Chi non ha mai “massaggiato”, scrivendo parole d’amore o d’affetto o dandosi semplicemente un appuntamento?
Ma, ahimè, l’era dei messaggini è finita!
Si esauriscono molto, troppo velocemente le ricariche quando si abusa degli Sms, specie in Italia dove i messaggini sono i più costosi d’Europa (da noi si spende quasi il doppio che nella media Ue e cinque volte più che in Danimarca).
Forse è proprio gli adolescenti hanno rinnovato l’arte di arrangiarsi, sostituendo gli short messages con gli squilli del cellulare.
A far segnare questa battuta d’arresto sono gli esponenti della cosiddetta mobile generation, quegli under 20 che negli ultimi tempi avevano maggiormente alimentato il mercato degli Sms.
Ora, costi a parte, ci si è messa di mezzo la crisi economica che induce le famiglie a tener più tirati i cordoni della borsa.
A documentare questa rivoluzione nel mondo delle relazioni virtuali giovanili è la ricerca, per l’istituto Minotauro di Milano, dello psicoterapeuta Matteo Lancini, autore con Laura Turuani del saggio «Sempre in contatto» (Franco Angeli editore).
Ecco la funzione degli squillini: un tredicenne oggi ne riceve di media una dozzina. Ma c’è anche chi supera i 20 nell’arco delle dodici ore. Senza pagare nulla. Solo per comunicare che “io ci sono”.