L’infrastruttura di Internet è in pericolo ed a giorni potrebbe accadere una vera e propria apocalisse.

A dare l’allarme nuovamente Vinton Cerf, uno dei padri del World Wide Web che si era espresso già nei mesi scorsi con dichiarazioni pesanti riguardo gli IPv4.

Gli indirizzi IP infatti starebbero per finire, ne restano meno di 30 milioni gli indirizzi disponibili e se si continuerà con questo ritmo la data precisa dell’apocalisse di Internet sarà le 4 del mattino del 2 febbraio di quest’anno.

La fine di Internet dovrebbe arrivare proprio per lo standard IPv4 ideato dallo stesso Cerf nel 1979: i numeri IP identificano un computer in Rete e utilizza 32 bit consentendo quindi 4,3 miliardi di combinazione possibili di numeri.

IPv4 ora appare largamento superato; per questo motivo già da giugno i giganti del Web dovrebbero convertirsi all’IPv6. IPv6 fornisce una chiave a 128bit e garantisce oltre un miliardo di quadriliardi di combinazioni. Provider ed operatori devono quindi adeguarsi al nuovo standard.

Nel mentre non ci sarà l’apocalisse o Ipcalypse, Internet continuerà a funzionare ma si estenderà più lentamente con macchine che condivideranno lo stesso IP: i due standard sono tra di loro incompatibili quindi bisognerà collegarsi a siti in IPv6 da una rete ad IPv6.

Secondo alcuni esperti però queste sono esagerazioni ed il passaggio a IPv6 sarà più soft e graduale.

Akamai ha pubblicato un nuovo rapporto sullo stato di Internet afferma che labanda larga globale è cresciuta da 1,8 Mbps a 2 Mbps. La Corea del Sud ha le connessioni broadband più veloci con 14 Mbps seguiti da Hong Kong, Giappone, Romania, Paesi Bassi, Lettonia, Repubblica Ceca e Svizzera.

Fonte: web20.excite.it