Roma – Al fatidico scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2009, un vecchio “amico” parassitario della società dell’informazione è tornato a battere qualche colpo. Il bacherozzo del millennio, il famigerato baco software che avrebbe dovuto trasformare in cenere tutti i computer alla mezzanotte del 2000 e si è poi rivelato essere poco più che un falso allarme di portata planetaria, ha magicamente trasformato il 2010 in 2016 provocando qualche problema di natura tecnologico-finanziaria ma nessun panico o strillone giornalistico dal sapore millenarista.I danni del nuovo “decennium bug” appaiono circoscritti, coinvolgendo in particolare una banca australiana: all’ultima mezzanotte del 2009 il sistema di pagamento remoto fornito dalla Bank of Queensland è passato al 2016, invece che al 2010, provocando la mancata accettazione dei pagamenti con carta magnetica negli store del paese con la sfortunata coincidenza degli acquisti festivi post-capodanno. Problemi analoghi sono stati riscontrati in Germania.
Il vermone del 2010 ha poi interessato i filtri email di Spam Assassin, che ha preso a marcare come posta spazzatura tutti i messaggi inviati dal primo gennaio in poi. In questo caso, ad ogni modo, più che di un errore software si è trattato di una svista degli operatori umani che parecchi anni fa avevano fissato la regola di considerare sospette le email spedite dopo il 2009, regola che da allora non è stata più modificata.
Altro ambito colpito dal vermone è quello degli smartphone e i relativi SMS spediti dopo la fine del 2009, anch’essi provenienti dal futuro 01/01/2016 (come le carte di credito) invece che dall’anno 2010. Il problema sembra aver interessato diverse marche di cellulari, carrier e sistemi operativi, incluse alcune versioni di Windows Mobile con l’eccezione degli smartphone Windows operanti su network T-Mobile negli USA.
La natura del decennium bug è ancora sfuggente, ma dovrebbe essere imparentata direttamente con quella del “catastrofico” baco del millennio: i sistemi informatici usano un sistema di computazione esadecimale al posto di quello decimale più “a misura d’uomo”, e tra quelli che ancora contano l’anno partendo solo dalle ultime due cifre ce ne sono stati alcuni che hanno evidentemente interpretato il numero “10” su scala esadecimale (“16”).
Fonte: punto-informatico.it