Comma3 - Strumenti e soluzioni per comunicare con internet

Categoria: Notizie Pagina 13 di 28

Steve Jobs: uomo dell’anno 2010 per il Financial Times

Per il Financial Times non ci sono dubbi: è Steve Jobs l’uomo dell’anno per il 2010. Il Financial Times, rivolgendosi al co-fondatore della Apple, lo ha definito: “Il visionario della Silicon Valley che con il suo sogno del piccolo schermo ha riportato Apple in vetta”. Un successo dopo l’altro quest’anno per Steve Jobs: a gennaio era tornato sul palco dello Yerba Center a San Francisco dopo mesi di assenza a causa della sua malattia. Un ritorno grandioso, soprattutto grazie alla presentazione dell’innovativo iPad. Il Financial Times parla di “rinascita completa”.

E pensare che dieci anni fa la carriera di Steve Jobs e il destino della Apple erano in pieno declino. Invece adesso il suo iPad è il regalo più atteso da tutti gli internauti italiani per questo Natale 2010, mentre anche i parlamentari se lo sono regalato per le festività natalizie.
Viene spontaneo paragonare Steve Jobs, uomo dell’anno per il Financial Times con Mark Zuckerberg, che recentemente ha ottenuto lo stesso titolo per il Times(anche se i lettori volevano Julian Assange al suo posto). Pare che quando il fondatore della Apple salì agli onori delle cronache per la prima volta, fosse addirittura più giovane del creatore di Facebook.
In merito alla nomina di Steve Jobs come uomo dell’anno 2010, il Financial Times ha dichiarato: “Ora a tre decenni di distanza, Jobs si é assicurato il suo posto fra i titani tecnologici della West Coast. Bill Gates sarà anche più ricco e, al suo picco, avrà anche esercitato una maggiore influenza grazie al monopolio nel software dei pc. Ma il co-fondatore di Microsoft ora ha lasciato il palco per devolvere la sua vita e la sua fortuna a opere buone. Ora è Jobs a essere sotto i riflettori”.

Fonte: www.haisentito.it

Guadagnarsi da vivere combattendo lo spam

Daniel Balsam era stufo di ricevere ogni giorno decine di messaggi di posta elettronica non richiesti, così un giorno decise di trasformare un impiccio quotidiano in una nuova opportunità per guadagnare qualche soldo. Otto anni fa, Balsam decise di lasciare il proprio impiego nel settore del marketing per dedicarsi completamente alla lotta contro lo spamming, nelle aule di tribunale. Da allora ha vinto decine di piccole cause, ottenendo risarcimenti che gli consentono di vivere e gli hanno permesso di abbandonare il proprio impiego.

Balsam ha anche creato un sito web, Danhatesspam.com (“Dan odia lo spam”), su cui racconta le proprie esperienze legali e spiega ai lettori come comportarsi per arginare lo spam e citare in giudizio i mittenti della posta indesiderata. L’ex esperto di marketing, che in questi otto anni si è anche laureato in legge, vive a San Francisco e grazie alle norme californiane per arginare il fenomeno dello posta indesiderata ha vinto una quarantina di cause legali.

L’attività è iniziata nel 2002 come un hobby, spiega Balsam alla Associated Press, con piccole cause civili per diventare progressivamente una professione a tutti gli effetti. In California, la legge impedisce alle società di inviare messaggi di posta non richiesti contenenti nelle intestazioni frasi che possano indurre i riceventi a credere che le email contengano offerte commerciali per prodotti gratuiti, per esempio. Ogni messaggio deve inoltre contenere un link che consenta agli utenti di indicare di non voler più ricevere messaggi indesiderati da un particolare mittente.

Il lavoro di Balsam sembra essere abbastanza redditizio, anche se molto dipende dalle decisioni dei singoli giudici sui casi. Lo scorso novembre, per esempio, una causa legale contro la società Various Inc., che controlla il social network per maggiorenni AdultFriendFinder, ha fruttato un risarcimento di 4mila dollari. Balsam aveva ricevuto quattro email non richieste uguali tra loro su quattro diversi account di posta elettronica contenenti nell’oggetto dell’email il messaggio «Ciao, il mio nome è Rebecca, ti amo». Il giudice ha dato ragione a Balsam, dichiarando che il contenuto dell’oggetto violava le leggi della California sullo spamming. I legali di Various Inc. hanno però deciso di appellarsi e la prossima udienza sarà il 5 gennaio.

