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Categoria: Web e dintorni Pagina 24 di 28

CinKue: cosa faresti o cosa vorresti farti fare con 5 euro?

5 euro? CinKue è il nome di un nuovo e interessantissimo sito online gratuito che ha creato una comunità in cui si possono offrire o ricevere dei servizi a partire da 5 euro. Il sito è stato pensato appunto per dare la possibilità ai suoi utenti di poter guadagnare qualche euro offrendo prodotti o servizi a basso costo appunto a partire da 5 euro fino ad un massimo di 200 euro.Ritengo CinKue un idea geniale appunto perchè da la possibilità a tutti e non solo a commercianti di vendere un servizio utile e ricavarne grande soddisfazioni oltre a qualche eurino. Infatti sul sito potete trovare di tutto a 5 euro… C’è chi si offre di portare per colazione cornetti a domicilio e chi di portarti a spasso il cane, chi ti cura le piante del giardino e chi ti scrive una poesia al giorno.. Insomma potete trovare o creare voi stessi annunci interessanti a partire da soli 5 euro.

Se sai fare qualcosa e lo fai bene puoi proporlo alla comunità o se stai cercando qualcosa di particolare troverai sicuramente un utente che offre quel servizio che hai tanto cercato e a basso costo. Io ritengo CinKue una vera genialata che sicuramente riscuoterà un enorme successo perchè la sua formula è molto originale e sopratutto gratuita. Chiunque può registrarsi e offrire i suoi servizi a basso costo. Le transazioni avvengono tramite Paypal e questa è un altra forma di sicurezza. Si ha anche la possibilità di entrare tramite l’autenticazione di Facebook o di Twitter. Non vi resta che dare un occhiata a questo interessantissimo sito.

Fonte: www.nuove-notizie.com

Arriva in rete un nuovo sito dedicato al recupero dati

Recuperodati-harddisk.com è un nuovo sito dedicato al recupero dati che propone informazioni utili per chi ha la necessità di ripristinare i file contenuti in un supporto danneggiato.

Il data recovery consiste nel recupero di file da un archivio che risulta corrotto.
Il sito recuperodati-harddisk.com è interamente dedicato al recupero dati hard disk e propone numerose di informazioni sul modo con cui recuperare i file che si trovano su un supporto dannegiamo.

Sul sito sono presenti inoltre analisi dei migliori programmi che danno la possibilità di eseguire il recupero dati.
L’utilizzo di applicazioni risulta necessario solitamente in caso di danni di tipo logico.
Questo tipo di danni sono causati al tipo di supporto e a errori dell’utente.

Il recupero dati risulta solitamente possibile quando i dati sono persi a causa di erorri nell’eliminazione di file o di errori del sistema operativo.
Risulta maggiormente difficile il recupero dati quando sono presnti danni fisici.
In questi casi le applicazioni difficilmente riescono a risolvere la situazione e diventa necessario affidarsi a ditte specializzate che hanno a disposizione le attrezzature necessarie.

Il sito è quindi una fonte di informazioni molto utile per chi ha bisogno di trovare il modo migliore recuperare i dati da un dispositivo danneggiato.

Fonte: www.comunicati-stampa.net


Google Editions è imminente

Partirà entro la fine dell’anno Google Editions, il negozio virtuale destinato alla vendita di eBook e giornali elettronici che andrà a completare l’offerta del motore di ricerca di Mountain View nel settore dell’editoria digitale. L’imminenza del lancio è stata confermata da Jeannie Hornung in qualità di portavoce di Google.

Editions sarà disponibile inizialmente solo negli Stati Uniti mentre per il lancio in Europa ed Asia bisognerà attendere la primavera del 2011. A differenza dei servizi concorrenti, Editions non prevede il download dei contenuti acquistati che invece resteranno disponibili sui server Google e saranno accessibili da qualsiasi dispositivo dotato di un browser web. Il motto scelto dall’azienda per sottolineare questa filosofia è “buy anywhere, read anywhere” (acquista ovunque, leggi ovunque).

