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Categoria: Tecnologia Pagina 18 di 33

Apple conferma: dal 25 marzo l’iPad 2 in Italia

Prezzi leggermente più bassi della prima versione

Contrariamente a quanto si temeva, stavolta Steve Jobs è riuscito a tener fede alla sua parola: Apple ha annunciato oggi che iPad 2 sarà in vendita in 25 nazioni, tra cui l’Italia, questo venerdì, 25 Marzo. iPad 2 sarà disponibile presso i retail store Apple e presso rivenditori autorizzati Apple selezionati alle 17 ora locale, e online attraverso l’Apple Store a partire dall’1 del mattino. La seconda versione del tablet Apple è stata lanciata negli Usa due settimane fa, e ancora ci sono lunghe code di acquirenti in attesa nei principali negozi Apple.

“Mentre la concorrenza sta ancora cercando di raggiungere il nostro primo iPad, abbiamo nuovamente cambiato le regole del gioco con iPad 2,” ha affermato Steve Jobs, CEO di Apple. “Stiamo riscontrando un’incredibile domanda di iPad 2 negli Stat Uniti, e i clienti in tutto il mondo ci dicono di non vedere l’ora di averlo fra le mani. Apprezziamo la pazienza di tutti e stiamo lavorando duro per produrre abbastanza iPad per tutti”.

iPad 2 presenta un design rinnovato, più sottile del 33 percento e fino al 15 percento più leggero rispetto all’iPad originale, pur conservando lo stesso strepitoso schermo LCD retroilluminato LED da 9,7 pollici. iPad 2 include il nuovo processore dual-core A5 di Apple per prestazioni ultraveloci e grafica eccezionale, e integra ora due videocamere, una VGA anteriore per FaceTime e Photo Booth e una posteriore per girare video a 720p: per la prima volta anche gli utenti iPad potranno godere dell’innovativa funzione FaceTime. Pur essendo più sottile, leggero, veloce e ricco di nuove funzioni, iPad 2 continua a garantire l’autonomia della batteria fino a 10 ore che gli utenti si aspettano da questo dispositivo.

Prezzi e disponibilità
iPad 2 con Wi-Fi sarà in vendita a un prezzo suggerito di €479,00 IVA e tasse incluse per il modello 16GB, €579,00 IVA per il modello 32GB, €679,00 per il modello 64GB. iPad 2 con Wi-Fi + 3G sarà disponibile ad un prezzo suggerito di €599,00 IVA e tasse incluse per il modello 16GB, €699,00 per il modello 32GB e €799,00 per il modello 64GB. Prezzi, come si vede, leggermente inferiori a quelli del modello precedente, visto il  tasso di cambio euro-dollaro più favorevole rispetto allo scorso anno.

La Smart Cover per iPad è disponibile in un’ampia gamma di colori, in poliuretano a €39 IVA inclusa o in pelle a €69 IVA inclusa.

Fonte: http://www.lastampa.it

Telefonini, palmari e pc l’era del lavoro no-limits

ALL’INIZIO fu il Commodore 64. Poi sono arrivati i cellulari, internet, la banda larga, le mail, i bip-bip dei Blackberry, l’esercito dei tablet, Skype e le teleconferenze. Una manna, garantivano. La chiave hi-tech per liberare dopo millenni l’uomo dalla schiavitù del lavoro consentendogli – come vaticinava John Maynard Keynes – “di dedicargli un massimo di 15 ore alla settimana”. Peccato che non sia andata proprio così: le nuove tecnologie ci hanno consentito di moltiplicare la nostra efficienza per quattro (oggi produciamo in 9 ore quello che nel 1950 si faceva in 40) ma il nostro orario d’ufficio non si è accorciato di un secondo. Anzi: il progresso, con buona pace di Keynes, ci ha portato dritti-dritti tra le braccia della “24-hours economy”, come dicono gli inglesi. Un’era in cui non solo si lavora di più – da metà anni ’70 il tempo passato alla scrivania o in fabbrica ha ripreso ad allungarsi – ma soprattutto non si riesce più a staccare la spina: ogni sera spegniamo il computer, timbriamo il cartellino e rientriamo in famiglia. Ma l’ufficio – complici le meraviglie della tecnica – viene con noi.

