NON poteva esserci modo migliore per dimostrare quanto Facebook sia insicuro. Un hacker dall’identità ancora ignota ha preso il controllo della pagina ufficiale di Mark Zuckerberg 1, il fondatore del social network, divertendosi a lanciare messaggi alle migliaia di fan del giovane miliardario. Giusto il tempo di raccogliere 1.800 “mi piace” e circa 500 commenti al suo unico post e il social network è stato costretto a rimuovere la pagina del fondatore, senza rilasciare almeno al momento alcun tipo di commento. Una figuraccia globale a cui prima o poi dovrà dare una spiegazione.

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Il messaggio inviato dallo Zuckerberg posticcio era questo “Che l’hacking abbia inizio: Se Facebook ha bisogno di soldi, invece di andare dalle banche, perché non permette ai suoi utenti di investirvi in modo sociale? Perché non trasformare Facebook in un “social business”, nel modo in cui lo ha descritto il vincitore del premio Nobel Muhammed Yunus? Che ne pensate?”. Un chiaro riferimento al recente investimento di Goldman Sachs nel social network quindi, con una proposta da parte dell’hacker di abbandonare i sistemi capitalistici tradizionali per abbracciare l’esperienza di Yunus e del suo social business, in cui i ricavi non sono distribuiti tra gli investitori

ma usati per il miglioramento dellastruttura stessa e per scopi sociali.

Il messaggio “rivoluzionario” dell’hacker ha ricevuto commenti e insulti, ma di sicuro ha colpito l’attenzione dei lettori, increduli di fronte a una comunicazione del genere. Insieme al messaggio, il finto Zuckerberg ha lasciato il riferimento dell’hashtag #hackercup2011, un codice usato nelle conversazioni sul sito di microblogging Twitter. Si tratta di un’ulteriore beffa per Facebook, visto che l’Hacker Cup 2011 altro non è che il concorso indetto dal social network per far emergere i migliori talenti del panorama informatico. L’autore dell’attacco alla fan page di Zuckerberg si candida quindi come un probabile vincitore, seppure fuori dagli schermi, del concorso.

A parte la figura non certo esaltante per Facebook e il suo fondatore (e per gli addetti che si occupano della pagina), il problema della sicurezza sui social network torna all’attenzione degli ormai 600 milioni di utenti del sito. Proprio in queste ore veniva diffuso l’ultimo rapporto sull’argomento, stilato dalla società di sicurezza informatica Sophos, che indicava i social network come uno dei principali veicoli di malware e spam. Ma se neppure Mark Zuckerberg è in grado di custodire la propria password, chi può dirsi davvero al sicuro?

Fonte: www.repubblica.it