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App aziendali, i messaggi promozionali efficaci

applicazioni

Le aziende retail, per sfruttare appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, devono necessariamente mettere a disposizione dei propri clienti un’App aziendale da installare sui dispositivi mobile.
Perché l’App aziendale sia efficace è necessario tenerla in costante aggiornamento ed utilizzarla per l’invio di messaggi promozionali specifici e di diversa natura. Attraverso l’ App è possibile inviare inviti promozionali all’acquisto online attraverso la proposta di offerte speciali e sconti, soprattutto in occasione delle festività o di ricorrenze speciali.

Gli ombrelli del futuro contribuiranno alle previsioni meteo

Appunti Windows-1Parapioggia intelligenti che comunichino in tempo reale i dati sulla piovosità di una zona: la nuova prospettiva degli studi idrologici.

Fra qualche anno, nelle giornate di pioggia, potremmo trasformarci tutti in stazioni meteorologiche ambulanti. Gli ombrelli che verranno riusciranno infatti a misurare la piovosità della zona in cui abitano i loro proprietari: Rolf Hut, della Delft University of Technology, in Olanda, ha ideato un prototipo di parapioggia in grado di rilevare le gocce che cadono sulla sua superficie, e di inviare questi dati via cellulare o via pc.

Arriva RunPee, l’app che ci dice quando andare in bagno durante il film

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Avviso ai cinefili: l’attesa spasmodica dell’intervallo tra la prima e la seconda parte del film è finalmente giunta al termine. 
Arriva anche in Italia RunPee, l’applicazione per Iphone, Android e Windows Phone che permette di sapere esattamente quando andare in bagno senza mancare nessun momento decisivo della pellicola. Basta effettuare il “check in” all’ inizio della proiezione e RunPee vi avviserà – facendo vibrare il telefono – prima delle scene meno importanti, calcolando anche i minuti di cui disponete per andare e tornare dalla toilette.

Google Now aiuta a scendere alla fermata giusta

Una nuova funzionalità introdotta da bigG nell’assistente Google Now aiuta a non perdere la fermata corretta dei trasporti pubblici a causa del sonno.

A tutti è successo, almeno una volta nella vita, di addormentarsi mentre ci si trova a bordo di un mezzo pubblico. In alcuni casi il sonno può giocare329x585xgooglenow.jpg.pagespeed.ic.aN6c9EPzFh brutti scherzi, soprattutto nei lunedì mattina o la sera quando si torna stanchi dal lavoro.

Google car: la sperimentazione va avanti

Il responsabile del progetto dell’auto che si guida da sola annuncia la costruzione di nuovi prototipi da usare per la prossima fase di test. Senza volante e freno, semplici ma sicure

Ricordate la Google-car, il pgoogle_carrototipo di auto che si guida da sola messo a punto dalla grande G del web? La sperimentazione sta procedendo spedita, e la conferma arriva proprio dal direttore del progetto, Chris Urmson, che qualche giorno fa ha ufficialmente annunciato l’avvio della produzione di un centinaio di prototipi sui quali, fra qualche mese, verrà lanciata una nuova fase di test. 


Come saranno queste auto? Non avranno volante, acceleratore, freno… semplicemente perché non serviranno.

Google KITT, la risposta a iOS in the Car

Google al lavoro sul progetto KITT (o Android Eyes Free), per un’integrazione sempre più profonda del supporto ai comandi vocali, soprattutto in auto.

CImmaginehe Google sia interessata a portare Android nell’abitacolo delle vetture non è certo una novità, come dimostra l’annuncio dell’Open Automotive Alliance dei mesi scorsi. Oggi si torna a parlarne, grazie alle informazioni trapelate a proposito del progetto KITT (sì, proprio come l’auto di Supercar), o “Android Eyes Free” come chiamato internamente a Mountain View. Si tratta di una tecnologia che permette di interagire con il proprio dispositivo mobile esclusivamente attraversocomandi vocali, sfruttando la cosiddetta modalità “always listening” già vista all’opera su Moto X.

Nike lavora con Apple per l’iWatch

iwatchI dati “freddi” sullo sviluppo del marcato dei fitness band, i braccialetti intelligenti che monitorano le prestazioni fisiche dell’utente che li indossa, li ripetiamo ormai da mesi: secondo l’istituto di ricerca Canalys solo quest’anno verranno venduti 17 milioni di pezzi e la cifra è destinata a superare i 23 milioni nel 2015 e i 45 nel 2017. Gli sviluppi “caldi” sull’argomento arrivano dai marchi coinvolti, a partire dagli indizi sul prodotto di Apple, uno dei più attesi. Amazon intanto, a conferma della vitalità del settore, ha dedicato una parte del suo portale esclusivamente alle tecnologie indossabili.

Robocop esiste, si chiama K5: prevede il crimine e allerta la polizia

robot-poliziottoPremiato come progetto più innovativo al Plug and Play, l’automa può monitorare e pattugliare zone della città, interpretando cosa accade per inviare dati a una centrale. Ma l’intervento umano è ancora fondamentale. A GUARDARLO sembra un giocattolo uscito da un film Pixar o una lontana copia di R2D2, il droide di Guerre Stellari, solo più alto e tozzo. Invece il robot K5 è reale e ha un obiettivo piuttosto ambizioso: prevenire le attività criminali pattugliando i quartieri della città e accorgendosi, tramite diversi sensori, se qualcuno sta per infrangere la legge. E sa anche difendersi, però senza sparare. Più vicino a Minority Report che a Robocop. Ma insomma il futuro delle forze dell’ordine passa inevitabilmente da qui.

“Tablet e smartphone ritardano apprendimento nei più piccoli”

L’allarme da una ricerca del Cohen Children’s medical center di New York. I dispositivi touchscreen hanno sostituito i giocattoli tradizionali, ma i bimbi ‘tecnologici’ che utilizzano app non educative mostrano ritardi nello sviluppo del linguaggio. Le linee guida Usa e Gb sconsigliano approccio prima dei due anni e suggeriscono uso limitato. Tutti quei genitori che si vantano dell’abilità dei propri figli con smartphone e tablet prima ancora che sappiano parlare dovrebbero in realtà preoccuparsi, perché i dispositivi con touchscreen non solo non fanno imparare più in fretta, ma rischiano di fare dei danni. Per imparare a parlare, manipolare oggetti e relazionarsi con gli altri, spiegano gli esperti del Cohen Children’s Medical Center di New York, non c’è davvero niente di meglio delle parole di mamma e papà e dei giocattoli tradizionali.

L’app che protegge Android

proteggere-android-sicurezzaNasce dall’Università di Padova la app che mette in sicurezza Android, impedendo che qualcuno spii il nostro smartphone mentre altre applicazioni (soprattutto quelle dei social) dialogano con un server remoto. La ha elaborata il professore Mauro Conti, in collaborazione con uno studente, Sebastiano Gottardo, e con Nicola Dragoni, docente della Technical University of Denmark.

La soluzione, chiamata Mithys (Mind The Hand You Shake), è stata presentata all’European Symposium on Research in Computer Security tenutosi ad Egham nel Regno Unito. Mithys permette da un lato di identificare le applicazioni che hanno questa vulnerabilità e di avvisare l’utente del rischio; dall’altro, qualora l’utente continuasse ad usare l’app in questione, può proteggere da un attacco.

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