Sotto forma di una pioggia di mail, videochiamate, file e documenti da controllare mentre si cambiano i pannolini ai bambini, l’arrosto in forno manda un preoccupante odore di bruciato e il cane, nervosissimo, scodinzola davanti alla porta in attesa della passeggiatina serale.
Benvenuti nel secolo del lavoro senza confini (di tempo). Dell’ufficio virtuale – un uomo, il suo telefono e il suo pc – aperto
ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette. Un mondo dove i paletti tra dovere e piacere sono saltati, così come – spesso – quelli tra giorno e notte. Il tran-tran dell’orario 9-17 è solo un bel ricordo: ci si sveglia compulsando dal letto (per lavoro) la posta elettronica, ci si addormenta cullati dal tenue chiarore di un foglio Excel sull’IPad, per poi alzarsi a metà notte per una teleconferenza con Seattle. Una rivoluzione che poco alla volta sta stravolgendo metabolismo e abitudini di mezzo mondo mettendone a rischio non solo le relazioni sociali ma pure, dicono gli esperti, la salute.

Il primo allarme sulla rivoluzione silenziosa del lavoro no-limits è stato lanciato, non a caso, della Organizzazione mondiale della Sanità. Al mondo, dicono le statistiche dell’International Labor Organization, un dipendente su cinque è impegnato oggi più di 48 ore alla settimana. Uno zoccolo duro cui si è aggiunto adesso l’esercito di stakanovisti costretti da Blackberry & C. a spalmare sulle 24 ore la propria reperibilità professionale. L’Oms ha sottoposto a uno screening scientifico queste categorie di persone e alla fine, dati inconfutabili alla mano, ha inserito il lavoro fuori orario tra le possibili cause di rischio sanitario con un aumento dal 30 all’80% della possibilità di contrarre patologie tumorali.

Per gli esperti si tratta solo di una conferma. Il Giappone – dove la fedeltà e la produttività di un dipendente sono direttamente proporzionali al tempo che passa inchiodato alla scrivania o incollato allo schermo del pc da casa – è stato costretto a coniare un termine ad hoc, karoushi, per definire le morti causate da overdose da lavoro. Diverse grandi aziende hanno pagato indennizzi stratosferici alle famiglie degli impiegati spremuti come limoni e poi stroncati dagli straordinari. E oggi tutti i big della Tokyo Spa, imparata la lezione a colpi di yen, hanno imposto paletti rigidissimi alle ore di lavoro extra, compreso quelle sbrigate a domicilio. Altrove si preferisce prevenire. La Corea – recordman mondiale nel campo con 2.301 ore all’anno di lavoro a testa, il 33% in più dell’Italia – ha molto prosaicamente varato un “procreation day”. Un giorno in cui tutti sono costretti a tornare a casa alle 19 di sera e a non accendere più pc o telefonini fino al mattino seguente. Obiettivo dichiarato: dedicarsi ai piaceri (dimenticati) della vita coniugale e, possibilmente, a mettere in cantiere nuove braccia per l’economia del Paese.

La scienza del resto, parla chiaro: l’uomo (e gli animali) non sono fatti per lavorare 24 ore su 24. I ritmi circadiani del nostro metabolismo sono uno strumento complesso, calibrato con il bilancino: abbiamo almeno un centinaio cicli vitali – dalla temperatura alla produzioni di enzimi fino all’attività cerebrale – legati a filo doppio all’alternanza giorno-notte, con alti e bassi nei loro valori che condizionano di molto la nostra efficienza mentale. Farli saltare, come accade nella 24 hours economy, significa non solo mettere a rischio la salute, ma pure (un argomento che le leggi del capitalismo capiscono molto bene) ridurre drasticamente la produttività.

