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Meglio i Video su Facebook o quelli su YouTube? Esiste davvero una sfida tra le due piattaforme?

I video rappresentano un ottimo strumento di comunicazione, che si presta alla perfezione ad attività di marketing dedicate, da veicolare attraverso i social network.
Fino ad un paio di anni fa eravamo tutti abituati ad associare la parola “video” a YouTube, al punto da diffondere la convinzione che “se non c’è su YouTube, allora non esiste”.

YouTube, rivoluzione a metà

Dalla sua nascita nel 2005, YouTube ha realmente cambiato la vita dei “naviganti della rete”, perché prima di allora il web era molto statico, fatto di siti web pieni zeppi di animazioni in flash che ne rallentavano il caricamento e che, diciamoci la verità, erano carini ma dopo due minuti di navigazione rompevano decisamente le palle.

Come tutti i prodotti di Google, le evoluzioni di YouTube sono state lente e quasi mai rivoluzionarie, anche se va dato merito di aver costruito una piattaforma semplicissima da usare, a prova di cerebroleso. Il problema, secondo me, è che non si è mai pensato di fare veramente un passo in avanti, facendosi limitare dagli interessi delle major dell’entertainment in generale, e tra copyright e fesserie varie si è ingabbiato da solo, facendosi superare praticamente da tutti.

Poteva diventare il network televisivo numero 1 al mondo, essere il punto di riferimento dello streaming video, produrre contenuti originali, trasmettere live show, invece è rimasto un grande archivio di video, ottimamente indicizzati, ma senza un progetto editoriale forte alla base, a differenza di quello che ha fatto, invece, Netflix.

Non lo ammetteranno mai, ma secondo me i vertici di YouTube si mangiano i gomiti a colazione per le occasioni che hanno perso.

Però, resta il secondo motore di ricerca al mondo, e se cerchiamo un video andiamo direttamente su YouTube, fatta eccezione per quelli porno…ma questa un’altra storia.

Facebook si evolve

A differenza di YouTube, Facebook investe moltissimo in innovazione, mandando in crisi tutti i socialcosi del mondo che, dopo aver finalmente imparato come affrontare l’ennesima modifica all’algoritmo, si trovano a doverne affrontare un’altra, in un loop di stress infinito.

Ma non è solo l’algoritmo a cambiare, negli ultimi due anni Facebook ha lanciato decine di nuove funzionalità, alcune già disponibili, altre ancore in via di sperimentazione, e, nonostante io non ami particolarmente questo social network, devo ammettere che vanno tutte in una direzione precisa: ottimizzare al massimo la user experience e fare in modo che l’utente non debba mai lasciare la piattaforma, perché all’interno trova tutto.

Facebook vs YouTube

La battaglia tra Facebook Video e YouTube è iniziata da poco meno di due anni, quando molti contenuti che fino a quel momento erano destinati esclusivamente alla piattaforma della Big G hanno fatto la loro comparsa sul social blu, ma non attraverso il link esterno, ma con i video nativi.

Il perché di questa “transumanza” è presto detto:

  1. Facebook ha ridotto la portata dei video esterni pubblicati sulle Pagine Fan, aumentando, invece, quella dei video nativi;
  2. ha ridotto le dimensioni dell’anteprima dei video di YouTube & Co., rendendola veramente brutta esteticamente;
  3. ha migliorato, e di molto, le funzioni associate all’upload dei video;
  4. ha introdotto i Video Ads, che si stanno dimostrando abbastanza efficaci;

Molti YouTubers hanno espresso varie opinioni in merito a questo presunto scontro tra le due piattaforme, e quasi sempre la discussione ruotava intorno a cinque elementi:

  1. Facebook non ha un motore di ricerca dedicato ai video;
  2. Facebook sfalsa i dati sulle visualizzazioni;
  3. YouTube è un social network esclusivamente dedicato ai video;
  4. YouTube offre possibilità di monetizzazione (molto ridotte, in realtà) attraverso la pubblicazione di video;
  5. YouTube offre molte più opzioni di editing del video.

Uno YouTuber che ha dedicato molta attenzione a questa questione è stato Giorgio Taverniti, che ha realizzato diversi video sul tema, analizzando anche i dati sulle visualizzazioni sfalsate da Facebook, in collaborazione con l’esperta di YouTube per eccellenza in Italia, Anna Covone.

Quello che apprezzo dei video di Giorgio Taverniti è la semplicità nel linguaggio utilizzato, che consente anche a chi non è del settore di capire quello che sta dicendo.
Quello che ho apprezzato meno è stato il suo atteggiamento iniziale, molto ironico e canzonatorio nei confronti di tutti quei gestori di pagine Facebook che avevano deciso di puntare sui video solo per avere una portata organica più elevata, salvo poi fare lo stesso, visto che da qualche settimana pubblica una piccola anteprima del video in formato nativo sulla sua pagina fan, sfruttando il traino del social di “Marchetiello” per portare traffico al suo canale YouTube.

