Daniel Balsam era stufo di ricevere ogni giorno decine di messaggi di posta elettronica non richiesti, così un giorno decise di trasformare un impiccio quotidiano in una nuova opportunità per guadagnare qualche soldo. Otto anni fa, Balsam decise di lasciare il proprio impiego nel settore del marketing per dedicarsi completamente alla lotta contro lo spamming, nelle aule di tribunale. Da allora ha vinto decine di piccole cause, ottenendo risarcimenti che gli consentono di vivere e gli hanno permesso di abbandonare il proprio impiego.

Balsam ha anche creato un sito web, Danhatesspam.com (“Dan odia lo spam”), su cui racconta le proprie esperienze legali e spiega ai lettori come comportarsi per arginare lo spam e citare in giudizio i mittenti della posta indesiderata. L’ex esperto di marketing, che in questi otto anni si è anche laureato in legge, vive a San Francisco e grazie alle norme californiane per arginare il fenomeno dello posta indesiderata ha vinto una quarantina di cause legali.

L’attività è iniziata nel 2002 come un hobby, spiega Balsam alla Associated Press, con piccole cause civili per diventare progressivamente una professione a tutti gli effetti. In California, la legge impedisce alle società di inviare messaggi di posta non richiesti contenenti nelle intestazioni frasi che possano indurre i riceventi a credere che le email contengano offerte commerciali per prodotti gratuiti, per esempio. Ogni messaggio deve inoltre contenere un link che consenta agli utenti di indicare di non voler più ricevere messaggi indesiderati da un particolare mittente.

Il lavoro di Balsam sembra essere abbastanza redditizio, anche se molto dipende dalle decisioni dei singoli giudici sui casi. Lo scorso novembre, per esempio, una causa legale contro la società Various Inc., che controlla il social network per maggiorenni AdultFriendFinder, ha fruttato un risarcimento di 4mila dollari. Balsam aveva ricevuto quattro email non richieste uguali tra loro su quattro diversi account di posta elettronica contenenti nell’oggetto dell’email il messaggio «Ciao, il mio nome è Rebecca, ti amo». Il giudice ha dato ragione a Balsam, dichiarando che il contenuto dell’oggetto violava le leggi della California sullo spamming. I legali di Various Inc. hanno però deciso di appellarsi e la prossima udienza sarà il 5 gennaio.

Nel 2007, Balsam ha invece ottenuto un risarcimento pari a 7mila dollari da parte della società Trancos, accusata di inviare messaggi di spam senza l’opzione per cancellarsi dalla ricezione di altre email dalla medesima azienda. Il giudice ha dato ragione a Balsam, ma nella sentenza ha comunque ricordato che l’autore della causa legale non è propriamente un utente della Rete come tutti gli altri poiché gestisce circa cento diversi indirizzi di posta elettronica. Un numero così alto di account serve per aumentare le probabilità di ricevere spam che non rispetta le regole imposte dalla legge californiana.

Balsam ha anche avviato un’azione legale contro Tagged, uno dei social network più utilizzati negli Stati Uniti. Le due parti hanno raggiunto un accordo riservato, ma in un secondo momento la società ha deciso di avviare una propria iniziativa legale quando Balsam ha comunicato la decisione di pubblicare sul proprio sito i termini dell’accordo. La causa potrebbe protrarsi a lungo e una vittoria potrebbe fruttare diverse migliaia di dollari all’ex esperto di marketing.

Secondo i detrattori, Balsam adotta stratagemmi che non sono poi molto differenti dai trucchi e dai cavilli legali sfruttati da chi fa spamming online. Predilige quasi sempre società di medie dimensioni, contro le quali intraprende piccole cause civili che spesso si risolvono con un accordo tra le parti per un risarcimento, soluzione che consente alle aziende di eliminare rapidamente il problema ed evitare le spese per un processo.

L’attività di Balsam rimane comunque una goccia nel mare nella lotta contro lo spamming online. Secondo le stime di Cisco System, una delle più grandi società nella produzione e distribuzione di sistemi e dispositivi per le reti informatiche, ogni giorno vengono inviati almeno 200 miliardi di messaggi non desiderati, pari al 90% di tutti i messaggi email inviati e ricevuti in una giornata.

Fonte: www.ilpost.it