Amazon sta lavorando ad un innovativo sistema di consegne rapide che sfrutterebbe l’uso di droni volanti per consegnare la merce ordinata entro mezzora dall’ordine. Può sembrare fantascienza eppure è un progetto a cui Amazon sta lavorando seriamente. A rivelarlo, direttamente Jeff Bezos, fondatore ed amministrare delegato di Amazon, durante la trasmissione americana “60 minutes” in un’intervista con Charlie Rose.
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Per lo shopping di Natale i consumatori si informano sul web e scelgono l’eCommerce anche da smartphone.
Anche quest’anno le previsioni per Natale non sono rosee, ma anche quest’anno, nonostante tutto, la corsa ai regali è una tradizione a cui non si rinuncia, come ci racconta la ricerca Getting to Know Your2013 Holiday Customers commissionata da Google a Ipsos MediaCT per identificare le intenzioni e modalità di acquisto dei regali di Natale 2013.
Shopify è un negozio che produce negozi. Tecnicamente è una tra le tanti soluzioni di software as a service per implementare servizi di e-commerce. Nella pratica invece è l’indizio che l’informatica dentro al commercio elettronico sembra essere diventata una applicazione, neanche troppo complicata, quasi quasi si può addirittura descriverla come una commodity alla portata di qualsiasi esercizio commerciale. In realtà però non è così. Quantomeno in Italia. «Da noi accade il contrario, ovvero che la domanda è più evoluta dell’offerta – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm tra i relatori dell’evento Internet Days (www.internetdays.com) –.
Il consumatore si aspetta semplicità, di poter ordinare con lo smartphone, magari solo con un click. Il nostro mercato è invece drammaticamente indietro e anche nelle mani di pochi attori: 200 siti fanno il 75% del commercio totale». Quello dell’e-commerce è un gioco per pochi giganti. Altro che teoria della coda lunga. «Riesce a sopravvivere su internet chi investe, ha una strategia internazionale e sa come posizionarsi sui motori di ricerca. Servono quindi investimenti e una strategia internazionale». Per Liscia serve avere economie di scala che le nostre aziende non hanno. «I grandi giocatori come eBay e Amazon si possono permettere di fare acquisti globali. Da noi ci sono eccellenze come Yoox nel fashion e il Gruppo Banzai nella vendite di tecnologie. Ma è bene ricordare – sottolinea il presidente di Netcomm – che in Italia il saldo digitale del commercio è negativo per un miliardo di euro».
Un confronto impari che spinge Liscia a ipotizzare come possibile soluzione quella di ricorrere alle antiche logiche dei distretti, vale a dire mettere insieme i piccoli. «Perché no? – si domanda – Ha funzionato in passato». Per consolarci c’è il salto nel futuro del consumatore. In pratica gli italiani non hanno più paura del commercio elettronico. I dati dell’osservatorio Netcomm confermano che è cambiata completamente la percezione. Sono 13,5 milioni di italiani che acquistano online (+35%) su un totale di 30 milioni di consumatori. In pratica uno su due si dà allo shopping elettronico. La massa critica è stata raggiunta. L’era del passaparola è finita.
fonte: http://www.ilsole24ore.com
MILANO – Sarà che la gente alla fine ha preso confidenza con gli acquisti online, sarà che la politica di marketing dei siti di e-commerce è stata piuttosto aggressiva, sarà che sul web la scelta è più ampia e gli sconti più generosi: fatto sta che gli americani nel periodo dal 31 ottobre al 24 dicembre 2010 hanno speso 36,4 miliardi di dollari in cyber acquisti, regalando agli acquisti a colpi di click una crescita del 15,4 per cento rispetto al medesimo intervallo temporale del 2009. I dati provengono dal rapporto SpendingPulse, divisione di MasterCard Advisors che traccia le vendite di 72 mila rivenditori online, e si incrociano con quelli dei negozi calce e mattoni, che hanno beneficiato anch’essi di un Natale abbastanza dispendioso per gli americani (a dispetto dei tempi ancora duri).
