L’88% delle imprese italiane dichiara di effettuare il backup dei propri dati e di essere consapevole dell’impatto negativo che la loro perdita avrebbe sul proprio business. In particolare per il 32% significherebbe perdere informazioni utili sui propri clienti e fornitori, con una conseguente interruzione dei servizi che causerebbe per Il 27% un significativo danno economico e ripercussioni negative anche sulla reputazione dell’azienda. Questo è quanto emerso da uno studio condotto da Buffalo a livello europeo per capire come le aziende effettuino le copie di sicurezza dei propri dati.
L’indagine, che ha coinvolto 423 aziende di piccole e medie dimensioni, ha evidenziato che, nonostante questa consapevolezza, un quinto degli intervistati utilizza periferiche assolutamente inadeguate per l’archiviazione dei dati sensibili, come chiavette USB o CD/DVD, facilmente smarribili, danneggiabili ed esposte a furti. Il 36% si affida, invece, ad hard disk esterni, dispositivi sicuramente idonei per il backup a livello personale, ma non aziendale, dov’è necessario adottare soluzioni in grado di offrire maggiori garanzie, sia per la salvaguardia dei dati sensibili, sia per prevenire eventuali interruzioni derivanti da guasti ai dischi. Solamente il 29% delle aziende intervistate ha infatti dichiarato di effettuare il backup su NAS (Network Attached Storage), che si sono dimostrati le soluzioni più efficaci e sicure per la salvaguardia dei dati aziendali poiché permettono di centralizzare l’archivio in un unico dispositivo altamente specializzato, accessibile da tutti i nodi della rete, ed implementare schemi RAID in grado di garantire una migliore gestione della sicurezza dei dati.