il cui valore è ora probabilmente superiore ai 10 miliardi.

Fonte: www.leggo.it

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