L’assenza del download, se da una parte può penalizzare gli utenti che non dispongono di una connessione permanente, dall’altra avrà due importati vantaggi. Anzitutto la formula si presta in maniera ottimale per la diffusione di quotidiani e periodici la cui consultazione avviene di solito di numero in numero. In secondo luogo la permanenza sui server Google dei contenuti dovrebbe ridurre le preoccupazioni degli editori per la copia non autorizzata delle loro opere.

Fonte: www.azpoint.net

L’Unione Europea apre un’inchiesta su Google

È di nuovo antitrust per Google. L’inchiesta aperta da Joaquín Almunia quest’anno è adesso diventata un’inchiesta formale. ”La competizione di tutti i player, inclusi quelli piccoli e innovativi dev’essere preservata in futuro,” ha detto il commissario per la competizione europea. Comunque, ha aggiunto, il fatto che l’inchiesta sia diventata formale non significa che ci sia per forza un problema.

I tre maggiori attori che si sono lamentati delle presunte pratiche scorrette sono sempre Foundem (comparatore di prezzi Inglese), eJustice (motore di ricerca Francese per professionisti legali) e Ciao (comparatore di prezzi di Microsoft).

Google ha comunicato di cercare sempre di fare del suo meglio e ha ribadito che il suo motore di ricerca è stato costruito per fornire un utile strumento per l’utente, non per essere a disposizione dei siti. In molti si sono lamentati durante i 10 anni di vita di Google, ma nessuno è ancora riuscito a dimostrare che i cambi all’algoritmo non siano che nell’interesse degli utenti.

Il confronto con Bruxelles è qualcosa che Google sicuramente avrebbe voluto evitare. Gli esempi di Microsoft ($2,4 miliardi di multa) e Intel ($1,45 miliardi) sono qualcosa che il motore di ricerca non vorrebbe ripetere specialmente perché le battaglie durano anni e i risultati tendono a essere replicati negli Stati Uniti poco dopo la decisione Europea.

Fonte: www.jugo.it

In rete boom di under 11 e over 55. Così internet conquista nuovi navigatori

Crescono i numeri di Internet, dagli utenti alla pubblicità. In occasione della presentazione dei nuovi servizi offerti da Audiweb, organizzazione che rileva i dati dell’audience online, è stato detto che nel mese di ottobre sono stati 24,7 milioni gli utenti online, con un incremento annuo dell’11%.

La seconda edizione di Audiweb in action, il workshop dedicato a tutti gli operatori del settore organizzato da Audiweb per illustrare le i nuovi servizi che vedranno la luce con il 2011, è servita anche a parlare dell’evoluzione del sistema di rilevazione dell’audience online. In sala erano presenti poche aziende – circa il 10% sui circa 350 partecipanti -, i centri media, che pianificano la presenza pubblicitaria delle aziende – un 15-20% – e una maggioranza di editori di siti. Raccogliendo le opinioni tra gli operatori e i relatori presenti è emerso un giudizio di eccessiva complessità del sistema di rilevazione, comunque migliorato rispetto al 2009 e comunque via obbligata dato che la rilevazione censuaria operata da Nielsen online può dare indicazioni sui volumi giornalieri di internet ma non consente dettagli più approfonditi che solo un panel – quello Audiweb è di 40mila persone – può dare. Sempre che l’elaborazione dei dati avvenga correttamente, un’operazioone che anche da Audiweb viene definita complicata.

Queste le altre tendenze: cresce del 18,4% la percentuale di kids tra i 2 e gli 11 anni che accedono a internet (1,5 milioni nel mese), così come tra gli ultra 55enni in cui si registra una crescita del 15,1%. Nel giorno medio risultano 6,8 milioni gli uomini e 5,3 milioni le donne online, con una maggiore concentrazione nell’area geografica del Nord-ovest in cui si registra un dato medio quotidiano di 3,7 milioni di utenti attivi (il 30,7% della popolazione online nel giorno medio). È online il 47% dei 34-54enni e i giovani tra i 18 e i 24 anni risultano i più assidui frequentatori della rete con 1 ora e 43 minuti trascorsi navigando e consultando 201 pagine a persona.

