Settembre è ormai arrivato.
E a settembre, si sa, riaprono le scuole, gli uffici, i negozi … Insomma, si riparte!!!
Ma dell’H1N1, cosa si dice?
Impossibile prevedere quando si raggiungerà il numero massimo dei malati, ma le domande e le preoccupazioni si moltiplicano.
Il virus muterà per diventare imprendibile anche per il vaccino? Si combinerà con quello stagionale? Sarà più aggressivo e dannoso? Non si sa.
Sono tutti temi su cui virologi e infettivologi al momento possono fare solo previsioni, studiare le pandemie del passato e augurarsi che vada tutto bene.
Sarebbe meglio partire dai punti fermi, dalle certezze, che per adesso ci dicono di non temere. Intanto il virus non appare violento; la maggior parte dei casi si sono risolti con tre giorni di febbre leggera e sarebbe addirittura più blando di quello che provoca l´influenza stagionale, responsabile nel nostro Paese di circa 8mila morti all´anno senza finire in prima pagina.
“L’H1N1 non è aggressivo” dice Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. “Questo non significa che non sia capace di provocare casi gravi, anche l’influenza stagionale lo fa. Fino a ora sono state colpite fasce di età diverse rispetto a quelle attaccate dal virus “classico”, persone più giovani, ma si è trattato pur sempre di soggetti a rischio: malati cronici, donne gravide, diabetici, immunodepressi, obesi. Quello che preoccupa è la grande diffusione, anche se il 30-35% della popolazione ammalata stimato dall’Oms per me è un dato troppo pessimistico”.
Chi prenderà la Nuova influenza avrà a disposizione due farmaci antivirali.
“Ce ne sono a sufficienza, dice Rezza, ma non bisogna abusarne. Vanno dati a chi sviluppa problemi seri. Altrimenti c’è il rischio di creare resistenze”.
Questi medicinali non hanno evitato gravi complicazioni al giovane ricoverato a Monza per l’H1N1. Le sue condizioni ieri dai sanitari venivano definite stazionarie.
L’arma migliore contro la malattia è il vaccino, ammesso che il picco di diffusione non arrivi prima della sua somministrazione, prevista dal 15 novembre. Lo inietteranno i medici, non si potrà comprare in farmacia. Toccherà prima a chi lavora nei servizi essenziali, gli stessi dottori e gli infermieri, e ai soggetti a rischio. Da fine gennaio sarà la volta della fascia di età dai 2 ai 27 anni. In tutto sarà coperto il 40% della popolazione. Ma il vaccino è sicuro?
“Le autorità europee stanno finendo le prove cliniche”, spiega Rino Rappuoli, capo della ricerca di Novartis . “Ricordo che è un vaccino influenzale, identico a quelli che produciamo ogni anno e provocano pochissime e blande reazioni avverse, come arrossamento della zona dove viene fatta l’iniezione. Cambia solo il virus”.
La somministrazione avverrà dai 2 anni in su. “Sono in corso studi per abbassare il tetto a 6 mesi”, conclude Rappuoli, “come avviene per l’influenza stagionale”.
E il vaccino contro questa patologia sarà disponibile da ottobre. Dal ministero, dove domani si svolgerà un vertice con medici e Regioni, invitano chi è a rischio a farlo prima possibile perché la Nuova influenza e quella stagionale non circolino insieme.
Negli ultimi giorni, dopo la proposta della Federazione medici pediatri (Fimp), si è discusso di nuovo dell’eventuale chiusura delle scuole, già ipotizzata un mese e mezzo fa dal viceministro alla salute Ferruccio Fazio.
L’anno scolastico inizierà regolarmente e sarà valutata di volta in volta la presenza di manifestazioni influenzali nelle scuole al fine dell’adozione di eventuali provvedimenti mirati di contenimento. Secondo il governo la situazione “è sotto il pieno controllo delle autorità sanitarie”.
Sulla prevenzione hanno qualcosa da dire i medici di famiglia. “È meglio evitare i luoghi affollati – dice Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg, il sindacato dei medici di medicina generale – Certo non si può chiedere alle persone di evitare cinema e locali, si darebbe un messaggio preoccupante. E invece questa malattia va affrontata con tranquillità. Noi faremo la nostra parte vaccinando i cittadini nei nostri 50mila studi”. Anche i pronto soccorso si dicono organizzati per la pandemia. “Ci aspetta un periodo di superlavoro – dice Daniele Coen, primario al Niguarda di Milano – La Nuova influenza andrà gestita soprattutto sul territorio ma finirà che molti casi non gravi verranno lo stesso da noi, perché i cittadini cercano il pronto soccorso quando sono spaventati”.