Con il Podcast web e cellulari sostituiscono il professore. E’ un soccorso per gli studenti che non frequentano e una risorsa per i più distratti

LA LEZIONE del prof si scarica sull’iPod o su un tablet e la si ascolta ovunque, fuori dalle pareti di un’aula. Il podcast cresce e crescono le università che offrono gratis, audio e video di conferenze e lezioni in rete. Il più grande “campus” accademico del mondo si trova su iTunes U: 300 milioni di lezioni in download, in 4 anni, dalla piattaforma di Apple che distribuisce corsi e immagini.

Lì sono appena sbarcate la Bocconi di Milano e l’università di Pisa. Allo stesso indirizzo, in quel crocevia di saperi senza pedaggio, si erano già insediate nei mesi passati altri quattro atenei italiani. Chiunque può ascoltare la registrazione del docente in cattedra che spiega, mostra slide, diagrammi, video dalle università dei cinque continenti. È una specie di facoltà globale: si può scegliere cosa trasferire sul computer, sul cellulare o sugli altri supporti elettronici. Si trova di tutto. Dalle lezioni di macroeconomia, ai segreti delle particelle elementari, dall’etica di Einstein a Mark Twain, dai misteri dell’ultima supernova alle tecniche di chirurgia toracica. Da Berkeley, da Yale, da Oxford, dal MIT, da Stanford, da Insead, da Coimbra, da molte altre.

Le lezioni in podcast sono un soccorso per gli studenti che non frequentano, una risorsa per i distratti che non hanno preso bene gli appunti, un’opportunità per chi vuole approfondire o semplicemente conoscere. Su iTunes U ci sono i contenuti forniti da 800 università, 350mila lezioni che docenti, famosi o sconosciuti,

tengono nei propri atenei e di cui non resterebbe traccia se non fra gli allievi che li ascoltano in diretta al chiuso di quelle stanze. Col podcast invece l’orizzonte diventa globale.

Molte accademie hanno elaborato proprie piattaforme di podcasting e di web learning, alcune riservate agli iscritti, altre ad accesso libero. Qualcuno ha messo filmati di lezioni sui canali di Youtube (per esempio la Bocconi di Milano o l’università di Reggio Emilia). Ma al momento il crocevia più affollato resta quello di Apple con contenuti che arrivano da 80 Paesi.

Se le università americane sono state le prime a sperimentare questa strada, da qualche anno sono arrivate anche le italiane. In avanscoperta è andata la Federico II di Napoli con un suo portale, “Federica”, che raccoglie migliaia di lezioni. Ha debuttato su iTunes U nella scorsa primavera con corsi di medicina, chimica, biologia, ma sull’Apple store fra le lezioni più scaricate offerte dall’ateneo napoletano ci sono quelle sulla Divina Commedia tenute dal professor Raffaele Doglio, dantista e docente di letteratura italiana.

Anche in mezzo a tutta questa tecnologia si torna lì, tra l’Inferno e il Paradiso, in 15 lezioni. “Ho ricevuto mail da un viticoltore californiano e da un sacerdote del Mozambico che avevano seguito il mio corso di storia medioevale” racconta divertita Enrica Salvatori, docente dell’università di Pisa, altro ateneo che debutta su iTunes. Salvatori da anni sperimenta il podcasting, ha creato anche un sito (historycast. org) con lezioni divulgative sulla storia: da Federico II, al Natale nel Medioevo, ai Vangeli apocrifi.

Su iTunes si trovano anche gli atenei di Trento, Trieste, Modena e Reggio Emilia. “Noi puntiamo sulle conferenze piuttosto che sul podcast dei corsi anche se ne abbiamo già di matematica e di informatica” spiega Tommaso Minerva dell’università di Modena. Lì si viaggia a una media di circa 12mila titoli scaricati la settimana, in testa alla hit c’è la conferenza di un sociologo, Vanni Codeluppi su: “Libertà immaginaria: le illusioni del capitalismo tecno-nichilista”.

Fonte: www.repubblica.it