Ledere i diritti e la dignità delle persone omosessuali sulla base del loro orientamento di genere, discriminandole sul posto di lavoro, nelle istituzioni, nella cultura con atti di violenza fisica e psicologica (percosse, insulti, maltrattamenti), sembra essere una forma di estremismo disciminatorio, vergognoso per l’intelligenza di cui l’uomo non deve farsi solo portavoce, bensì testimone.
Un nuovo grave episodio di omofobia violenta sconvolge Roma.
Nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 settembre ignoti hanno lanciato quelle che sembravano due bombe carta tra la folla riunita all’aperto nella «gay street» romana alle spalle del Colosseo.
Il bilancio è di un ferito lieve.
Gli ordigni erano diretti contro un locale frequentato da omosessuali, il «Triclinium», all’incrocio tra via di San Giovanni in Laterano e via Ostilia.
Già in passato nella «gay street» si erano verificate altre aggressioni.
L’attentato intimidatorio, poi, arriva al culmine di due settimane di tensione iniziate con l’aggressione di due gay all’Eur – uno colpito alla testa con una bottiglia, l’altro accoltellato – presi di mira perchè si baciavano in pubblico alle 4 del mattino.
Polizia e carabinieri sono subito intervenuti sul luogo dove, intorno alla mezzanotte, sono avvenute le due esplosioni.
I rudimentali ordigni – non è ancora chiaro se si trattasse di bombe carta o di grossi petardi – sono stati lanciati da quattro giovani a bordo di due motorini contro uno dei locali frequentati da parte della comunità gay romana. Gli attentatori sono poi fuggiti. Il bar non ha subito alcun danno. Il ferito è una persona colpita all’orecchio dalla scheggia di una fioriera.
«L’atto di ieri sera - afferma Franco Grillini, presidente di Gaynet – si configura addirittura come un gesto terroristico contro la comunità lesbica e gay romana nel luogo della sua visibilità. Si vuole ricacciare le persone omosessuali indietro di trent’anni». Le bombe carta di ieri sera arrivano, infatti, dopo una lunga serie di episodi di violenza: dopo i gay assaliti al villaggio dell’Eur con l’arresto dell’aggressore «Svastichella» e dopo l’aggressione al cantante «Rez» a San Giovanni. E anche l’associazione gay di destra «New out», che non aderirà alla fiaccolata di stasera, annuncia una manifestazione per la prossima settimana davanti a Palazzo Chigi.
«Roma non è una città sicura per gay, lesbiche e trans – commenta l’ex deputato Vladimir Luxuria -: si è innescata una pericolosa spirale di terrorismo omofobo che fa vivere nell’ansia noi e tutte le persone che ci vogliono bene». Seoondo Luxuria, «la realtà del nostro Paese ci pone ormai al di fuori dell’Europa non più solo per l’assenza di diritti civili ma anche per queste anacronistiche intimidazioni».