Nel 2007, Balsam ha invece ottenuto un risarcimento pari a 7mila dollari da parte della società Trancos, accusata di inviare messaggi di spam senza l’opzione per cancellarsi dalla ricezione di altre email dalla medesima azienda. Il giudice ha dato ragione a Balsam, ma nella sentenza ha comunque ricordato che l’autore della causa legale non è propriamente un utente della Rete come tutti gli altri poiché gestisce circa cento diversi indirizzi di posta elettronica. Un numero così alto di account serve per aumentare le probabilità di ricevere spam che non rispetta le regole imposte dalla legge californiana.

Balsam ha anche avviato un’azione legale contro Tagged, uno dei social network più utilizzati negli Stati Uniti. Le due parti hanno raggiunto un accordo riservato, ma in un secondo momento la società ha deciso di avviare una propria iniziativa legale quando Balsam ha comunicato la decisione di pubblicare sul proprio sito i termini dell’accordo. La causa potrebbe protrarsi a lungo e una vittoria potrebbe fruttare diverse migliaia di dollari all’ex esperto di marketing.

Secondo i detrattori, Balsam adotta stratagemmi che non sono poi molto differenti dai trucchi e dai cavilli legali sfruttati da chi fa spamming online. Predilige quasi sempre società di medie dimensioni, contro le quali intraprende piccole cause civili che spesso si risolvono con un accordo tra le parti per un risarcimento, soluzione che consente alle aziende di eliminare rapidamente il problema ed evitare le spese per un processo.

L’attività di Balsam rimane comunque una goccia nel mare nella lotta contro lo spamming online. Secondo le stime di Cisco System, una delle più grandi società nella produzione e distribuzione di sistemi e dispositivi per le reti informatiche, ogni giorno vengono inviati almeno 200 miliardi di messaggi non desiderati, pari al 90% di tutti i messaggi email inviati e ricevuti in una giornata.

Fonte: www.ilpost.it

Copiare i «file» non è un furto

Non c’è furto in caso di copiatura di file con dati riservati sulla clientela di un’impresa. Semmai rivelazione del segreto professionale, se a commettere l’infrazione è un dipendente della società che in questo modo favorisce la concorrenza. A precisare i contorni dei reati è la Corte di cassazione con la sentenza n. 44840 della quarta sezione penale depositata ieri.

Il caso approdato davanti ai giudici della cassazione era quello di un impiegato che, poco prima di dare le dimissioni, si era fatto trasmettere da un collega sul proprio computer aziendale una serie di dati e offerte commerciali; inoltre, in un secondo momento, l’uomo accedeva al server centrale dell’azienda, spostando altri dati riservati sul proprio indirizzo privato, utilizzandoli poi a vantaggio di un’impresa concorrente della quale, dopo le dimissioni, diventava co-amministratore.

I giudici precisano innanzitutto che la semplice produzione non autorizzata di file contenuti in un supporto informatico altrui non deve essere considerata come furto perché non si verifica la perdita del possesso della cosa interessata da parte del legittimo proprietario. Per la corte, infatti, che richiama la relazione sulle norme in materia di reati informatici, i dati e le informazioni contenuti nel file non sono compresi nel concetto di «cosa mobile». Esclusa anche la possibilità di contestare il reato di accesso abusivo a un sistema informativo con password aziendale per finalità estranee alle ragioni istituzionali.

Non serve, inoltre, la creazione di una nuova fattispecie penale, visto che la presa di conoscenza di notizie riservate può essere incasellata in altri reati. Come per la rivelazione di segreto professionale o di segreto industriale (per la corte non esiste una differenza apprezzabile). Illecito che consiste non solo nel rivelare il segreto professionale ma anche nell’impiegarlo a proprio o altrui profitto, come è avvenuto nel caso esaminato dalla Cassazione, visto che i dati riservati erano poi stati utilizzati dall’imputato per permettere alla società concorrente di formulare ai clienti offerte più convenienti.