Insomma, evidentemente usare i video nativi serve a qualcosa, e non solo per la portata, ma anche per il livello di engagement che riesce a stimolare.

Ma è vera competizione?

Per quanto mi riguarda, io non credo che Facebook e YouTube siano in reale competizione, almeno non ancora, perché fino a quando non verrà introdotto un motore di ricerca interno dedicato esclusivamente ai video, il social di Palo Alto non potrà mai realmente competere con quello di Google.

Però, dove YouTube perde 3-0 a tavolino è sul lato utente, perché è un dato di fatto che tutti trascorriamo molto più tempo su Facebook, che usiamo anche per guardare i video di amici e Pagine Fan che seguiamo, in misura sempre maggiore.

Quello che noto io, che su Facebook passo, ahimè, molto tempo, è che stanno aumentando sempre di più i video nativi e diminuendo quelli provenienti da YouTube, e non credo che sia solo una questione di portata e visualizzazioni. No, dipende molto anche dalla resa visiva, e su questo Facebook sta veramente facendo passi da gigante, soprattutto di recente, quando ha introdotto la possibilità di “slegare” il video dalla cornice del post, per posizionarlo manualmente in un altro punto della pagina e continuare, così, a controllare il NewsFeed senza perdere d’occhio il video.

La cosa divertente è che questa funzione l’ha copiata pari pari dall’app di YouTube per mobile, che ti consente di ridurre il video in basso a destra e continuare la ricerca. Peccato che non l’abbia fatto nella versione web!

Conclusioni

Come puoi vedere, il dibattito è molto stimolante e ricco di spunti interessanti, e per fare un attimino il punto della situazione mi affiderò alle tanto apprezzate bullet list:

  1. Facebook deve introdurre un motore di ricerca dedicato ai video;
  2. YouTube deve investire di più in innovazione;
  3. Facebook deve fornire dati più attendibili sulle views;
  4. YouTube deve rinegoziare le opzioni di monetizzazione, perché senza canali veramente originali e contenuti interessanti è destinato a morire. Pensare di vivere con i video musicali, oggi, è ridicolo;
  5. Facebook deve lavorare di più sulla compressione dei video in fase di upload, perché si perde molto in termini di risoluzione;
  6. YouTube deve migliore la Homepage, che è pessima. Serve un menù di navigazione più completo e un minimo di personalizzazione.
  7. Facebook Video si presta ad attività Ads molto più attraenti per gli advertiser;
  8. YouTube dovrebbe creare delle sezioni in homepage dedicate ai Trending ed aiViral Video, altrimenti resterà sempre un semplice archivio di contenuti;
  9. I video di Facebook sono fruibili solo dagli iscritti al social network, a differenza di quello che accade con YouTube;
  10. YouTube si presta alla visione di video più lunghi, che abbiamo deciso di guardare;
  11. Facebook è perfetto per i video che non superano il minuto, ma molto dipende dalla qualità;
  12. YouTube non brilla da mobile, e dovrebbe porvi rimedio, soprattutto per favorire gli investitori pubblicitari. Infatti, sul sito ufficiale, nella sezione dedicata proprio agli advertiser, si legge che “Il 25% di tutte le visualizzazioni di YouTube viene effettuato da un dispositivo mobile”, questo vuol dire che 3/4 delle views si registra ancora da pc (il testo presenta anche un errore di battitura, “disposivtivo”, che ho provveduto a correggere almeno qui sul blog);
  13. L’algoritmo di Facebook è croce e delizia per i video: da un lato ne aumenta la portata, dall’altro li ripropone nei newsfeed degli utenti senza un’apparente regolarità, e questo è meno interessante per gli inserzionisti;
  14. YouTube è diventato il luogo nel quale si vanno a visualizzare video che non abbiamo già visto su Facebook, a maggior ragione dovrebbe puntare a diventare editore di contenuti e non solo una piattaforma passiva;
  15. Su YouTube l’utente interessato a quel creatore di video può iscriversi al canale e non perderne nessuno, su Facebook questo passaggio è meno automatico, a meno che non si crei una pagina dedicata solo ai video;
  16. Gli analitycs di YouTube sono un milione di volte più attendibili e meglio strutturati di quelli di Facebook;

Sono sincero, YouTube mi ha deluso molto in questi ultimi anni, perché ho sempre pensato che un giorno io avrei potuto guardare film, serie tv, documentari, concerti, programmi televisivi, tutto sulla piattaforma di Google, magari con una sottoscrizione a pagamento per eliminare limitazioni varie o per accedere a contenuti on demand.

Insomma, speravo tanto che YouTube diventasse il Megavideo della legalità, invece si è fatto fregare da Spotify per la musica – che appena introdurrà anche i video gli toglierà un’altra bella fetta di pubblico – e da Netflix, che non vedo l’ora arrivi in Italia.

Facebook ha molti difetti, ma almeno innova, sperimenta, si evolve. Se continua così, ne vedremo delle belle!

Fonte: socialmediacoso