I telefonini italiani hanno (quasi) perso la voce. E per evitare la pensione anticipata dopo un paio di decenni di onorato servizio come strumento di comunicazione verbale, hanno deciso di cambiar lavoro. Riciclandosi con gran successo come colf, personal trainer, baby-sitter, medici di famiglia e consulenti per problemi di cuore. Sia medici che sentimentali.

La metamorfosi è stata inevitabile. Ed è partita già dal 2005, l´anno in cui il Belpaese ha iniziato a perdere la sua passione per la chiacchiera alla cornetta: allora passavamo quasi sette minuti al giorno sulla linea fissa di casa con parenti e amici. Oggi ci stiamo solo 4 minuti e 41 secondi, il 32% in meno. Poco male, si diceva. È il prezzo da pagare alla tumultuosa crescita a due cifre del cellulare.

Peccato che adesso anche le conversazioni sul mobile inizino a dare segni di stanchezza: nel 2009 gli italiani sono rimasti con il telefonino appiccicato all´orecchio per 5 minuti e 9 secondi al dì, un misero 4,7% in più del 2008. E l´anno scorso – complice il boom di Facebook, Skipe e affini – le cose sono andate ancora peggio: la crisi, certificano i dati Nielsen, ha tagliato del 10% a quota 29 euro al mese la spesa media tricolore per i cellulari. Un dato che annuncia, vaticinano i guru delle tlc, il primo storico calo delle conversazioni sul piccolo parallelepipedo nero che ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare l´Italia, nel campo, non è sola. In dieci dei maggiori mercati di telefonia mondiali, dice la Ofcom, le telefonate sul cellulare sono in calo. «I genitori le riducono per far quadrare i conti di famiglia» spiega l´ultima relazione dell´authority delle tlc inglese. Di più: le chiamate, causa crisi, si sono ridotte a telegrammi verbali di pochi secondi. E se si può – per questioni di risparmio – si manda un sms: nel 2011 secondo Abi research il traffico dei messaggini esploderà a quota 7mila miliardi (l´800% in più del 2008), qualcosa come 1.666 per ognuno dei 4,2 miliardi di cellulari oggi attivi al mondo. L´avvento di Skype e del suo servizio low-cost via internet hanno completato l´opera, visto che nel 2010 oltre 54 miliardi di minuti di chiamate internazionali (il 13% del totale) hanno viaggiato sul web grazie al software dell´azienda Usa. Il vero colpo di grazia alle conversazioni via telefonino è però arrivato – un po´ a sorpresa – dai veri protagonisti del suo boom: i giovanissimi a inizio millennio erano stati loro a tirare la volata alla migrazione (e all´aumento) delle chiamate dal fisso al cellulare. Oggi sono sempre loro a tradire. «In molti l´hanno sostituito come mezzo di comunicazione con i social network», dice Filippo Renga, direttore dell´osservatorio mobile alla «School of management» del Politecnico di Milano. Non parlano più, chattano. Un´emorragia epocale visto che solo Facebook, per dare un´idea, ha già raggiunto i 700 milioni di utenti.«La vecchia chiamata non è più il suo core business – conferma Ombretta Capodaglio di Nielsen Online – . Undici milioni di italiani lo usano per viaggiare in internet, il 31% in più del 2009, tre milioni entrano nei social network via telefonino». Oggi il numero di persone che lo usa solo per parlare si è ridotto a un misero 14%, confermando come almeno su questo terreno il Belpaese – in testa alle classifiche globali per la penetrazioni dei cosiddetti smartphone – è all´avanguardia nel mondo. La voce, in questo nuovo universo, è un optional. Nel verso senso della parola: ci sono applicazioni come Viber e Whatsapp che già oggi regalano le vecchie chiamate su alcuni cellulari. Si parla gratis. Tanto il gestore della rete e del servizio fa soldi con il fiume in piena di dati che transita oggi sui nostri telefonini.È come ovvio, anche una rivoluzione commerciale che sta obbligando molte industrie a ripensare tutte le loro strategie di vendita. Lo schermo di un cellulare vale oggi più della vetrina di un negozio: tra il 25 novembre e il 25 dicembre scorsi le vendite via mobile gestite da E-Bay sono salite del 166% a 230 milioni di dollari. Il sistema di pagamenti internazionale Paypal ha registrato a dicembre un´impennata del 300% delle transazioni tramite telefonino e un aumento dell´87% delle donazioni benefiche. E non è un caso se, secondo Berg, la pubblicità su questo strumento di comunicazione (pur orfana della voce) salirà dagli 1,7 miliardi del 2009 ai 17,6 del 2015.

Fonte: www.dagospia.com