ROMA – Se avevate un dubbio, da oggi non l’avrete più: “Email”, posta elettronica, si scrive così, senza trattino. Non più “E-mail” o “e-mail”, ma un nuova parola, coniata dall’aggiornamento dello Style Book dell’Associated Press, un manuale di scrittura con delle linee guida che i giornalisti interni sono tenuti a rispettare. Se ne esistesse uno analogo in Italia, potremmo sapere una volta per tutte se scrivere “centro-sinistra” o “centrosinistra”, ma questo è un problema politico su cui si sono divisi, forse invano, gli addetti ai lavori.

Esperanto digitale. Nelle nuove modifiche introdotte nell’edizione 2011 del manuale c’è quindi l’abbandono del trattino dell’email, insieme a quello di smart-phone e cell-phone, che diventano ora smartphone e cellphone. Ma è la scelta di virare su “Email” a catturare il momento linguistico, con una parola universale che è entrata nel tessuto lessicale di tutto il mondo, una delle più azzeccate sintesi fonetiche della globalizzazione. In tutto il pianeta un’email è un’email, come gli hamburger multinazionali e una Coca cola. E come stanno diventando i social network e le ‘app’ per smartphone.

Attenzione perché le direttive dell’Ap non sono automaticamente neologismi o cambiamenti ufficiali della sintassi, ma solo di un codice autodefinito: si potrà continuare tranquillamente a scrivere “E-mail” senza paura di commettere errori di ortografia
o di essere redarguiti dal capo. A meno che non si lavori all’Associated Press.  Sono modifiche al linguaggio che però viaggiano verso la sintesi a livello mondiale, avvicinando pian piano la parola al simbolo e al concetto dell’icona.

La prossima vittima. Altre mutazioni lessicali arriveranno senza dubbio il prossimo anno. L’esplosione dei social network ad esempio richiede termini semplici per indicare che qualcuno ha cliccato “mi piace” su Facebook. Attualmente, ci vuole un’intera frase. Ma potrebbe arrivare un vocabolo che riassuma in poche lettere l’azione del premere il “Like button”: ci permettiamo di suggerire “cLiked”. C’è poi da fare chiarezza sulle coniugazioni dei verbi al passato per indicare azioni su Twitter: è giusto dire “twitted” oppure “twittered”? E bisognerà intervenire anche sul nome proprio del web. Che al momento molti scrivono in maiuscolo, “Internet”, e altrettanti in minuscolo, “internet”. Per correttezza, trattandosi di uno strumento, andrebbe in minuscolo. Ma essendo un riferimento così preciso e globale, forse l’Ap deciderà per il maiuscolo.

L’elisione del trattino è stata annunciata nell’ambito dell’edizione 2011 dell’Aces, un workshop statunitense 1 dedicato ai correttori di bozze e agli “editor”. Strano che Ap abbia deciso di concentrarsi “ufficialmente” solo su tre parole, mentre il dubbio rimane su molte altre. E-book o Ebook? E-learning, Elearning o elearning? Il dibattito è aperto. Lo scorso anno, al posto delle elisioni Ap ha suggerito una contrazione, eliminando uno spazio: per indicare un sito web, il bravo correttore di bozze dovrà scrivere “website” e non più “web site”.

Sono piccole correzioni che col tempo sedimentano nel linguaggio, assurgendo all’ufficialità di parola. Vocaboli necessari quando si ha a che fare con la tecnologia, perché i concetti e le invenzioni diventano strumenti quotidiani: staccare la “E” di email per indicare che si parla di posta elettronica, non ha più senso in un mondo in cui il digitale comanda su tutto. E quindi “Email” è solo una variazione della consueta “mail”, una categoria in più associata al concetto di “posta”. In italiano però si dovrà ancora scrivere “posta elettronica”, unire le due parole sarà sempre errore blu.

Fonte: http://www.repubblica.it