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Categoria: CuRiOsItA’ Pagina 10 di 23

Tra 20 anni robot più intelligenti dell’uomo

Intelligenza, per Ray Kurzweil, è «capacità di risolvere problemi usando risorse limitate, come il tempo». Ebbene, il celebre inventore è convinto che in 20 anni costruiremo macchine più intelligenti di noi. Il 2045 sarà il momento della «singolarità», ovvero dell’esplosione dell’intelligenza. Rappezzandoci con le tecnologie aumenteremo esponenzialmente le nostre capacità mentali, trascendendo i nostri limiti biologici. Chi già ridacchia forse non sa che Kurzweil ha creato il primo scanner CCD, il primo sistema per riconoscere i caratteri e poi il parlato, la prima macchina che legge un testo (usata da Stevie Wonder). Ha vinto il Mit-Lemelson Prize, il maggior premio all’innovazione, ha 18 lauree honoris causa e la sua Singularity University, fondata con Larry Page, è ospitata dalla Nasa. Può valer la pena ascoltare cosa ha da dire.
La sua definizione di intelligenza comprende anche quella emotiva: «la più complessa. Far ridere, provare sentimenti, essere sexy sono comportamenti molto intelligenti. Se consideriamo solo le abilità logiche, i computer sono già superiori a noi», spiega. Quando sostiene che in 20 anni le capacità intellettive dei robot saranno pari alle nostre si basa principalmente su tre considerazioni. La prima è che le tecnologie dell’informazione progrediscono esponenzialmente (la potenza di calcolo raddoppia ogni anno); la seconda è che se stimiamo quanta capacità di calcolo serve per simulare l’intelligenza umana, questa capacità è già alla portata dei supercomputer e in 10 anni sarà in un pc. La terza riguarda l’elemento più importate di queste macchine: il software: «È una stima conservativa dire che avremo modelli di simulazione del nostro cervello funzionanti in 20 anni: la comprensione della mente fa progressi esponenziali. E ciò sarà la chiave per creare il software di simulazione dell’intelligenza umana», ha spiegato Kurzweil, ieri a Milano per un incontro organizzato da iLabs, laboratori di ricerca privati fondati 33 anni fa da Gabriele Rossi ed Antonella Canonico e finanziati coi proventi degli spin off. «Quando, nel ’98, i supercomputer batterono il campione mondiale di scacchi, la gente disse che non sarebbero mai stati capaci di capire il linguaggio umano. Ma l’estate scorsa il supercomputer Watson ha vinto il quiz tv Jeopardy, dove le domande erano ricche di riferimenti emotivi, giochi di parole, battute». Robot con le nostre capacità intellettive disporranno dell’intero scibile umano, poiché leggeranno tutto il Web e non dimenticheranno nulla: difficile immaginare come sarà il mondo tra 20 anni. E difficile accettare un tale cambiamento: «La nostra intuizione del futuro è lineare, mentre il progresso è esponenziale (inoltre i progressi iniziali sono difficili da percepire, poiché la curva logaritmica parte quasi piatta, per poi impennarsi)».

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

Apple è l’azienda più prestigiosa al mondo, secondo Fortune

Sul podio della classifica anche Google e Berkshire Hathaway

NEW YORK  Per il quarto anno consecutivo, Apple è in vetta alla classifica delle aziende con la migliore reputazione al mondo. Secondo la rivista Fortune, che pubblica la lista dal 1997, “il ritmo con cui introduce nuovi modelli e innovazioni ha fissato lo standard del settore; un esempio è il lancio dell’iPad 2 ieri a San Francisco”.

Segue Google. grazie ai “continui sforzi per sviluppare nuovi prodotti, come dimostra il sistema operativo per cellulari Android”. All’ultimo gradino del podio, Berkshire Hathaway, la holding presieduta dal multimiliardario Warren Buffett.

Al quarto posto, c’è Southwest Airlines, la lowcost americana fondata nel 1967 da Herbert Keller e Rollin King. Con vendite globali annue a 79 miliardi di dollari, Procter & Gamble chiude la top 5, confermando il suo dominio nella speciale classifica dei produttori di beni di consumo.

