In questo giorno ci dedichiamo alla lettura di una poesia: “Invictus“, scritta dal poeta inglese William Ernest Henley, colpito a soli 12 anni dalla malattia della tubercolosi.

Nei versi della poesia, composta in un letto di ospedale, l’autore esprime la sua forza e la sua voglia di reagire nonostante tutte le avversità, lottando senza mai arrendersi nella vita, ponendo così l’accento sulla resilienza.
Il titolo “Invictus” deriva dal latino e significa letteralmente “non vinto, invitto, invincibile”.

La stessa poesia ha accompagnato Nelson Mandela nei suoi anni di prigionia durante l’apartheid (la discriminazione razziale), mantenendo alto il suo livello di fiducia e coraggio.

Vi lasciamo alla lettura del testo della poesia, nella traduzione in italiano.

“Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo
che va da un polo all’altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l’indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro
né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l’Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.”