MILANO – Nel 2010 Il mercato italiano degli e-book valeva il 2,6% di quello europeo. Tradotto in euro si tratta di due milioni o giù di lì. Una nicchia, dunque, ma si tratta solo dell’inizio. Anche perché i 70-80 milioni di euro spesi l’anno scorso nel vecchio continente per l’acquisto di libri elettronici sono destinati a moltiplicarsi nel giro di pochi anni.  Se oggi, infatti, gli e-book rappresentano fra lo 0,5% e lo 0,6% del mercato continentale del libro (lo 0,2% in Italia) entro il 2014 questa percentuale  si moltiplicherà per 10 fino a raggiungere una quota compresa fra il 6% e il 7%. A fornire questi dati, i primi in assoluto sull’Europa, è stata una ricerca condotta assieme da AT Kerney, società di consulenza internazionale e da Bookrepublic distributore italiano di libri digitali. L’occasione: il summit milanese “If Book Then” organizzato da Bookrepublic cui hanno partecipato 280 esponenti del mondo editoriale italiano ed europeo.

IL DOCUMENTO

Lo scenario è affascinante: nella vecchia Europa gli acquisti di libri elettronici di fatto sono iniziati solo l’anno scorso. Insomma, abbiamo cinque anni di ritardo sugli Usa che oggi coprono fra l’8% e il 10% delle loro vendite attraverso il download di file dalle principali librerie elettroniche per un fatturato complessivo stimato fra i 700 e gli 800 milioni di euro. E anche se la nostra crescita sarà più lenta di quellaamericana è possibile che la forbice che ci distanzia dagli Usa tenda progressivamente a ridursi.
Se questo è la cornice, tocca alla Gran Bretagna la parte del leone. Gli inglesi, infatti, coprono da soli il 65% degli acquisti europei. Un primato raggiunto grazie alla disponibilità di mezzo milione di titoli e di 1,6 milioni di device dal Kindle all’Ipad a tutti gli altri e-reader. In seconda posizione ecco la Germania: centomila titoli e 800 mila device per una quota che sfiora il 26% delle vendite europee. Quanto all’Italia, quarta alle spalle della Francia, sconta soprattutto uno scarso numero di titoli (7mila contro i 50 mila dei francesi) mentre la consistenza del “parco macchine” appare più  equilibrata: 470 mila a fronte delle 600 mila d’oltralpe.
Ad ogni modo non è detto che il Bel Paese sia destinato a fare la Cenerentola d’Europa.  Gli editori presenti, infatti, sembrano decisi a pigiare sull’acceleratore dello sviluppo. Lo conferma Luca Formenton , a capo del Saggiatore (“abbiamo quasi tutto il catalogo su e-book”) e lo certifica Vittorio Bo, di Codice Edizioni: “Cinquanta titoli su 170 sono già in formato elettronico e  in soli 6 mesi le vendite giornaliere sono quasi triplicate”. Mentre Marco Ferrario, fondatore di Bookrepublic  ha lanciato una casa editrice “40k” che pubblica solo e-book in 5 lingue diverse. “Fra le opportunità offerte dall’e-book”, ha spiegato Mike Shatzkin, guru del libro elettronico e fondatore di The Idea Logical Company, “c’è la possibilità di abbattere le barriere linguistiche diventando editori globali”.

Fonte: www.repubblica.it