(ANSA) Se milioni di persone escono di casa con le canzoni più amate in tasca e se l’industria discografica ha trovato nuova linfa dopo esser stata messa in crisi dal ’peer to peer’ su Internet, il merito è in buona parte di Apple e della rivoluzione digitale che lanciò dieci anni fa, prima con iTunes, il 9 gennaio 2001, e poi con l’iPod, nell’ottobre successivo. Oggi il software Apple per la gestione e l’acquisto dei brani musicali digitali, che ha per slogan ’Tutto quanto fa spettacolo”, è arrivato alla versione 10 ed è, oltre che multipiattaforma, accessibile online anche dai cellulari.
Dieci anni fa le potenzialità di iTunes erano però meno evidenti, anche se sin dall’inizio fu chiaro l’entusiasmo degli utenti per questo nuovo software. La strategia della casa di Cupertino divenne più evidente con l’arrivo, il 21 ottobre 2001, dell’iPod: un lettore mp3 in grado di contenere mille canzoni trasferibili dal Mac proprio con iTunes. Col tempo le canzoni sono diventate sempre di più e oggi il ’Classic’ può contenerne fino a 40 mila, grazie ad un hard disk da 160 Gigabyte. Ma l’iPod è diventato anche ’touch’ (e nano), grazie allo schermo tattile, e, proprio come iTunes, è in grado di archiviare e riprodurre migliaia di brani, immagini e video. Grazie al WiFi può inoltre navigare in rete, gestire la posta elettronica e sopratutto far girare applicazioni e videogiochi dalla grafica avanzata. Il successo dell’iPod è sancito dalle cifre: dal debutto ad oggi Apple ha venduto circa 280 milioni di dispositivi nel mondo.
Il terzo ingrediente della ’rivoluzione digitale dell’entertainment’ targata Apple è arrivato due anni dopo, nel maggio del 2003. L’iTunes Music Store, accessibile da iTunes, è un negozio online su cui comprare singole canzoni a 99 centesimi. L’idea si rivela subito vincente: in poco più di quattro mesi i brani venduti negli Usa raggiungono i 10 milioni e le case discografiche iniziano a dar credito alla piattaforma, in un momento in cui lo scambio illegale di musica su internet sta intaccando notevolmente le vendite tradizionali. Il catalogo, che all’esordio contava 200 mila canzoni, arriva al milione nel giro di un anno e il negozio esce dai confini americani. Ad oggi i brani disponibili sono oltre 14 milioni, mentre i download hanno superato i 10 miliardi nel febbraio scorso, rendendo l’iTunes Music Store primo al mondo nella vendita di musica online. Negli Stati Uniti è anche il primo vendor assoluto di musica dal 2008, anno in cui il negozio virtuale ha superato i negozi fisici della catena Wall Mart. Steve Jobs, mente e guida di Apple, intuisce che la formula può essere applicata anche all’audiovisivo.
Il negozio perde la parola ’Music’ nel nome e inizia a vendere videoclip, telefilm di culto come ’Friends’ e ’Desperate Housewives’, poi giochi e film, di cui fruire in mobilità con l’iPod e, successivamente, anche con l’iPhone e l’ultimo nato, l’iPad. Al momento il catalogo dell’iTunes Store conta 65 mila episodi tv e oltre 10 mila film in vendita o noleggio, da guardare anche sul televisore grazie alla Apple Tv, da poco anche in Italia. E con l’aggiornamento di iTunes del luglio 2008 la Mela dà il via a un nuovo business: lancia il fiorente mercato delle applicazioni per cellulari e obbliga i costruttori di smartphone alla rincorsa. Sull’App Store si possono scaricare 300 mila applicazioni per iPhone, iPad e iPod Touch rispetto alle appena 500 iniziali. I download hanno raggiunto quota 10 milioni nei primi quattro giorni e lo scorso ottobre hanno superato il traguardo dei 7 miliardi. Tra le app ci sono software per il lavoro e lo svago, utility, videogame. Ma non solo. L’ultima scommessa di Apple è infatti l’editoria, con gli audiolibri, i 5 milioni di e-book scaricati dal nuovo negozio iBookStore e un numero crescente di quotidiani e riviste che pubblicano applicazioni per lasciarsi sfogliare su iPhone e iPad.
Fonte: www.lastampa.it