Coca-Cola è prima tra le aziende produttrici di bevande, al sesto posto generale. Grazie al successo del Kindle, l’ebook più venduto al mondo, Amazon.com si classifica settima.

FedEx non si è ripresa dalla recessione come avrebbe voluto (di recente, ha rivisto al ribasso le previsioni di profitti per il quarto trimestre fiscale del 2010) ma continua a essere annoverata nel ristretto gruppo delle 10 aziende con la migliore reputazione al mondo.

Solo nona, Microsoft, la società di Bill Gates, il secondo uomo più ricco al mondo nel 2010. McDonald’s mantiene il primato tra le aziende di fast food e chiude la top 10. Undicesima Walmart; 12esima Ibm; 13esima General Electric; 14esima Walt Disney; 15esima 3M; 16esima Starbucks; 17esima Johnson & Johnson; 18esima Singapore Airlines; 19esima Bmw -prima fra i produttori automobilistici; 20esima American Express.

Fonte: http://www.lastampa.it

Steve Jobs presenta l’iPad2

Non poteva certo mancare. Steve Jobs, nonostante le precarie condizioni di salute non ha voluto perdersi la presentazione al mondo intero dell’iPad2.

Eccolo quindi, maglietta nera d’ordinanza e volto scavato, fare la sua apparizione dal palco dello Yerba Buena Center. “Il 2011 sarà l’anno dell’iPad2, ha dichiarato, e non potevo certo perdermi il suo lancio, visto quanto ci abbiamo lavorato!”
Rinfrancato dall’ovazione dei presenti, Jobs ha preseguito: “Il primo iPad ha avuto un grandissimo successo ma, se ci fossimo seduti sugli allori, avremmo sicuramente avvantaggiato la concorrenza. Per questo l’iPad2 è stato completamente rivisto, nel design e nella sostanza”.
Questa innovazione si traduce in uno spessore
ultrasottile (8,8 millimetri contro i 13,4 del precedente), un peso ulteriormente limato verso il basso (590 grammi, ben 90 in meno) e un’esperienza d’utilizzo ancora più naturale e fluida.

Ci sono le tanto agognate (dai fans) due fotocamere (per utilizzare Facetime ma anche per registrare video in HD), il processore dual core A5 è ancora più potente e gestisce senza affanni browser e applicazioni varie.

Insomma, come insegna l’iPhone, nessuno stravolgimento ma una studiata attenzione a colmare le (poche) lacune del predecessore.

Ma il successo della nuova tavoletta sarà strettamente legato alle applicazioni che vi gireranno. Ecco perché Jobs si sofferma, ad esempio, su iMovie “che permette di montare un video girato in alta definizione e poi condividerlo con un tocco con gli amici”.

A chiudere il cerchio, Jobs ha mostrato una custodia magnetica, in vari colori, che protegge l’iPad2 ma, allo stesso tempo, consente di posizionarlo così da fruire più agevolmente dei contenuti multimediali e un cavo per collegare la tavoletta al televisore via Hdmi e visualizzare i filmati in HD. Insomma niente che non facciano anche i tablet della concorrenza, ma Jobs riesce a trasformare in un evento anche la presentazione di un cavo Hdmi!

L’iPad2 sarà lanciato negli Stati Uniti tra meno di dieci giorni (l’11 marzo) con prezzi immutati rispetto al precedente (che non sarà più prodotto) e dunque a partire da 499 dollari. L’attesa per noi italiani sarà davvero breve perché l’iPad2 raggiungerà le nostre coste il 25 marzo.

Scommettiamo che sarà un successo annunciato?

Fonte: http://www.cellularemagazine.it

Sfida Facebook con un virus e poi Zuckerberg lo assume

ROMA – C’è una nuova generazione al lavoro. Si muove e vive nella Rete, la crea da dentro, la gestisce. E’ una generazione che sfugge alla comprensione della maggioranza, che segue proprie regole e inventa codici di accesso e di riconoscimento. Il suo linguaggio è stato tradotto per gli umani nel film di David Fincher, The Social Network, che ha raccontato la storia di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Un genio, un hacker, l’uomo dell’anno, il miliardario più giovane del pianeta e, soprattutto, un visionario. Difficile contattarlo e captarne l’attenzione, per riuscirci bisogna passare da codici, algoritmi, buchi neri, cavi e fantasiose scorciatoie.

