Quasi due milioni di italiani soffrono di disabilità legate alla vista. E nel nostro Paese si moltiplicano le startup destinate a questi utenti. Dal guanto intelligente alle mappe parlanti fino al bastone virtuale: ecco alcuni dei progetti più innovativi
Sentire il mondo, nonostante tutto. La tecnologia sta cambiando la vita dei non vedenti. Tablet, smartphone e app pensati appositamente per gli utenti con disabilità visiva si sono moltiplicati negli ultimi anni. E molti dei progetti più interessanti vengono da start up e sviluppatori italiani. La platea per questi prodotti è tutt’altro che una nicchia: solo in Italia, secondo l’Istat, i non vedenti sono circa 350 mila (secondo l’Inps sarebbero 129 mila) e gli ipovedenti circa un milione e mezzo. Nel mondo le persone con problemi di vista sono 285 milioni, stima l’Organizzazione mondiale della Sanità. Una platea potenzialmente enorme a cui la tecnologia ora si rivolge con una serie di proposte. Alcune sono ancora in fase di progettazione, altre invece sono già sul mercato. Eccone alcune.
Blindpad, il tablet per non vedenti – Il 17 gennaio è partito ufficialmente unprogetto europeo triennale dedicato allo sviluppo di dispositivi digitali mobili che stimolino il tatto, permettendo l’interazione dell’utente con le informazioni grafiche.L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova coordinerà il consorzio incaricato della realizzazione. Il progetto, finanziato con 2 milioni di euro di fondi della Commissione Europea, è stato ribattezzato BlindPad, acronimo di Personal Assistive Device for BLIND and visually impaired people. Lo scopo è di creare uno strumento economico e versatile. Sfruttando il tatto verranno trasmesse informazioni necessarie a comprendere concetti astratti, ad esempio quello di una forma geometrica, o acquisire informazioni sull’ambiente circostante, come la localizzazione di una porta. L’Iit avrà tra i partner la David Chiossone Onlus per testare i dispositivi direttamente con gli utenti.
dbGLOVE, il guanto speciale per lo smartphone – L’idea del barese Nicholas Caporusso risale al 2004. Ha creato il prototipo di un guanto che permette a persone cieche di comunicare con uno smartphone utilizzando l’alfabeto Malossi, alternativa al più conosciuto Braille. Questo linguaggio trasforma ogni pizzico di una parte di falange in una lettera. Il guanto, indossato nella mano sinistra, consente un’interazione bidirezionale con qualsiasi strumento dotato di bluetooth e funge in sostanza da tastiera. Il dispositivo può essere usato anche in movimento e si sta perfezionando con una periferica pad molto leggera.
Ariadne, la mappa parlante – È già una realtà consolidata Ariadne, la app creata nel 2011 da Giovanni Luca Ciaffoni. Sviluppata anche grazie alla collaborazione con un amico non vedente e presentata a San Francisco in un keynote della Apple, l’applicazione combina internet, gps e sintesi vocale per offrire la possibilità di conoscere in qualunque momento la propria posizione e di monitorarla mentre si cammina. Un suono, una vibrazione o una voce digitale informa il non vedente dell’avvicinarsi del luogo inserito tra i preferiti. Un aiuto per la mobilità e una mappa parlante usufruibile su iPad e iPhone, che ha avuto migliaia di download. “Volevo che l’utente avesse un feedback vocale di quello che stava toccando: strade, paesi, città”, spiega Ciaffoni a SkyTG24.it presentando la sua creatura. “Ariadne mi ha messo in contatto con tantissime persone non vedenti nel mondo. Non di rado mi contattano sviluppatori che vogliono conoscere le tecniche per rendere la loro applicazione accessibile anche ai disabili e questo penso sia il risultato più importante di questa avventura”.
Le migliori app Made in Italy – Il mercato delle applicazioni per non vedenti è in costante crescita. Nel dettaglio, ecco alcune delle più interessanti sviluppate nel nostro Paese. E-WHITE è una app a metà strada tra un’audio guida e un navigatore. Connette lo smartphone alle centraline wi-fi che guidano l’utente indicando con precisione distanze e orientamento, anche in spazi interni come aeroporti, stazioni e metropolitane. Gli sviluppatori di HQuadro hanno lavorato con il supporto dell’Istituto S.Alessio di Roma, dell’Unione italiana ciechi e il finanziamento delle FondazioniTelecom Italia e Kambo. Grazie a questa applicazione, nel Parco dell’Appia antica di Roma, è già presente il primo percorso testato per non vedenti e ipovedenti. Per Michele D’Apolito, responsabile di Hquadro e ideatore del progetto, “la tecnologia ha senso solo se ci aiuta a vivere meglio. Per questo sono orgoglioso del successo che questa app sta raccogliendo”.
MovieReading è invece una app con la quale è possibile leggere i sottotitoli al cinema tramite un cellulare ma anche con i nuovi occhiali intelligenti. I non vedenti possono assistere ai film ascoltando tramite cellulare delle audio-descrizioni. “In Italia non esiste ancora l’obbligo legislativo dei sottotitoli. Nessun film arriva nelle sale in versione accessibile per le persone sorde e cieche”, spiega Carlo Cafarella, il cui team (italiano al 100%) ha creato l’app. “MovieReading garantisce l’accessibilità in tutte le sale d’Italia grazie a specifici accordi con i maggiori distributori”, spiega lo staff. I suoi sottotitolatori e audiodescrittori professionisti ricevono il materiale prima dell’uscita del film nelle sale permettendo anche ai disabili di fruirne al cinema.
Arianna, il bastone virtuale – L’ultima arrivata è una app messa a punto da alcuni ricercatori dell’università di Palermo. Ispirata alla figura della mitologia greca di Arianna, che per amore aiutò Teseo a uscire dal labirinto del Minotauro, questa applicazione è stata presentata a Boston in un evento organizzato dalla Fondazione Andrea Bocelli e dal MIT. Sfruttando la fotocamera dello smartphone, Arianna individua un tracciato sul pavimento e l’utente può seguire la linea muovendo il dispositivo, proprio come se fosse un bastone. “Trovarsi in un ambiente ignoto non sarà più un problema. Arianna permetterà di districarsi nel labirinto delle possibili direzioni fornendo delle rassicuranti indicazioni sul percorso da seguire”, spiega aSkyTG24.it Pierluigi Gallo, uno dei creatori della app. La sua collega Laura Giarré è membro dell’Advisory Board della Fondazione e coordina gli interventi della ABF per la linea di intervento “Challenge”. ABF ha finanziato un progetto del MIT che sta sviluppando il prototipo di un dispositivo che, appeso al collo, segnala ostacoli sul cammino, legge cartelli e riconosce gli amici.
Fonte: tg24.sky.it