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L’uso di Facebook in ufficio è una pratica che molto spesso le aziende vietano o, almeno, fanno in modo di limitare, ma Zuckerberg sembra essere deciso a far cambiare idea ai datori di lavoro, e per farlo punta tutto su Facebook at Work, versione professionale del noto social network che permetterà alle aziende di strutturare una rete sociale interna, chiusa e riservata.

I dipendenti, quindi, già abituati all’utilizzo del social network e delle sue funzionalità, potranno comunicare tra di loro rapidamente, scambiarsi documenti, creare gruppi di lavoro in modo facile e veloce, agendo in un ambiente protetto.

Per accedere al servizio, infatti, i lavoratori dovranno creare un nuovo profilo di lavoro alternativo a quello personale per evitare il trasferimento di informazioni tra i due e la diffusione di dati sensibili.

La rete aziendale creata tramite Facebook at Work sarà accessibile solo agli utenti dell’impresa e non sarà né visibile né accessibile agli utenti esterni, in questo modo viene garantita la riservatezza delle informazioni.

Una delle prime aziende che ha deciso di investire in questo strumento è la Royal Bank of Scotland, i cui 100 mila dipendenti potranno utilizzare questa nuova versione del social network per facilitare le comunicazioni e la condivisione di documenti e informazioni, rendendo più efficiente il loro lavoro.

Il passaggio a questa nuova piattaforma da parte della banca scozzese sarà graduale: entro marzo 2016 saranno 30 mila i dipendenti che avranno accesso al social aziendale per passare all’intero organico entro la fine dello stesso anno.

Come riportato dal Financial Times, tutti i dati presenti su Facebook at Work saranno cifrati e di proprietà di RBS e non potranno essere utilizzati da Facebook per generare pubblicità in target. Sempre secondo il Financial Times la Banca starebbe studiando come utilizzare il social per comunicare con i propri clienti.

Anche le banche italiane sono sempre più social e sono presenti sui principali social network, ma saranno pronte ad affrontare le sfide che possono arrivare da questi nuovi strumenti? Gli occhi sono puntata sulla Royal Bank of Scotland, chissà che non possa diventare una case history virtuosa da prendere come esempio.

Fonte: marketingarena