Fonte: www.ilsole24ore.com

AGCOM, arriva il nuovo decreto contro la pirateria informatica

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato il nuovo regolamento anti-pirateria digitale, che dopo 60 giorni di consultazione pubblica potrebbe diventare legge. L’obiettivo del decreto è quello di tutelare il diritto d’autore nel mondo del web. L’impresa non è sicuramente facile, riuscirà il decreto a raggiungere il suo obiettivo?

Stando alle parole del presidente AGCOM, Corrado Calabrò, il decreto cerca di bilanciare il diritto alla privacy dei cittadini con la libertà di accesso al web e la salvaguardia del copyright.

I punti cardine del provvedimento sono fondamentalmente quattro. Di fatto il garante diventa unico supervisore e si impegna a far rispettare le nuove metodiche. Il detentore dei diritti di copyright può richiedere la rimozione di contenuti dai siti e nel caso non avvenga entro 48 ore far intervenire direttamente l’AGCOM. Il passo successivo fa scattare un confronto tra le parti e “qualora risulti l’illegittima pubblicazione di contenuti protetti da copyright” la rimozione diventa forzata.

Per quanto riguarda invece i siti situati all’estero vi sono due possibilità: da una parte la creazione di una black-list per i provider, dall’altra in casi estremi l’inibizione di indirizzi IP.

“La  proposta di AGCOM per contrastare la pirateria online costituisce una seria ed efficace risposta alla necessità di tutelare i contenuti digitali in rete in una fase nella quale il decollo dell’offerta legale è ancora aggredito dalla contraffazione”, ha commentato il presidente della Federazione dell’industria musicale italiana Enzo Mazza. “[…] l’iniziativa di blocco dei siti, già dimostratasi molto efficace nel caso del stop di Pirate bay in Italia, costituisce un chiaro messaggio nei confronti degli operatori illegali per i quali non deve esserci alcun spazio nelle reti digitali del futuro”.

Risulta comunque interessante anche analizzare la parte del decreto che riguarderà i singoli utenti e la loro esperienza di navigazione online. Sempre Corrado Calabrò afferma:

“Non si prevede alcuna forma di controllo sugli utenti o di censura del web, come qualcuno temeva, ma, ispirandoci soprattutto all’esperienza Usa, l’Italia si colloca tra gli esempi più moderni e avanzati, facendo proprio l’approccio che considera il mercato unico digitale come la “quinta libertà” il cui sviluppo va considerato prioritario”.

In sostanza non verrà punito chi viene sorpreso a scaricare un film o una canzone, ma sarà perseguito a termini di legge il sito che favorisce il download illegale dei prodotti coperti da diritto d’autore.

Sembra una proposta interessante e con tanti punti di forza, ma credo che, per bloccare realmente il mercato dei download illegali, la legge dovrebbe intervenire anche a livello dei singoli utenti. In questo modo, infatti, i singoli si sentiranno tranquillamente autorizzati a scaricare qualsiasi cosa, certi di non poter essere perseguiti dalla legge anche se si trovavano in possesso di materiale chiaramente protetto da diritto d’autore.

Personalmente sono d’accordo solo in parte con questo decreto. Ha grosse potenzialità, ma andrebbe corretto sotto certi aspetti.

Voi che ne dite?

Fonte: www.yourlifeupdated.com

iPhone, traduzione aumentata

Le applicazioni mobile che giocano con la realtà aumentata possono limitarsi al semplice esercizio di stie ludico, pensato per stupire amici e parenti, o fornire un servizio effettivamente utile alla comunità smartphone. Word Lens per iPhone si pone esattamente a metà, proponendo una traduzione dei testi decisamente “scenografica”, che ha riscosso un successo immediato nello store Apple.