La storia di Chris Putnam ne è la dimostrazione. Digitando questo nome su Facebook, appare una foto sfocata, e un “mi piace” sottoscritto da circa 30mila persone. Putnam è un hacker nato nel 1988 che ha sfidato con un virus il grande social network. Il suo scopo non era infastidire Zuckerberg, ma farsi notare. La sua avventura ha inizio nel 2005 quando Chris, allora 19enne, studiava alla Georgia Southern University e insieme ai suoi due amici Marcel Laverdet e Kyle Stoneman, decise di creare un worm che si replicava grazie a un exploit XSS (Cross-site scripting) tramite un campo non trattato correttamente (Websites). Il worm era in grado di fare tre cose: chiedeva l’amicizia all’account di Chris, si replicava nel profilo e cambiava la grafica del profilo dell’utente replicando fedelmente quella di MySpace.

Il worm code si replicava di utente in utente in modo rapido e silenzioso, diffondendosi in modo virale attraverso gli amici che guardavano il profilo di qualcun altro. I tre hacker potevano così modificare rapidamente lo script principale per produrre una serie di effetti a sorpresa sugli account che passavano sotto il loro controllo. “Era un lavoro che faceva molto effetto e riarrangiava tutti i campi del profilo in sgradevoli caselle di MySpace e schemi colorati”, ha raccontato Putnam. Questo li rendeva però facilmente rintracciabili. Tre rintracciabili e geniali sbruffoni. In meno di 24 ore dal rilascio del worm, Putnam venne contattato da Dustin Moscovitz, uno dei co-fondatori di Facebook.

Con la diffusione del virus gli utenti contagiati avevano cominciato subito a lamentarsi. Anche numerosi dipendenti di Facebook erano stati infettati, incluso un account interno di prova chiamato The Creator. Come ha poi spiegato Putnam, il ‘creatore’ non era Zuckerberg: “Ma abbiamo immaginato che anche lui fosse stato costretto a fare il punto e avesse considerato l’operazione uno straordinario successo”. In meno di un giorno Putnam fu invitato da Moscovitz a presentarsi alla sede di Palo Alto di Facebook. Questo non prima di un lungo scambio di messaggi. “Il fatto che Moskovitz conoscesse la mia identità non fu una grande sorpresa dal momento che l’interazione del worm con il mio account era scontata. Anzi eravamo arrivati a fornire delle informazioni su come contattarci”, ha raccontato Putman. La reazione di Moskovitz fu comunque divertita. “Hey tutto questo è divertente, ma sembrerebbe che tu stia cancellando le informazioni sui contatti dai profili degli utenti quando il worm si replica nuovamente. E così non è bello”. In cambio di tanta condiscendenza, Putnam iniziò a rivelare il worm nei dettagli insieme ai punti deboli che aveva identificato nel social network. Dopo circa un mese gli fu chiesto se volesse lavorare per Facebook.

La Rete segue percorsi e colloqui di lavoro senza regole. Putnam era spaventato. In quel periodo un altro hacker era stato arrestato dopo aver fatto la stessa cosa. Un virus per MySpace, la promessa del social network all’assunzione e dopo l’invito, la prigione. “Quando arrivai alla sede, al secondo piano dovevo incontrarmi con Dustin. Ero teso ma quando la porta si aprì e trovai Moskovitz e non i poliziotti in piedi di fronte a me”. Putnam fu assunto e iniziò a lavorare per Facebook pochi giorni dopo il colloquio. Oggi lavora insieme al suo amico Marcel Laverdet insieme allo staff del Social Network più famoso del mondo.

E’ uno degli ingegneri del sito, partecipa regolarmente a forum da nerds assoluti, come Somethingawful.com, dove è abbastanza famoso. Le sue pagine preferite sono Facebbok (un profilo nel profilo), Facebook Engineering e una pagina sulle “uova di pasqua”: easter eggs che in realtà sono un regalo segreto dentro i programmi, ovvero dei codici segreti che i programmatori inseriscono all’interno dei loro programmi e che non sono menzionati nei manuali ufficiali. In genere vengono usati dai programmatori per scrivere segretamente i loro nomi. Per vedere un easter egg bisogna conoscere delle sequenze di tasti o operazioni da compiere. Presso alcune società di software l’inserimento di queste “sorprese” è permesso. Così, tra i simpaticissimi scherzi da hacker, nella lista delle emoticon di Facebook, ce n’è una dedicata proprio a Chris Putnam, è la ‘Weird face’ (e si richiama digitando :putnam:). “Sarò sempre grato a Facebook e alla sua passione per gli ingegneri stravaganti e con un passato da hacker”, ha raccontato l’ingegnere in un’intervista in Rete, abbastanza in superfice perché a noi fosse possibile riportarla sulla terra.

Fonte: http://www.repubblica.it

Il 2 marzo arriva l’iPad 2 Apple punta a stupire

ROMA – Cosa accadrà tra una settimana esatta al centro Yerba Buena di San Francisco non è più un mistero. Apple ha scelto il 2 marzo per presentare la seconda generazione del suo tablet, l’iPad. Nel momento in cui i concorrenti annunciano apparecchi dalle simili funzionalità, Apple rilancia con un prodotto che incorporerà caratteristiche richieste dagli utenti e alcune innovazioni inedite. Non dovrebbe esserci Steve Jobs, anche se le indiscrezioni dell’ultima ora danno per probabile la presenza in sala. Ancora non si sa il nome di chi terrà il “keynote” di presentazione.

Come sarà. Il nuovo iPad dovrebbe avere uno schermo migliore, basato probabilmente sulla tecnologia “Retina display” già vista su iPhone 4. Ovvero, la superficie visibile sarà più definita dell’attuale, sembra a parità di dimensioni: lo schermo non dovrebbe essere nè più grande nè più piccolo. Strategicamente, l’immagine dell’invito all’evento mostra un iPad 2 ancora coperto, proprio nella zona dove dovrebbe esserci la videocamera, una delle novità principali di questa seconda versione. Le altre oltre al display, dovrebbero essere una maggiore autonomia delle batterie e forse, ma siamo ancora a livello di indiscrezioni, incorporare la tecnologia Lightpeak, che in versione Apple prende il nome di Thunderbolt.

Lightpeak/Thunderbolt. Ovvero, una sorta di “cavo ottico” con cui connettere a iPad una varietà

di dispositivi. Una mossa che risolverebbe le scarse possibilità di espansione del dispositivo attuale, e aumenterebbe considerevolmente il “fattore stupore” associato al nuovo prodotto. Thunderbolt è assai più performante dello standard Usb 3.0, è certamente una delle innovazioni tecnologiche più attese e interessanti degli ultimi tempi, e iPad 2 sarebbe il primo prodotto destinato al mercato di massa ad incorporarla. Per contenere costi e prezzi, questa potrebbe non essere una dotazione di base, ma installabile a richiesta.

Altre indiscrezioni. Resta da vedere se davvero il nuovo iPad potrà contare sul microprocessore A5 Dual Core, decisamente più potente di quello impiegato nell’attuale iPad, e se lo spessore del tablet sarà lo stesso oppure inferiore, come dicono i “rumour”.

Fonte: http://www.repubblica.it

Niente Internet in Libia

Esattamente come è accaduto poco tempo prima nelle vicine nazioni di Tunisia ed Egitto, anche in Libia la gente è scesa in strada per contestare il regime al potere e, nello stesso modo, il regime ha deciso di mettere il silenziatore alla protesta impedendo ai propri cittadini l’accesso ad Internet.

Secondo i dati messi a disposizione da Google, durante lo scorso 19 Febbraio, il Web libico sarebbe stato completamente inattivo per un periodo di circa 7 ore, ciò è avvenuto esattamente in coincidenza con il periodo in cui le proteste sono state più violente.

Il governo della Libia retto dal colonnello Muammar Gheddafi non ha fornito alcuna spiegazione ufficiale del black-out, anche se le sue motivazioni risultano abbastanza palesi: decine di morti sulle piazze non sono certo da considerarsi una buona pubblicità per un regime, qualsiasi esso sia.

Basandosi sull’esperienza di Egitto e Tunisia, lo “spegnimento” della Rete non dovrebbe comunque essere sufficiente per mettere a tacere la protesta in atto, anzi, costituisce un’ulteriore violazione dei diritti civili che potrebbe contrbuire a esacerbare la volontà del popolo libico di ribellarsi.

Fonte: www.mrwebmaster.it

Una bambina di nome Facebook

Facebook Jamal Ibrahim, questo il nome di una bambina egiziana nata da pochissime ore; i suoi genitori hanno deciso di chiamarla in questo modo come riconoscimento al social network che ha avuto un ruolo fondamentale nella rivolta che ha permesso la cacciata di Mubarak.

La creatura di Mark Zuckerberg, spesso additata unicamente come veicolo di perdite di tempo, è stata indispensabile per l’organizzazione degli insorti, per la circolazione delle idee, per veicolare informazioni diverse rispetto a quelle fornite dai canali ufficiali.

Se un tempo i bambini prendevano il nome dei grandi protagonisti della Storia, oggi la Storia la fanno anche le nuove forme di comunicazione digitale, il Web 2.0, i blog, il microblogging e il social networking; cambia il Mondo, cadono i tiranni e nascono nuovi eroi.

Al di là di quelle che sono le considerazioni “estetiche” riguardo alla scelta di un nome così particolare, ci si augura semplicemente che questa bambina possa portarlo con serenità e vivere in un Mondo meno incerto rispetto a quello in cui sono cresciuti i suoi genitori.

ITALIA 150: RAI, LE INIZIATIVE WEB

Aumentano le iniziative web della Rai in occasione dei 150 anni dell’unita’ d’Italia. Il video portale www.150.rai.it e’ gia’ on line. Contiene una web tv che trasmette in streaming oltre 200 filmati sulla Storia d’Italia dal 1861 ad oggi con particolare attenzione agli anni del Risorgimento; decine di Biografie testuali sui principali protagonisti della storia d’Italia; dossier tematici; una ricerca facilitata per parole chiave ; l’elenco dei piu’ importanti eventi relativi alle celebrazioni dei 150 Anni e la programmazione televisiva dettagliata.
Sul portale l’interazione tra Tv e Web viene realizzata anche grazie a format ideati appositamente . Tra questi una Time map del Risorgimento che offre la possibilita’ di navigare nella storia d’ItaIia dal 1815 al 1871 anno per anno . Via via che scorre il tempo cambiano i confini del paese che si va formando. e si succedono gli eventi che portano all’Unita’. La Time map contiene circa 80 schede, ognuna delle quali e’ composta da un video e da un testo di approfondimento, che raccontano gli eventi che portano all’Unita’.
Giochi e quiz sono presenti sul portale e sono rivolti ad utenti di tutte le fasce d’eta’. Il primo gioco realizzato e’ dedicato a Garibaldi. Si tratta di un quiz multimediale con domande sulla spedizione dei Mille. Rispondendo esattamente alle domande proposte si accompagna Garibaldi nel suo viaggio tra animazioni multimediali e video tratti dagli archivi Rai Sono infine state realizzate applicazioni dedicate per tutte le piattaforme mobili. La prima APP verra’ pubblicata per iPhone e iPad. Dall’applicazione sara’ possibile accedere ad un menu’ con: una selezione dei video presenti sul video portale; le biografie dei personaggi che hanno fatto la storia d’Italia; la cronologia del Risorgimento.

Fonte: www.agi.it

Webcam e computer: anche la montagna scala la tecnologia

Un tempo era il regno dell’avventura spartana e selvaggia. Ora si punta su sicurezza e comfort per richiamare turisti

La montagna al lazo della tecnologia: per sicurezza, marketing e comfort. Ricerche e studi di «flussi escursionistici», test sul grado di accoglienza, sofisticati impianti di quanto accade nei rifugi, infopoint, webcam, sistemi satellitari laddove i cellulari non hanno campo. E sensori contapersone a ogni partenza e bivio di sentiero, nascosti per eliminare pulsioni vandaliche. Ma anche itinerari storico-culturali, la riscoperta dei viaggi a piedi sulle Alpi con Internet e mappe cartacee.

Un piano da 20 milioni
Questa montagna da camminare e rilanciare è in un ambizioso progetto Interreg, finanziato dall’Europa per oltre 20 milioni. Ha come capofila la Regione Piemonte e il Canton Ticino. L’area montana è quella del confine italo-svizzero. È denominato Vetta, acronimo di «Valorizzazione delle esperienze e dei prodotti turistici transfrontalieri delle Terre medie e alte».

Va avanti dal 2007, finirà nel 2013, quando 30 rifugi lombardi avranno il collegamento satellitare e altrettanti in Piemonte, nel Verbano Cusio Ossola, saranno gestiti con il sistema computerizzato Arduino: temperature, flussi di clientela, quantità di scorte (acqua e combustibili) e di rifiuti. Per il momento sono 6. Ricerca e progetto affidato all’università di Torino, dipartimento merceologico.

A guidarlo è il professor Riccardo Beltramo: con lui 12 esperti, dai matematici agli economisti, dai geografi agli informatici e architetti. Sono 26 i rifugi dell’Ossola che sono già stati visitati dall’équipe e sono stati sentiti con questionario anonimo 381 visitatori. Obiettivo: la «Carta di qualità».

Al passo con i tempi
Concorrono al «Vetta» anche la Regione Lombardia, il Canton Grigioni con l’Engadina di Saint-Moritz, la Provincia di Bolzano, il Club alpino italiano lombardo e le sezioni piemontesi di Novara e Villadossola. Ancora, l’Irealp, Istituto di ricerca per l’ecologia e l’economia, l’Atse, associazione ticinese sentieri escursionistici e il Polo di Poschiavo (Svizzera), centro di formazione che ha preparato un quizzone di 2000 domande via Internet per poter ottenere un certificato di conoscenza del territorio.

Per essere promossi bisogna rispondere in modo corretto all’80 per cento delle domande. Cassiano Luminati, direttore del Polo, spiega: «Troppi dipendenti di alberghi, anche a St-Moritz non conoscono il territorio. L’idea è che il quiz possa diventare un requisito per l’assunzione». La spinta è economica. Istituzioni e operatori turistici si sono accorti che la montagna attira, anche gli italiani prendono la via dei sentieri e trascorrono vacanze nei rifugi. Si legge nel programma Vetta che l’obiettivo è «fare rete».

Di sentieri e di rifugi «al passo con i tempi che, tra il modello ormai consunto di accoglienza “alla spartana” e un comfort più comune a un hotel a livello del mare, siano alla ricerca di un nuovo concetto di qualità». Con gestione «ecosostenibile»: autosufficienti per energia e raccolta di rifiuti differenziati. Per dare sviluppo e sostenere investimenti ci vogliono dati, tanti, i più possibili. Ecco a che cosa servono i sensori sui sentieri, conteranno quanti li frequentano.

Le Alpi-azienda
La montagna-azienda calcolerà dove vale la pena di insistere e le priorità di finanziamento. Giorgio Campiche del Canton Ticino offre le tre direttive su cui lavora la Svizzera: «Pianificazione, costruzione, segnaletica». In terra elvetica i sentieri, anche di alta montagna, fanno parte della rete stradale.

I segnali sono un esempio di efficienza: precisi e con colori differenziati perché l’escursionista possa capire dove si sta cacciando, in un bosco o verso una prateria, piuttosto che un ghiacciaio. Renata Viviani, presidente del Cai Lombardia, sottolinea come sia in atto «un profondo cambiamento di percepire la montagna». E partecipa al Vetta con un’équipe di specialisti che studiano «le dinamiche di gruppo a contatto con ambiente».

Fanno quiz sui pullman che portano i turisti verso le Terre alte. Si parla di «studio comparativo» rivolto soprattutto ai ragazzi e agli anziani. «Schede e materiale video da inviare nelle scuole», dice ancora Viviani. Uno psicologo si occuperà sia di giovani sia di anziani, un geologo e le guide spiegheranno l’ambiente, un architetto gli interventi dell’uomo.

La tecnologia, la modernità metropolitana e i suoi metodi salgono ai rifugi, dove la vacanza dovrebbe essere scandita dalla lontananza dai riti quotidiani. Chissà se nel progetto Vetta comparirà l’analisi che Enzo Bianchi,priore del monastero di Bose, fa del senso della vacanza nel suo libro «Ogni cosa alla sua stagione»: «Fuggi, taci e trova la quiete diceva Arsenio. Ecco allora le vacanze come occasione di fare silenzio, di abitare il silenzio, di vivere il silenzio… Il silenzio ci insegna a parlare… possiamo scendere dalla giostra, smettere di ruotare senza mai avere in mano la direzione».

Fonte: www.lastampa.it

Google Art Project: i musei si visitano online

E’ stato presentato ieri Google Art Project che permette a chiunque di passeggiare per scoprire oltre 1000 opere d’arte esposte in 17 tra i più importanti musei del mondo; a questo scopo è stato lanciato anche il sito www.googleartproject.com dove è possibile visionare oltre 1000 immagini di opere d’arte e prendere parte ad un tour a 360° delle singole gallerie d’arte grazie a Street View.

Sicuramente la caratteristica più interessante del progetto è la possibilità di passeggiare virtualmente nei musei, selezionando le opere di interesse e cliccando su ognuna di queste per avere maggiori informazioni o esplorare quelle in alta definizione quando disponibili; se disponibili, si possono vedere anche i video YouTube correlati al museo o all’opera stessa e le stesse gallerie sono disponibili anche su Google Maps con il servizio Street View.

Ognuno dei 17 musei che hanno aderito al progetto ha selezionato un’opera da fotografare attraverso una tecnologia fotografica con risoluzione Gigapixel ed è per questo che sono già disponibili opere di 486 artisti di tutto il mondo: si va dalla Nascita di Venere del Botticelli, icona della Galleria degli Uffizi di Firenze a No Woman, No cry di Chris Offili passando per i soffitti della Reggia di Versailles, i templi Egizi e una collezione mondiale che va da Whistler a Rembrandt.

Google Art Project integra la funzionalità Crea la tua collezione che permette agli utenti di salvare delle porzioni di immagine per ciascuna delle 1000 opere disponibili creando una propria collezione personale alla quale possono essere aggiunti commenti personali.

Questi i musei partner del progetto con le opere disponibili:

Galleria degli Uffizi, Firenze – Italia: “Nascita di Venere”, Sandro Botticelli (1483-1485)
Alte Nationalgalerie, Berlino – Germania: “Nella serra”, Edouard Manet (1878-1879)
Freer Gallery of Art Smithsonian, Washington DC – USA: “Rosa e argento: la principessa dalla terra di porcellana”, James McNeill Whistler (1863-1865)
The Frick Collection, New York City – USA: “San Francesco nel deserto”, Giovanni Bellini (iniziato intorno al 1480)
Gemäldegalerie, Berlino – Germania: “Georg Gisze, un mercante tedesco”, Hans Holbein il Giovane (1497-1562)
Museum Kampa, Praga – Repubblica Ceca: La Cattedrale, Frantisek Kupka (1912-1913)
The Metropolitan Museum of Art, New York City – USA: “I mietitori”, Pieter Bruegel il Vecchio (1565)
MoMA, The Museum of Modern Art, New York City – USA: “Notte Stellata”, Vincent van Gogh (1889)
Museo Reina Sofia, Madrid – Spagna: “La bottiglia di Anis del Mono”, Juan Griz (1914)
Museo Thyseen – Bornemisza, Madrid – Spagna: Ritratto di Cavaliere, Vittore Capaccio (1510)
National Gallery, Londra – UK: “Gli Ambasciatori”, Hans Holbein il Giovane (1533)
Château de Versailles – Francia: “Maria Antonietta e i suoi bambini”, Louise Elisabeth Vigée-Lebrun (1787)
Rijksmuseum, Amsterdam – Paesi Bassi: “Ronda di notte”, Rembrandt Harmensz. Van Rijn (1642)
The State Hermitage Museum, San Pietroburgo- Russia: “Il ritorno del figlio prodigo”, Rembrandt Harmensz. Van Rijn (1663-1665)
State Tretyakov Gallery, Mosca – Russia: “Apparizione di Cristo al popolo”, Aleksander Ivanov (1837-1857)
Tate Britain, Londra – UK: “No Woman, No Cry”, Chris Ofili (1998)
Van Gogh Museum, Amsterdam – Paesi Bassi: “La camera”, Vincent van Gogh (1888)


Fonte: www.dgmag.it

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