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Per la salvaguardia di chi, navigando in rete, è esposto a virus in agguato, la società americana McAfee ha stilato un vera e propria classifica delle parole che, una volta inserite nella stringa di un motore di ricerca, hanno maggiori possibilità di condurci ad una pagina web “infettato” da un virus in agguato.

 

 

Per la salvaguardia di chi, navigando in rete, è esposto a virus in agguato, la società americana McAfee ha stilato un vera e propria classifica delle parole che, una volta inserite nella stringa di un motore di ricerca, hanno maggiori possibilità di condurci ad una pagina web “infettato” da un virus in agguato.
Secondo quanto stabilito dall’indagine, il grado di rischio e le parole più pericolose cambiano a seconda del paese dove avviene la ricerca.
Per l’Italia lo studio non fornisce il dettaglio dei termini, ma abbassa la percentuale media di rischio massimo al 9,7%; una posizione intermedia tra la pericolosa navigazione nella Repubblica ceca (14,2%) e la tranquilla Svizzera (7%).
Nel complesso lo studio ha perso in esame le 2.600 parole chiave più utilizzate su cinque dei principali motori di ricerca: Google, Yahoo, Live, Aol e Ask e ha analizzato il contenuto di 413.000 pagine web.
 I risultati sono stati divisi anche per “aggregazioni” di temi, visto che spesso si possono ricondurre allo stesso argomento ricerche fatte con piccole sfumature lessicali. In questo caso la categoria che raccoglie i pericoli maggiori è quella degli “screensavers”, dei “free games” e del “work from home”.
La McAfee mette però in guardia i lettori dal fatto che la situazione fotografata nell’indagine non è destinata a restare tale a lungo perché i “predatori” della rete sono sempre pronti a piazzare nuove trappole lì dove sanno che le vittime accorreranno più numerose.
E se per il virus influenzale in agguato c’è un vaccino, contro il rischio di virus infettivi per il computer ci sono le parole trappole per la rete… bella idea, no?…