Per quanto riguarda l’uso del mezzo nelle diverse fasce orarie del giorno medio di ottobre si registra una particolare attività a partire dal mattino. Infatti, nella fascia oraria 9-2 risultano online in media 5,2 milioni di utenti attivi che diventano 6,2 milioni tra le 12 e le 15. Il dato resta abbastanza stabile fino alle ore 21 (4,9 milioni di utenti attivi nella fascia oraria 21 -24, quando si registra il numero più alto di pagine viste per persona (66) e tempo speso (36 minuti) nel giorno medio.

Fonte: www.ilsole24ore.com

Il 2010 secondo Yahoo!

Il disastro del Golfo del Messico ed i mondiali di calcio sono i due temi più cercati su Yahoo!

Come tradizione anche quest’anno Yahoo! ha pubblicato il suo “Year in review” in cui vengono riassunte le maggiori tendenze della rete nel 2010 viste attraverso ciò che gli utenti cercano sul motore di ricerca Yahoo! Search. I primi dati diffusi riguardano gli Stati Uniti dove il tema più ricercato è stato il disastro petrolifero del Golfo del Messico.

Al secondo posto spicca invece il mondiale di calcio sudafricano con relative ed immancabili vuvuzela. Un terzetto di celebrità, Miley Cyrus, Kim Kardashian, Lady Gaga, occupa le posizioni dalla tre alla cinque e precede l’iPhone di Apple che costituisce il termine tecnologico più ricercato dell’anno.

A completare la top ten troviamo nell’ordine: Megan Fox, Justin Bieber, American Idol, Britney Spears. Per ulteriori dettagli e per le classifiche di categoria rimandiamo al sito yearinreview.yahoo.com A breve le sedi locali di Yahoo! diffonderanno analoghe statistiche per gli altri mercati.

Fonte: www.azpoint.net

Tv non più regina, Internet la sorpassa tra i giovani

Secondo l’indagine Sip, i ragazzi passano più tempo sui social network

Per la prima volta, tra gli adolescenti, Internet batte la tv. Il sorpasso si deve soprattutto all’inarrestabile ascesa di Facebook: il 67% ha un profilo sul social network più famoso al mondo, contro il 50% dello scorso anno. Aumentano i comportamenti a rischio nella rete, come dare il telefonino a uno sconosciuto. E ancora, si riduce il consumo di alcol e sigarette, ma non quello di droghe leggere, dilagano le «diete fai da te» e i genitori influiscono sulle scelte dei figli meno di quanto gli stessi figli ritengono giusto e aumenta il numero di adolescenti che reputa «troppo poche» le regole date dalla famiglia. Si riduce la fiducia verso tutte le figure istituzionali (insegnanti, forze dell’ordine, medici, magistrati, preti, politici). L’unica in controtendenza? I giornalisti.

Questa l’istantanea che emerge dall’edizione 2010 dell’indagine «Abitudini e stili di vita degli adolescenti» che la Società italiana di pediatria svolge da quattordici anni su un campione nazionale di 1300 studenti delle scuole medie inferiori di età compresa tra gli 12 e i 14 anni. L’indagine, patrocinata dal Ministero della Gioventù, sarà presentata al convegno «la Società degli Adolescenti» il 2 dicembre a Salsomaggiore.

Gli intervistati che passano sul Web più di 3 ore al giorno (17,2%) superano quelli che passano più di 3 ore al giorno davanti al piccolo schermo (15,3%), dato in calo rispetto allo scorso anno quando la percentuale dei ragazzi che guardava la tv più di tre ore al giorno era pari al 22%.

Di fatto, è Facebook il protagonista indiscusso del Web. Oltre il 67% degli adolescenti ha un profilo sul social network, con un incremento di circa il 35% rispetto allo scorso anno. Nel 2009 aveva infatti il profilo «solo» il 50% e nel 2008 era una esigua minoranza. Ancora una volta le donne cybernaute superano i loro coetanei maschi (68,7 contro 65,8%). Il fascino di Facebook scalza anche l’utilizzo di messenger e la creazione di blog. Solo il 17% dichiara di avere un proprio blog, percentuale che nel 2009 era pari al 41,2%, il che sembra connotare la moda del blog personale come passeggera, spiegano i pediatri della Sip.