Il programmino semi-gratuito di Quest Visual utilizza l’OCR per riconoscere e tradurre le scritte inquadrate con la fotocamera del melafonino, esattamente come il servizio incluso in Google Goggles, ma in questo caso c’è una magia ulteriore: un fotomontaggio in tempo reale. Il testo immortalato viene infatti tradotto e sovrapposto, automaticamente, a quello originale. Si tratta di una proposta indirizzata prevalentemente al turista smart, che utilizza l’iPhone come cicerone. Cartelloni pubblicitari, indicazioni stradali, etichette di prodotti e tutte quelle nebulose scritte in cui si può imbattere il viaggiatore vengono filtrate dall’occhio dell’iPhone che le rende immediatamente comprensibili.
Il risultato del ritocco è estremamente pulito, perché loghi ed eventuali disegni non vengono riconosciuti o modificati. Quello della traduzione è definito buono ma attualmente limitato a due soli dizionari (acquistabili per 3,99 euro): Inglese-Spagnolo e Spagnolo-Inglese.
Diversamente da altri traduttori tascabili, Word Lens non ha bisogno di una connessione attiva per scaricare frasi dai server; ma, come tutte le applicazioni che sfruttano la realtà aumentata, è compatibile solamente con gli iCosi più potenti (iPhone 3GS, iPhone 4 e iPod touch di quarta generazione).

Fonte: http://punto-informatico.it

Nokia contro Apple, continua la battaglia legale

Nokia contro Apple, è ancora battaglia legale. Nonostante l’avvicinarsi del Natale, infatti, le due aziende non accennano ad abbassare i toni della diatriba che le vede contrapposte ormai da mesi.
L’ultimo aggiornamento estende i termini della lotta anche in Europa: Nokia, infatti, ha depositato ben 13 nuove denunce di violazione di brevetto, accuse che si aggiungono alle 24 precedenti.
Il gigante finlandese ha presentato i documenti in Germania, Olanda e Gran Bretagna, ma il motivo del contendere è sempre lo stesso: supposte violazioni di copyright riguardanti delle tecnologie di uso comune negli smartphone.
Si va dall’interfaccia touch, ai meccanismi di soppressione di rumore, dalla messaggistica alle specifiche tecniche dell’antenna, dall’illuminazione del display ai chipset.
In sostanza molte delle tecnologie che oggi sono presenti su tutti i cellulari evoluti sarebbero “proprietà” di Nokia o Apple.
Vediamo cosa risponderà Cupertino a questa nuova ondata di denunce. La sensazione è che si andrà avanti ancora per molto, vista la tenacia dei legali di Steve Jobs.

Fonte: www.bitcity.it

Il governo Usa pensa alla “Carta dei diritti” per gli utenti Internet

Servirebbe a regolare le attività delle aziende che raccolgono dati online

NEW YORK
Il dipartimento del Commercio statunitense  vorrebbe la creazione di una “Carta dei diritti” per gli utenti Internet. Sarebbero così fissate in modo chiaro le regole per quelle aziende che raccolgono informazioni online sui consumatori: un’attività in fortissima crescita, che sta preoccupando molto per il rischio di violazione della privacy di milioni di perone.
L’iniziativa del dipartimento del Commercio vorrebbe che aziende del settore, gruppi di tutela dei consumatori e governo creino un codice volontario di condotta per Internet in modo da assicurare che le persone sappiano quali informazioni vengono raccolte e come saranno utilizzate. Da un lato il codice darebbe agli utenti la possibilità di rifiutare la condivisione di tutti o parte dei dati personali; dall’altro imporrebbe nuovi limiti alle aziende e le obbligherebbe a proteggere i dati raccolti.
Oltre a queste linee guide per l’industria, il dipartimento propone anche dei codici di condotta specifici per alcuni settori dell’ecosistema internet come i social network. I nuovi codici sarebbero vincolanti per le aziende che li sottoscrivono. La Federal Trade Commission, l’antitrust americana, potrebbe quindi punire chi non li osserva.

Fonte: www.lastampa.it

Uomo dell’anno: Mark Zuckerberg batte Julian Assange

Ignorando l’appello dei suoi lettori, che spingevano per un riconoscimento al boss di WikiLeaks, Julian Assange, il Time magazine ha premiato con il consueto riconoscimento di ”persona dell’anno” il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Il 26enne mente del social network più diffuso della rete ha preceduto il movimento conservatore statunitense del Tea Party, che ha avuto un grosso impatto sulle elezioni di medio termine, e lo stesso Assange.

I lettori di Time magazine avevano votato a larghissima maggioranza per il fondatore di WikiLeaks, attualmente dietro le sbarre a Londra, seguito da Lady Gaga, ma secondo il direttore della rivista, Richard Stengel, Zuckerberg ha meritato di più il riconoscimento perché il suo Facebook ‘’sta trasformando ogni giorno il nostro modo di vivere”.

