Il gigante della ricerca ha sviluppato un nuovo formato di immagine che può ridurre la grandezza delle foto e dei file grafici del 35% circa. Cifre importanti, se consideriamo che le immagini sono responsabili in media dei 2/3 circa della grandezza di un sito — dati aumentati per oltre il 30% lo scorso anno, secondo l’Archivio HTTP.
Tutta colpa dei vecchi formati immagine a noi familiari. Subito dopo le animazioni Flash e i video, le JPEG rappresentano in generale i file più grandi presenti nelle pagine web. I file GIF e le PNG sono anch’essi di grandezza importante.
Per diminuire il tempo di caricamento dei siti web, Google ha sviluppato un nuovo formato immagine chiamato WebP. Alla sua conferenza di sviluppatori I/O, il mese scorso, Google ha annunciato di aver convertito in WebP la maggior parte delle immagini thumbnail di Youtube, velocizzando il caricamento del sito stesso del 10%.
Potrebbe non sembrare granché, ma Google dichiara che questo metodo ha già risparmiato agli utenti un totale di 140,000 ore ogni giorno.
Google ha inoltre già cambiato il web store di Chrome e di Google Play sempre in WebP, rendendo i tempi di caricamento più veloci di circa un terzo. Facebook, NetFlix, eBay e molti altri siti web hanno iniziato ad utilizzare WebP.
Fantastico, vero? Beh, non proprio…
Google ha svelato WebP per la prima volta nel 2010. Il formato è risultato buggato — e neanche a dirlo, è stato lento nel diventare popolare (molto ironico, visto che sta tentando di velocizzare il web).
Quando Netflix ha sperimentato WebP per la prima volta, alla fine dello scorso anno, ha scoperto che alcuni utilizzatori di Blu-ray non visualizzavano i thumbnail. Alcuni utenti di Facebook scoprirono con terrore che il loro browser software non funzionava quando il social network passò a WebP la scorsa primavera.
E l’Internet Explorer di Mozilla Firefox e Microsoft ancora non supporta il formato. È come dire che più di metà del mondo è impossibilitata a vedere le immagini WebP. Quindi gli sviluppatori web devono continuare a caricare formati file JPEG, GIF e PNG per i loro siti, pur potendo supportare WebP.
Tuttavia c’è ragione di credere che WebP stia per tornare in ribalta.
Google ha recentemente annunciato che WebP supporta animazioni, regno esclusivo dei file GIF. Il Content delivery network Akamai ha sviluppato un tool chiamato Aqua Ion, che converte automaticamente i file immagine in WebP per i siti che lo ospitano. E, nonostante i primi singhiozzi, Facebook e Netflix restano ancora fedeli al WebP.
Percui, se le vostre pagine caricheranno un po’ più velocemente nei giorni a venire, dovrete ringraziare Google.
Fonte: Moneycnn