Frequentare YouTube e chattare sono di gran lunga le attività principali per le quali gli adolescenti si collegano in Internet e perde sempre più terreno la «ricerca di informazioni» per studio. Si conferma inoltre la tendenza, da parte degli adolescenti, ad un uso sempre più «privato» di tv e Internet. Più della metà ha tv e computer nella propria camera da letto, circa uno su due guarda la tv e oltre il 20% naviga in Internet la sera tardi prima di andare a dormire. Sempre elevatissima (86%) la cattiva abitudine di guardare la tv durante i pasti. Oltre l’80% (con una nettissima prevalenza dei maschi) gioca ai videogiochi.

Fonte: www.lastampa.it

Il social network delle buone cause

Chris Hughes ha 27 anni, è diventato milionario collaborando da subito con Mark Zuckerberg per la creazione di Facebook, ha coordinato la campagna elettorale online di Barack Obama nel 2008 e da poco ha lanciato online un nuovo social network per incentivare il volontariato e le iniziative benefiche. Il nuovo sito si chiama Jumo, una parola che in Yoruba – una lingua parlata nell’Africa occidentale – significa “collaborare insieme” e mira ad aiutare le persone a migliorare le realtà in cui vivono.

Su Facebook esistono da tempo alcune applicazioni per incentivare la raccolta di fondi per le associazioni non profit, come l’applicazione Causes che ha una media di 19 milioni di utenti attivi ogni mese. Jumo intende partire dal successo di Causes e degli altri sistemi simili creando uno spazio maggiormente slegato da Facebook con un maggior numero di servizi e funzionalità per gli utenti.

Nonostante questo intento, il nuovo sito web rimane molto legato al social network di Zuckerberg. Al momento, infatti, per poter utilizzare Jumo è necessario avere un account su Facebook, ma le pagine dei singoli progetti possono essere comunque visualizzate prima di iscriversi al portale. La grafica è molto essenziale e privilegia il testo sulle immagini, offrendo link a contenuti e approfondimenti sui singoli progetti.

Nella homepage di Jumo vengono segnalati i temi più seguiti dagli utenti e per ogni argomento è poi disponibile un elenco dei progetti presenti sul social network. Collegandosi, per esempio, al profilo dell’associazione benefica Partners in Health è possibile visualizzare le ultime attività dell’organizzazione nella sezione “Top News”, cosa dicono gli utenti e che cosa segnalano nella sezione “Talk” e i programmi umanitari avviati. Non manca poi il tasto “Donate” per consentire a chi lo desidera di inviare denaro per sostenere le diverse iniziative.

Sempre nella pagine delle singole iniziative è possibile visualizzare l’elenco degli utenti che hanno deciso di aderire, cosa che consente di scoprire se alcuni dei propri amici abbiano o meno deciso di seguire una data attività benefica. Proprio come su Facebook, anche i profili dei singoli utenti possono essere consultati per controllare le loro attività e le iniziative cui partecipano.

Jumo è partito da pochi giorni e ha già raccolto circa 3.500 iniziative da altrettante organizzazioni benefiche. Il numero, spiega Hughes, dovrebbe aumentare sensibilmente già nel corso delle prossime settimane perché ogni utente che lo desidera ha la facoltà di avviare un nuovo progetto. Singoli gruppi di amici potranno quindi usare il social network per coordinare le loro attività di volontariato su piccola scala, coinvolgendo magari altre persone della zona in cui vivono.

Fonte: www.ilpost.it

Acquisti online? Gli utenti si fidano di eBay

eBay e Amazon su tutti, ma anche Yoox.com, Privalia, Ibs.it, Pixmania, ePrice e infine lo “shopping club” Buyvip. Sui social media il tema dell’e-commerce trova un terreno fertile come testimonia un’elaborazione realizzata da Blogmeter. Per gli utenti, infatti, la rete si configura come uno strumento utile per cercare qualche forma di rassicurazione prima di ogni atto di acquisto. Il non poter toccare con mano il prodotto spinge i consumatori a condividere le proprie esperienze soprattutto in riferimento alla puntualità delle consegne e alla sicurezza nei mezzi di pagamento. Nel commercio virtuale, prima ancora della convenienza, l’acquirente medio cerca e pretende un buon servizio di assistenza a cui rivolgersi in caso di problemi.