TEMPI DI CRISI – Il commercio elettronica dimostra insomma di essere più florido oggi che in tempi economici ben più tranquilli, complici l’abbattimento della diffidenza e una leggera ripresa generale. Ma forse proprio l’austerità che continua a scandire il clima economico ha spinto molta gente insospettabile ad avvicinarsi ai negozi virtuali, preferendoli a quelli brick-and-mortar (calce e mattone), evidentemente meno sensibili alle promozioni. «Il commercio virtuale rappresenta oggi una quota ben più significativa delle vendite al dettaglio rispetto ad alcuni anni fa» – ha dichiarato il vicedirettore generale per la ricerca di SpendingPulse, Michael McNamara, notando che in sei delle sette settimane natalizie la crescita è stata a doppia cifra e definendo la stagione appena trascorsa«una delle storie positive del 2010».
VESTITI – A stupire ancor più è l’abbigliamento che, con il suo incremento del 25,7 per cento rispetto al 2009, costituisce ormai una quota del 18,8 per cento del totale delle vendite online. A dispetto delle profezie nefaste dei molti che pensavano che, soprattutto nella scelta dei vestiti, fosse fondamentale l’esperienza di acquisto «fisica», con la possibilità di toccare un tessuto, indossare un modello e verificarne la qualità. A seguire i settori più corteggiati su internet si sono dimostrati i gioielli e l’elettronica (con un incremento rispettivamente del 4,5 per cento e del 12,2 per cento).
SEGNALI – Del resto le cifre relative al Giorno del Ringraziamento americano lasciavano già presagire un successo senza precedenti. Il lunedì successivo al Thanksgiving Day infatti il bilancio dei soldi spesi online è stato di 999.3 milioni di dollari, con un aumento del 25,3 per cento paragonato all’anno scorso.
Fonte: www.corriere.it
Oggi l’e-commerce puo’ essere considerato il primo mercato digitale in Italia. Dal 2001 al 2008 il suo valore e’ cresciuto con tassi a due cifre, seguito da una lieve frenata nel 2009 e da una sostanziale ripresa nel 2010, durante il quale ci si aspetta una crescita del 15% con un aumento del numero d’ordini effettuati e del valore medio dello scontrino. Questo e’ stato sicuramente supportato dalla crescita dei siti di vendite-evento online e dalle loro esclusive offerte proposte ogni giorno. Tra questi, vente-privee.com, pioniere e leader mondiale nel settore delle vendite-evento online con un fatturato previsto nel 2010 di 700 milioni di euro, piu’ di 11,5 milioni di membri in Europa e 7.200 nuove iscrizioni al giorno. Presente in Italia dal 2008, oggi conta piu’ di 560 mila iscritti, di cui 98 mila clienti e una media di 870 nuovi iscritti al giorno.Il successo di questo innovativo business model francese e’ riconosciuto a livello internazionale. Infatti, negli ultimi anni sono nati in tutto il mondo piu’ di 200 siti che si ispirano a vente-privee.com, i quali hanno favorito lo sviluppo di una nuova esperienza di shopping online. Ma chi si nasconde dietro questo fenomeno? Chi preferisce utilizzare internet per gli acquisti piuttosto che aggirarsi tra le strade metropolitane e le vie della moda? Per rispondere a queste domande venteprivee.com ha effettuato uno studio sui suoi membri, presentando un profilo tipo e definendone caratteristiche e peculiarita’.
La ricerca svolta sui clienti europei ha rilevato che, ad apprezzare e approfittare di questo innovativo sistema di fare shopping sono soprattutto le donne (68% rispetto a 32% di uomini), con eta’ media intorno ai 35 anni, lavoratrici e residenti in grandi centri urbani, sposate o conviventi. Si tratta di persone che amano fare shopping e che solitamente si connettono da casa, quando sono piu’ rilassati e hanno il tempo di dedicarsi alle vendite in corso e selezionare gli acquisti migliori.
Fonte: www.adnkronos.com
Le previsioni lo avevano anticipato: quest’anno lo shopping natalizio sarà più del web. E, infatti, le prime vendite sembrano preannunciare un vero e proprio boom natalizio dell’e-commerce. A partire dagli Stati Uniti, dove il Black Fridayl tradizionale appuntamento che segna l’inizio dello shopping natalizio negli Usa, ha registrato risultati positivi per quanto riguarda le vendite online.
