Esattamente come è accaduto poco tempo prima nelle vicine nazioni di Tunisia ed Egitto, anche in Libia la gente è scesa in strada per contestare il regime al potere e, nello stesso modo, il regime ha deciso di mettere il silenziatore alla protesta impedendo ai propri cittadini l’accesso ad Internet.

Secondo i dati messi a disposizione da Google, durante lo scorso 19 Febbraio, il Web libico sarebbe stato completamente inattivo per un periodo di circa 7 ore, ciò è avvenuto esattamente in coincidenza con il periodo in cui le proteste sono state più violente.

Il governo della Libia retto dal colonnello Muammar Gheddafi non ha fornito alcuna spiegazione ufficiale del black-out, anche se le sue motivazioni risultano abbastanza palesi: decine di morti sulle piazze non sono certo da considerarsi una buona pubblicità per un regime, qualsiasi esso sia.

Basandosi sull’esperienza di Egitto e Tunisia, lo “spegnimento” della Rete non dovrebbe comunque essere sufficiente per mettere a tacere la protesta in atto, anzi, costituisce un’ulteriore violazione dei diritti civili che potrebbe contrbuire a esacerbare la volontà del popolo libico di ribellarsi.

Fonte: www.mrwebmaster.it