Dall’analisi di Blogmeter risulta che il sito di cui gli utenti si fidano di più è eBay, seguito dall’appena sbarcato in Italia Amazon. Terzo Yoox (vedi tabella a fianco). Il  merchant di gran lunga il più citato è eBay grazie alle segnalazioni dei suoi annunci e alla richiesta di informazioni sulle aste. Le aste più discusse riguardano le biciclette vintage e gli abiti da sposa, ma il passaparola online si impenna alla notizia che Cherie Blair (moglie di Tony Blair) ha messo in vendita sul sito alcuni oggetti del marito tra cui un orologio donatogli da Berlusconi. In relazione ad Amazon gli utenti discutono dei tempi e del servizio di consegna, delle spese di spedizione e della convenienza dell’offerta rispetto a quella italiana. Molto discussa anche l’imminente apertura della filiale italiana Amazon.it. Yoox.com viene spesso citata dagli utenti che si scambiano i codici per avere la spedizione gratuita o uno sconto sul prezzo, mentre su Privalia oltre alla condivisione delle esperienze di acquisto, i temi ricorrenti sono lo stato dell’ordine, la convenienza e l’assortimento del canale. Gli atri merchant vengono discussi principalmente per i temi dell’assistenza e sicurezza dell’acquisto, fanno eccezione Bonprix, di cui viene apprezzata la puntualità della consegna e lo“shopping club” Buyvip citato dalle donne nel mese di ottobre per la vendita scontata delle calzature Crocs.

Fonte: www.affaritaliani.it

Tiffany perde in tribunale contro eBay

Mentre i primi dati sul «Cyber Monday» – seguito all’apertura post-Thanksgiving della stagione dello shopping – evidenziano un forte balzo degli acquisti via Internet, la soluzione di una delicata controversia giudiziaria appare destinata – con qualche rischio – a rimuovere un potenziale ostacolo all’ulteriore esplosione di massa del commercio online. Chi gestisce un mercato in Rete non va considerato automaticamente responsabile se attraverso il suo sito vengono vendute merci contraffatte: la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di prendere in considerazione il ricorso di Tiffany contro eBay, ponendo fine a una causa iniziata nel lontano 2004.Vengono così confermate le decisioni prese da autorità giudiziarie inferiori, che avevano ritenuto sufficienti le procedure messe in atto dalla casa d’aste online a protezione dei marchi dei produttori. Nell’economia contemporanea sempre più condizionata dalla Rete, la casa di gioielleria chiedeva una tutela superiore, realizzabile solo attraverso un riconoscimento della responsabilità “oggettiva” delle società Internet che ospitano servizi offerti da altri.

Tiffany non è certo l’unica azienda a lamentarsi che su eBay si trovi merce contraffatta che porta il suo marchio: non a caso, due anni fa eBay era stata condannata da un tribunale francese a pagare l’equivalente di oltre 60 milioni di dollari al colosso del lusso Lvmh per la vendita di falsi. In quell’occasione non era valso l’argomento della società internet, secondo cui già viene attuato un ampio piano di difesa contro le truffe, con l’investimento di 20 milioni di dollari l’anno per rimuovere dal sito i prodotti contraffatti e per consentire ai titolari dei marchi di evidenziare eventuali problemi.

Così il rigetto aprioristico del ricorso di Tiffany da parte della Corte Suprema diventa una vittoria non solo per eBay, ma anche per Google e altre società online: non può essere loro imputato il comportamento fraudolento di chi utilizza i loro servizi per raggiungere l’utente finale. Al contrario, nel suo ricorso Tiffany aveva sottolineato che eBay e società simili hanno «un forte incentivo a minimizzare le merci contraffatte vendute sui loro websites» e sanno fin troppo bene di agevolare la commercializzazione di una «quantità sostanziale» di prodotti falsi, traendone profitto con le commissioni. Non è però un messaggio di lassismo che arriva dagli Usa in coincidenza con un Cyber Monday in cui molte società online hanno annunciato transazioni record, per un totale di vendite stimato in crescita del 19,4% rispetto a un anno fa (e del 31% rispetto al Black Friday di poco precedente).

Fonte: www.ilsole24ore.com

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