Zuckerberg è il secondo più giovane vincitore del premio dal 1927, quando fu assegnato per la prima volta all’aviatore americano Charles Lindbergh all’età di 25 anni.

Fonte: http://blog.panorama.it

Natale 2010: applicazioni iPhone per tutti

I possessori di iPhone sono in fibrillazione perchè in vista del Natale 2010 sono state rese disponibili, e continuano ad essere aggiornate, tante applicazioni natalizie che consentono di programmare le proprie feste o semplicemente di personalizzare al meglio l’iPhone.

Tra queste una tra le più interessanti è sicuramente Calendario di Natale 2010 – le migliori 25 app gratuite che fino al 25 dicembre segnala ogni giorno un’applicazione gratuita da scaricare tramite l’App Store Apple.

Insieme a questa segnaliamo AppyXmas, che consente di creare delle cartoline di auguri utilizzando le immagini presenti nella libreria e applicando a queste degli effetti grafici carini e simpatici, e iNatale che invece tiene conto delle feste e dei mercatini di Natale sparsi in tutta Italia.

Regali di Natale permette invece di tenere sotto controllo i regali da acquistare con relativo prezzo assegnandoli ai vari gruppi che avrete creato così da evitare di perdervi tra le mille incombenze di ogni giorno.

Inoltre come lo scorso anno Apple dal 26 dicembre prossimo per 12 giorni regalerà ogni giorno applicazioni, giochi e musica per iPhone nell’ambito della promozione Twelve Days of Christmas.

Fonte: www.dgmag.it

Google svela le parole più cercate dagli italiani

Facebook e YouTube le parole più cercate dagli italiani nel 2010: Google Zeitgeist torna a disegnare il profilo dei nostri interessi

Torna l’appuntamento annuale con i termini più cercati su google.it, le parole rivelatrici dello “spirito dei tempi” nel Bel Paese, ora consultabili all’indirizzo google.com/zeitgeist2010. Lo Zeitgeist italiano 2010 di Google rivela la voglia di condividere e socializzare in rete, scambiarsi video e opinioni su Facebook e YouTube, creare nuovi contatti con la chatroulette, usare il web come un’ulteriore opportunità di espressione e comunicazione.

Non mancano naturalmente i tormentoni, le celebrità e gli eventi mediatici che ci hanno emozionato, incuriosito, divertito in una navigazione lunga un anno: dal waka waka al super kolossal Avatar, dall’eccentrica Lady Gaga all’idolo dei teenager Robert Pattinson, da Belen Rodriguez al nostro Marco Mengoni. E’ questo il mood tracciato da Google Zeitgeist 2010, la summa degli stili di vita e delle curiosità della comunità italiana che quotidianamente si rivolge a google.it.

C’è chi va su e chi va giù…dalla top ten di Google emerge un quadro variegato delle passioni che dominano l’immaginario degli italiani, mettendo in luce soprattutto interessi, preferenze e trend culturali del 2010, ma anche le voci “emergenti” e le espressioni vive della nostra società che sono cresciute rispetto al 2009.

Nei nostri pensieri, si sa, c’è sempre il calcio e ci confermiamo grandi appassionati di un evento internazionale come i Mondiali che avvince milioni di internauti. E, ancora, siamo sempre amanti della buona cucina e, dal dolce al salato, le ricerche soddisfano tutti i gusti: dai sapori rustici del casatiello al piacere fruttato del tiramisù alle fragole.

Ma la curiosità di noi italiani va anche verso tutto ciò che è gossip, attualità ma anche cronaca: Sarah Scazzi, Taricone, la Mondaini sono alcuni dei nomi più cercati insieme alle ultime notizie dal mondo del cinema, della musica e dello spettacolo. Ma non c’è solo questo: gli italiani si dimostrano anche molto attenti ai principali temi d’interesse comune a taglio economico-sociale, seguendo attentamente argomenti seri e di forte impatto sulla vita quotidiana quali la manovra finanziaria.

Fonte: www.datamanager.it

Pagina 13 di 28

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén