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Privacy 2.0, il Garante lancia un concorso nelle scuole

Pizzetti: «Lo scopo è promuovere la cultura della protezione dei dati»

ROMA Rispetto, identità, riservatezza, in una sola parola: privacy. Per sensibilizzare i giovani su questi concetti, il Garante della Privacy ha lanciato un concorso rivolto agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia, «Privacy 2.0-I giovani e le nuove tecnologie», che li porterà a realizzare un cortometraggio di tre minuti scegliendo un aspetto o un fenomeno legati alla protezione dei dati in rapporto alle nuove tecnologie. Al vincitore andrà un premio di cinque mila euro e sarà premiato il 28 gennaio 2012 in occasione della Giornata europea della protezione dei dati.

«Lo scopo del concorso – ha detto il presidente Francesco Pizzetti – è stimolare l’inventiva e, allo stesso tempo, promuovere la cultura della protezione dei dati». I ragazzi, infatti, improvvisandosi registi, dovranno rispettare le norme fondamentali, come il consenso per le persone riprese. I partecipanti, studenti delle classi terze e quarte delle scuole superiori, sono stati estratti a sorte per ogni provincia italiana e avranno tempo fino al 30 ottobre 2011 per realizzare i loro filmati, che saranno sottoposti a una giuria di esperti.

«È un’occasione di alfabetizzazione alla privacy – ha concluso Mauro Paissan, componente del Garante – e, in particolare, all’uso non lesionistico di internet», nell’epoca di Facebook e degli altri social network.

Fonte: http://www.lastampa.it

Sarkozy annuncia un G8 sulla governance di Internet

Il presidente francese convoca i responsabili dei più grandi gruppi mondiali per il 24 e 25 maggio a Parigi. Nell’agenda, il diritto d’autore e il finanziamento del settore culturale, la protezione della privacy, il cloud computing, la sicurezza della rete
PARIGI – I suoi rapporti con Internet non sono stati sempre facili. Eppure Nicolas Sarkozy ha deciso di consacrare un G8 speciale a Internet, per discutere di molti dei temi che riguardano la Rete e che
ormai occupano l’agenda politica dei governi. Il vertice si terrà il 24 e 25 maggio a Parigi. Sono stati invitati i responsabili più grandi gruppi mondiali. Tra gli ospiti, ci saranno Eric Schmidt (Google), Jimmy Wales (Wikipedia), Jack Ma (Alibaba), Bill Gates, Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Facebook).  Parteciperanno ovviamente anche i rappresentati delle società francesi, come Xavier Niel (Iliad Free),
Jacques-Antoine Granjon (Vente-privée), Marc Simoncini (Meetic). Sarkozy, che quest’anno ha la presidenza di turno del G8 e del G20, vuole discutere temi come il diritto d’autore e il finanziamento del settore culturale, la protezione della privacy, il cloud computing, la sicurezza del web.

Il leader francese aveva annunciato l’idea di un G8 dedicato a Internet nel dicembre scorso, poco dopo la diffusione dei cablogrammi di Wikileaks. Il presidente francese è stato spesso oggetto di dure critiche nel mondo del web, soprattutto dopo l’approvazione della legge Hadopi, che sanziona il download illegale di musica e film. L’Eliseo ha una squadra che si occupa soltanto di nuove tecnologie e due mesi fa, Sarkozy aveva invitato a pranzo con alcuni blogger per spiegare che Internet non può continuare a essere una terra di nessuno e ha bisogno di una nuova “governance mondiale”. Proprio
in questi giorni il ministro Eric Besson è andato a illustrare gli obiettivi del vertice di Parigi nella Silicon Valley, con visite alle sedi di Twitter,  Facebook, Google et Intel. Besson, titolare dell’Industria, s’incontrerà anche con Aneesh Chopra, il consigliere di Barack Obama per le nuove tecnologie. Qualsiasi siano le intenzioni, il summit di Parigi voluto dal presidente francese rischia di sollevare nuove ironie e critiche dal popolo della Rete.

Fonte: http://www.repubblica.it

E l’e-mail perse il trattino prossima vittima: “Internet”

ROMA – Se avevate un dubbio, da oggi non l’avrete più: “Email”, posta elettronica, si scrive così, senza trattino. Non più “E-mail” o “e-mail”, ma un nuova parola, coniata dall’aggiornamento dello Style Book dell’Associated Press, un manuale di scrittura con delle linee guida che i giornalisti interni sono tenuti a rispettare. Se ne esistesse uno analogo in Italia, potremmo sapere una volta per tutte se scrivere “centro-sinistra” o “centrosinistra”, ma questo è un problema politico su cui si sono divisi, forse invano, gli addetti ai lavori.

Esperanto digitale. Nelle nuove modifiche introdotte nell’edizione 2011 del manuale c’è quindi l’abbandono del trattino dell’email, insieme a quello di smart-phone e cell-phone, che diventano ora smartphone e cellphone. Ma è la scelta di virare su “Email” a catturare il momento linguistico, con una parola universale che è entrata nel tessuto lessicale di tutto il mondo, una delle più azzeccate sintesi fonetiche della globalizzazione. In tutto il pianeta un’email è un’email, come gli hamburger multinazionali e una Coca cola. E come stanno diventando i social network e le ‘app’ per smartphone.

Attenzione perché le direttive dell’Ap non sono automaticamente neologismi o cambiamenti ufficiali della sintassi, ma solo di un codice autodefinito: si potrà continuare tranquillamente a scrivere “E-mail” senza paura di commettere errori di ortografia
o di essere redarguiti dal capo. A meno che non si lavori all’Associated Press.  Sono modifiche al linguaggio che però viaggiano verso la sintesi a livello mondiale, avvicinando pian piano la parola al simbolo e al concetto dell’icona.

La prossima vittima. Altre mutazioni lessicali arriveranno senza dubbio il prossimo anno. L’esplosione dei social network ad esempio richiede termini semplici per indicare che qualcuno ha cliccato “mi piace” su Facebook. Attualmente, ci vuole un’intera frase. Ma potrebbe arrivare un vocabolo che riassuma in poche lettere l’azione del premere il “Like button”: ci permettiamo di suggerire “cLiked”. C’è poi da fare chiarezza sulle coniugazioni dei verbi al passato per indicare azioni su Twitter: è giusto dire “twitted” oppure “twittered”? E bisognerà intervenire anche sul nome proprio del web. Che al momento molti scrivono in maiuscolo, “Internet”, e altrettanti in minuscolo, “internet”. Per correttezza, trattandosi di uno strumento, andrebbe in minuscolo. Ma essendo un riferimento così preciso e globale, forse l’Ap deciderà per il maiuscolo.

L’elisione del trattino è stata annunciata nell’ambito dell’edizione 2011 dell’Aces, un workshop statunitense 1 dedicato ai correttori di bozze e agli “editor”. Strano che Ap abbia deciso di concentrarsi “ufficialmente” solo su tre parole, mentre il dubbio rimane su molte altre. E-book o Ebook? E-learning, Elearning o elearning? Il dibattito è aperto. Lo scorso anno, al posto delle elisioni Ap ha suggerito una contrazione, eliminando uno spazio: per indicare un sito web, il bravo correttore di bozze dovrà scrivere “website” e non più “web site”.

Sono piccole correzioni che col tempo sedimentano nel linguaggio, assurgendo all’ufficialità di parola. Vocaboli necessari quando si ha a che fare con la tecnologia, perché i concetti e le invenzioni diventano strumenti quotidiani: staccare la “E” di email per indicare che si parla di posta elettronica, non ha più senso in un mondo in cui il digitale comanda su tutto. E quindi “Email” è solo una variazione della consueta “mail”, una categoria in più associata al concetto di “posta”. In italiano però si dovrà ancora scrivere “posta elettronica”, unire le due parole sarà sempre errore blu.

Fonte: http://www.repubblica.it

Alto gradimento per i domini “.it” piacciono anche all’estero

ROMA Per l’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr), che gestisce il Registro nazionale dei domini «.it», il 2010 sarà ricordato come l’anno del sincrono, la nuova modalità che consente l’attivazione dei domini italiani in poche ore e che ha fatto salire esponenzialmente la media di registrazione. «Da 28.000 a oltre 36.000 nuovi domini al mese» spiega Domenico Laforenza direttore dell’Iit-Cnr.
«Al 31 dicembre 2010 -afferma Laforenza- erano state fatte 442.000 nuove registrazioni a fronte delle 339.343 del 2009 (+30%) e delle 303.757 del 2008 (+50%). Se per raggiungere il primo milione di domini «.it» sono stati necessari diciassette anni, il secondo milione ne ha richiesti solo cinque, grazie all’introduzione del nuovo e più semplice sistema di registrazione introdotto il 28 settembre 2009». Il passaggio alla nuova modalità è stato sostenuto da una campagna promozionale a livello nazionale, affidata all’agenzia Light.

«La copertura su quotidiani e periodici è durata dall’ottobre 2009 ad aprile 2010 e quella su Internet dal settembre all’ottobre 2010» dice Anna Vaccarelli, responsabile Relazioni esterne, media e comunicazione del Registro «.it». «Dalla valutazione ex-post dell’efficacia, effettuata dall’istituto di ricerca Pragma Srl, -continua Vaccarelli- risulta che la conoscenza del Registro è cresciuta dal 20,7 al 48% e in parallelo è aumentata la propensione a dotarsi di un dominio «.it» ed è migliorata la reazione positiva verso il Registro stesso e verso il Cnr, ritenuto un gestore affidabile, competente e noto». Ed il gradimento del «.it» è aumentato anche fra gli stranieri. «I domini italiani registrati dall’estero sono cresciuti di oltre il 20 per cento» aggiunge Maurizio Martinelli, responsabile dell’Unità Sistemi e Sviluppo del Registro.it.

Fonte: http://www.lastampa.it

Varate le regole per le pubbliche amministrazioni online

Solo informazioni indispensabili. Tecnologia contro le manipolazioni

ROMA Online solo informazioni personali indispensabili. Tempi congrui di permanenza in rete. Misure tecnologiche contro manipolazione e duplicazione massiva dei file. Cautele nel consentire la reperibilità dei dati attraverso motori di ricerca esterni ai siti. Il Garante per la protezione dei dati personali ha fissato le regole in base alle quali le pubbliche amministrazioni possono diffondere on line atti e documenti amministrativi contenenti dati personali senza ledere la riservatezza di cittadini e dipendenti e rispettare i principi stabiliti dalla normativa sulla privacy.

Le “Linee guida” appena varate dall’Autorità definiscono un primo quadro unitario di misure e accorgimenti che la P.a. deve adottare sia nel caso che la pubblicazione on line sia effettuata a fini di trasparenza dell’attività amministrativa, di pubblicità degli atti o di consultazione da parte di singoli soggetti. Il provvedimento, frutto di un complesso lavoro istruttorio, tiene conto anche delle osservazioni pervenute da diverse amministrazioni pubbliche, enti locali e associazioni di consumatori nell’ambito della consultazione avviata nei mesi scorsi dal Garante.

Queste in sintesi le principali indicazioni contenute nelle Linee guida: le amministrazioni pubbliche possono mettere in rete atti o documenti contenenti dati personali solo sulla base di una norma di legge e di regolamento che lo preveda e devono rispettare i principi di necessità, proporzionalità e pertinenza. Rimane fermo il generale divieto di diffondere dati sulla salute.

Contro i rischi di cancellazioni, modifiche, estrapolazioni delle informazioni presenti on line devono essere adottate adeguate misure tecnologiche. La reperibilità dei documenti deve essere, se possibile, assicurata attraverso motori di ricerca interni al sito della singola amministrazione e limitando l’indicizzazione dei documenti da parte dei motori di ricerca esterni. L’uso di motori di ricerca interni consente infatti di garantire un accesso coerente con la finalità per la quale i dati sono stati resi pubblici ed evita il rischio di manipolazione e di “decontestualizzazione” dei dati, cioè la estrapolazione arbitraria che rende incontrollabile il loro uso.

I dati devono comunque rimanere disponibili soltanto per il tempo previsto dalle norme di settore. In mancanza di queste, le pubbliche amministrazioni devono individuare congrui limiti temporali oltre i quali i documenti devono essere rimossi. Infine, contro i rischi di riproduzione e riutilizzo dei file contenenti dati personali, devono essere installati software e sistemi di alert che consentono di riconoscere e segnalare accessi anomali al fine di mettere in atto adeguate contromisure.

Fonte: http://www.lastampa.it

L’ottantotto per cento degli italiani vorrebbe telelavorare

Milano, 4 apr. (Adnkronos) – L’88% degli italiani vorrebbe telelavorare anche se 3 su 4 non l’ha mai fatto. E’ quanto emerge da un’indagine di Duepuntozero per Manageritalia a fine marzo via web su un campione di 385 intervistati e presentata oggi a Milano. “Ci sono tutte le premesse -dice Guido Carella, presidente di Manageritalia- perche’ il telelavoro possa diventare il ‘cavallo di troia’ per imprimere un forte cambiamento al mondo del lavoro: aumentare produttivita’ e competitivita’, rendere il lavoro piu’ piacevole e migliorare la conciliazione con la vita privata”. Un salto culturale, spiega, “che i dirigenti auspicano e che dovra’ partire proprio dalla capacita’ loro e di tutto il sistema di lavorare sempre piu’ per obiettivi, valutare le persone non sul controllo fisico, ma sui risultati raggiunti e quindi valorizzare il merito”. Dallo studio di Manageritalia emerge che solo a un italiano su quattro, il 26%, e’ gia’ successo di lavorare da casa con un pc collegato via internet, percentuale che aumenta di poco per i lavoratori dipendenti, il 33% di loro ha gia’ telelavorato. Pochissimi, pero’, quelli che lo hanno fatto in modo continuativo, solo il 9%, tutta la settimana o almeno un giorno alla settimana.
L’88% degli italiani si dice disposto a telelavorare in futuro. I motivi sono: piu’ tempo per se’ (secondo l’85% dei dipendenti intervistati), si risparmierebbe tempo dedicato agli spostamenti casa lavoro (98%), meno traffico e inquinamento (98%), meno stress per le persone (91%), piu’ autonomia organizzativa (91%), piu’ tempo per la famiglia (88%), un rendimento maggiore e piu’ produttivita’ per l’azienda (71%). Il 43% degli italiani e il 36% dei dipendenti dice anche che telelavorando sarebbe disposto a essere meno pagato. “Non tutti i lavori -spiega Domenico De Masi professore di Sociologia del Lavoro all’Universita’ La Sapienza di Roma- possono essere telelavorati. Il telelavoro riguarda i lavori intellettuali e il 66% degli italiani svolge oggi questo tipo di lavori. Piu’ della meta’ di questa percentuale sono donne quindi il telelavoro riguarda principalmente le donne”.

De Masi spiega di non essere d’accordo con la richiesta, da parte delle aziende, di sgravi fiscali per introdurre il telelavoro. “Perche’ -dice- chiedere sgravi fiscali per introdurre il telelavoro, le aziende ci guadagnano dall’introduzione del telelavoro”. Ma non solo, da una ricerca svolta a febbraio da AstraRicerche per Manageritalia su un campione di 1.902 dirigenti emerge che il telelavoro e’ utilizzato in circa un terzo delle aziende e a detta dei manager che lo applicano ha portato notevoli vantaggi in termini di aumento della produttivita’ (55,7%). Gli svantaggi? Minore interazione con i colleghi (63,7%), minor controllo del collaboratore (55,7%) e minore identificazione con l’azienda (43,4%). Ma chi lo conosce e lo usa e cosi entusiasta che il 69,3% pensa di aumentare nei prossimi anni il numero di collaboratori che telelavorano.

Fonte: http://www.adnkronos.com

Il Colosseo e altri patrimoni dell’umanità ora si esplorano con Google Street View.

Il Colosseo e altri patrimoni dell’umanità ora si esplorano con Google Street View.
Per scattare le immagini Google ha messo in campo il suo trike: è una sorta di triciclo che ha esplorato in modo non invasivo monumenti e piazze, senza rischiare di danneggiare il delicato equilibrio dell’ambiente circostante con emissioni di anidride carbonica. È adatto ai percorsi che non sono autorizzati per le automobili. Pesa 113 chilogrammi e ha una lunghezza di 2,7 metri: la macchina fotografica è installata su un’asta alta poco più di due metri. Per avanzare con le pedalate sono stati assunti anche atleti, a causa del peso del trike.

Gli archeologi utilizzano da tempo le mappe di Street View e il mappamondo tridimensionale di Google Earth. Di recente il Global Heritage Found ha progettato una cartina digitale integrata le fotografie degli scavi nelle aree monumentali a rischio nei paesi in via di sviluppo: è un’occasione per vedere i lavori sul campo, spesso inaccessibili al pubblico. E avere in questo modo una percezione più diretta dell’impegno sul territorio per preservare la memoria dell’umanità.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

Apple conferma: dal 25 marzo l’iPad 2 in Italia

Prezzi leggermente più bassi della prima versione

Contrariamente a quanto si temeva, stavolta Steve Jobs è riuscito a tener fede alla sua parola: Apple ha annunciato oggi che iPad 2 sarà in vendita in 25 nazioni, tra cui l’Italia, questo venerdì, 25 Marzo. iPad 2 sarà disponibile presso i retail store Apple e presso rivenditori autorizzati Apple selezionati alle 17 ora locale, e online attraverso l’Apple Store a partire dall’1 del mattino. La seconda versione del tablet Apple è stata lanciata negli Usa due settimane fa, e ancora ci sono lunghe code di acquirenti in attesa nei principali negozi Apple.

“Mentre la concorrenza sta ancora cercando di raggiungere il nostro primo iPad, abbiamo nuovamente cambiato le regole del gioco con iPad 2,” ha affermato Steve Jobs, CEO di Apple. “Stiamo riscontrando un’incredibile domanda di iPad 2 negli Stat Uniti, e i clienti in tutto il mondo ci dicono di non vedere l’ora di averlo fra le mani. Apprezziamo la pazienza di tutti e stiamo lavorando duro per produrre abbastanza iPad per tutti”.

iPad 2 presenta un design rinnovato, più sottile del 33 percento e fino al 15 percento più leggero rispetto all’iPad originale, pur conservando lo stesso strepitoso schermo LCD retroilluminato LED da 9,7 pollici. iPad 2 include il nuovo processore dual-core A5 di Apple per prestazioni ultraveloci e grafica eccezionale, e integra ora due videocamere, una VGA anteriore per FaceTime e Photo Booth e una posteriore per girare video a 720p: per la prima volta anche gli utenti iPad potranno godere dell’innovativa funzione FaceTime. Pur essendo più sottile, leggero, veloce e ricco di nuove funzioni, iPad 2 continua a garantire l’autonomia della batteria fino a 10 ore che gli utenti si aspettano da questo dispositivo.

Prezzi e disponibilità
iPad 2 con Wi-Fi sarà in vendita a un prezzo suggerito di €479,00 IVA e tasse incluse per il modello 16GB, €579,00 IVA per il modello 32GB, €679,00 per il modello 64GB. iPad 2 con Wi-Fi + 3G sarà disponibile ad un prezzo suggerito di €599,00 IVA e tasse incluse per il modello 16GB, €699,00 per il modello 32GB e €799,00 per il modello 64GB. Prezzi, come si vede, leggermente inferiori a quelli del modello precedente, visto il  tasso di cambio euro-dollaro più favorevole rispetto allo scorso anno.

La Smart Cover per iPad è disponibile in un’ampia gamma di colori, in poliuretano a €39 IVA inclusa o in pelle a €69 IVA inclusa.

Fonte: http://www.lastampa.it

La Francia multa Google per Street View

L’autorità per la privacy francese ha inflitto una multa record da 100 mila euro a Google per il servizio Street View, che consente visite panoramiche delle strade cittadine, attraverso Google Maps e Google Earth. «È una multa record – spiega al quotidiano  Le Parisien Yann Padova, responsabile della tutela della privacy in Francia – da quando abbiamo ottenuto nel 2004 il potere di imporre sanzioni».

In Europa il sevizio Street View di Google ha sollevato numerose accuse di violazione della privacy da quando è stato introdotto nel 2007. La stessa Google nel 2010 ha ammesso che le sue auto equipaggiate per catturare le immagini che poi consentono le visite panoramiche online hanno inavvertitamente catturato dati privati riguardanti Wi-Fi, password ed e-mail.

In pratica il servizio Street View si appoggia alle reti Wi Fi e finisce per intercettare il traffico che passa per quella rete. La Cnil francese ha detto che Google si era impegnata a cancellare questo tipo di dati, ma in realtà non l’ha fatto. L’autorità ha quindi disposto la multa considerando una «raccolta ingiusta» di informazioni l’attività d Street View. Google ha rinnovato le sue scuse per questa raccolta di dati privati.

Fonte: http://www.lastampa.it

Google contro la Cina su Gmail

Per Mountain View il governo di Pechino sta rallentando e bloccando il servizio di posta elettronica su web.

Nelle ultimo settimane utenti internet in Cina hanno riportato grosse difficoltà con Gmail segnalando su diversi microblog che il servizio di posta elettronica è lento o inaccessibile. Google afferma che la responsabilità è da imputare al governo di Pechino. “Sul nostro fronte non ci sono problemi tecnici. Abbiamo controllato in modo esteso”, dichiara un portavoce di Google. “Questo è un blocco governativo attentamente progettato per farlo sembrare un problema di Gmail”.

I recenti problemi di accesso non sono categorizzati come interruzioni significative da parte dei report di Google sul traffico, questo probabilmente perché sono intermittenti e men dettagliati.
Il bloc di Gmail coincide con i recenti sforzi cinesi di sopprimere qualsiasi citazione della cosiddetta “Jasmine Revolution” avviata come campagna online richiedente proteste contro il governo locale.

Gmail ha già registrato problemi in Cina in passato. A gennaio 2010 ad esempio Google aveva detto che un attacco originato dalla Cina aveva tentato di infiltrarsi e accedere ad account di posta di attivisti cinesi per i diritti umani.

Gli attuali problemi di accesso si aggiungono a una crescente lista di prodotti Google bloccati totalmente o parzialmente nel Paese. Ad esempio gli utenti  non possono più accedere a YouTube o Blogger e anche Google Maps sarà limitato se non verranno risolti questioni di licenze entro luglio.

Fonte: http://www.cwi.it

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