Secondo la società di analisi ShopperTrak, le vendite tradizionali hanno registrato un andamento piatto, migliorando solo dello 0,3 % rispetto allo scorso anno, mentre lo shopping online ha registrato un incremento del 16%. Risultato reso possibile anche grazie ai social network che hanno rappresentato un’importante fonte di consigli per gli acquisti.
Spesso, infatti, attraverso i social network, e in particolare Facebook, si scoprono offerte e disponibilità. Altro dato interessante riguarda l’aumento degli utenti che si sono collegati ad un sito per gli acquisti online tramite un dispositivo mobile, il loro numero sarebbe, infatti, cresciuto del 26,7%.
Il Cyber Monday è il giorno che tradizionalmente sancisce l’inizio ufficiale del periodo d’oro delle vendite online, primo vero banco di prova dell’e-commerce natalizio. Attesi 106 milioni di cyber navigatori.
Cyber Monday è il giorno in cui i consumatori tornano al lavoro dopo il weekend del Thanksgiving Day (Giorno del ringraziamento) e si danno allo shopping online: è un giorno indicativo dell’andamento della spesa su Internet durante lo shopping natalizio. Secondo Forrester Research i retailer online come Amazon deterrano il 7% della spesa online, in crescita rispetto al 6% di un anno fa.
Fonte: www.businessonline.it
Una risposta alla crisi dei consumi proviene dall’e-commerce: nonostante i valori assoluti siano ancora molto bassi rispetto al resto d’Europa, gli italiani che comprano su Internet crescono, spendono e maturano. Secondo i dati del decimo rapporto dell’Osservatorio promosso dalla School of management del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, nel 2010 si prevede un incremento del 14 per cento delle vendite online rispetto al 2009.
Dopo un anno di stallo, l’e-commerce torna a crescere registrando un volume di affari complessivo di 6,5 miliardi di euro pari a circa l’1 per cento del valore del mercato retail. Sempre secondo il rapporto, sono circa 8 milioni gli acquirenti online italiani, in crescita di un milione rispetto al 2009. La crescita del volume d’affari è circa il doppio rispetto a quella attesa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per il 2010, mentre è in linea con quella della Francia e superiore a quella della Germania, confermando l’intuizione di un colosso dell’e-commerce come Amazon che in settimana inaugurerà lo store italiano. In particolare per quanto riguarda i settori merceologici, il rapporto dell’Osservatorio attesta l’incremento più alto per il settore dell’abbigliamento (+43 per cento), oltre il doppio degli altri comparti, grazie alle ottime performance di Yoox e all’inaugurazione dei negozi virtuali di molti brand.
Ma è il turismo il primo settore dell’e-commerce in Italia, contando per il 52 per cento sul totale e registrando un incremento di 443 milioni di euro. Risultato, questo, prevedibile visto che il 70 per cento delle transazioni del comparto riguardano il ticketing di treni e voli aerei o, comunque, le vendite di servizi.
A seguire, ma a notevole distanza, l’informatica e l’elettronica di consumo (10 per cento del totale), assicurazioni, abbigliamento, editoria, musica e audiovisivi. In controtendenza rispetto ai mercati di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, è la vendita dei prodotti. In questi paesi, infatti, risultano essere prevalenti rispetto a quelle dei servizi (60 per cento contro 40), mentre in Italia i servizi come le biglietterie dei treni, degli aerei e degli eventi in generale, contano ancora per il 65 per cento rispetto al totale.
Nonostante i valori in incremento, in Italia non si è ancora diffusa un’abitudine all’acquisto online. Sempre secondo il rapporto del Politecnico di Milano, l’e-commerce italiano rappresenta l’1 per cento del mercato retail mentre in Gran Bretagna il commercio online è il 10 per cento del totale, in Germania è il 7 e in Francia il 5. Un altro dato riguarda il numero di acquirenti su Internet: gli 8 milioni di italiani sono ancora un valore molto basso rispetto ai 28, 20 e 34 milioni di utenti di Gran Bretagna, Francia e Germania. La spesa media di 800/900 euro all’anno, infine, risulta essere allineata a quella di francesi e tedeschi.
Fonte: www.lastampa.it