La Queen Mary University di Londra, nel dubbio, ha provato a testare le capacità al riguardo del più indefesso dei lavoratori del regno animale: le api. Gli scienziati inglesi hanno applicato identificatori radio sul corpo di 1.049 “operaie” di un alveare in Finlandia nell’estate artica, quando tutte le piante sono in fiore e il sole brilla in cielo 24 ore su 24. Risultato: “Malgrado la possibilità di lavorare senza interruzione, gli insetti si ritiravano a riposare nei favi dalle 23 di sera fino alle 8 del mattino – spiega Ralph Stelzer, uno dei coordinatori dell’esperimento – dimostrando che il beneficio del riposo in termini di produzione di miele è superiore a un orario di lavoro allungato sull’intera giornata”. La stessa conclusione cui era arrivato grazie al suo intuito Henry Ford, storico fondatore dell’omonima casa automobilistica americana, il primo tra i grandi tycoon a stelle e strisce a tagliare unilateralmente la durata della giornata lavorativa dei suoi dipendenti: “Se non hanno tempo per divertirsi e consumare chi comprerà mai le nostre macchine?”, diceva. Concetto su cui oggi, a forza di dimostrazioni con algoritmi, concordano persino i cervelloni di Harvard e del Mit.

“Un buon equilibrio tra lavoro, riposo e tempo libero è il segreto di un’economia che funziona”, assicura Jon Messenger dell’Ilo. I numeri confermano: la spagnola Iberdrola ha eliminato due ore di pausa a metà giornata (il corrispondete della vecchia siesta) consentendo ai suoi dipendenti di tornare a casa alle 16 di pomeriggio, registrando un’impennata di produttività e un netto calo dell’assenteismo. La città di Houston ha varato il piano “Flex in the city”, convincendo molte imprese locali a liberalizzare l’orario d’ingresso per ridurre il traffico e facilitare i viaggi dei pendolari. Risultato: ingorghi a picco e un taglio del 58% per lo stress misurato sui lavoratori.
“Non c’è dubbio che il mondo si è globalizzato e che le tecnologie ci consentono e in qualche modo ci costringono a rivedere la flessibilità dei nostri orari”, ammettono alla Ilo. Ci vogliono più negozi aperti anche la notte. Qualche conference call fuori orario va messa in conto. Ma la 24-hours economy, se non altro per puri motivi di salute, “non può diventare la regola”. In fondo gli studi antropologici condotti in questi anni sulle tribù dei Machiguenga, nell’Amazzonia, dimostrano che Keynes, invece che guardare avanti, avrebbe fatto meglio a guardare indietro. I fieri indios peruviani dedicano al lavoro (nel loro caso la caccia) 4 ore e 56 minuti in media al giorno. Poi, felici, pensano solo a se stessi. Nel mezzo della foresta pluviale, per loro fortuna, non c’è campo per il Blackberry.

Fonte: http://www.repubblica.it

A New York l’iPad diventa anche registratore di cassa

L’applicazione ShopKeep permette di fare pagamenti e inventariare la merce

NEW YORK Non solo per l’informazione e per l’intrattenimento, l’iPad diventa anche strumento di lavoro per i negozianti, grazie ad un’applicazione, ShopKeep, che lo trasforma in un registratore di cassa o, con un termine più moderno, un Pos (Point of Sale).

L’idea è nata a Jason Richelson, un rivenditore di vini newyorkese di adozione e originario della Florida. «Era l’estate del 2008 – spiega mentre tiene in mano un iPad e controlla il volume di affari della giornata – ed inspiegabilmente il sistema dei pagamenti del mio negozio è andato in tilt. Nè il mio manager, nè io da lontano siamo riusciti a rimetterlo in funzione. Allora mi sono detto che volevo essere in grado di accedere alla mia attività da lontano semplicemente connettendomi tramite un computer ».

Da lì è nato ShopKeep, sistema che sfrutta l’iPad (o anche l’iPhone) per funzionare. Centinaia di rivendite negli Stati Uniti usano già Square, ma questo sistema «è solo per i pagamenti – spiega Richelson – ShopKeep invece fa anche l’inventario della merce esistente. Inoltre Square ha alle spalle un nome come Jack Dorsey, co-fondatore e presidente di Twitter e un investimento di circa 36 milioni di dollari. ShopKeep invece è partito da me con soli 400mila dollari».

I clienti principali del nuovo sistema sono soprattutto sulla West Coast. Si tratta di caffetterie, pasticcerie, panifici e venditori ambulanti. A New York ShopKeep ha debuttato un paio di mesi fa in una delle caffetterie della Columbia University e in un punto vendita ambulante a Grand Central. Il sistema consente ad un rivenditore di controllare a distanza le vendite da diversi iPad in posti diversi, e abbatte i costi.

Fonte: http://www.lastampa.it

Gli e-books fanno litigare biblioteche ed editori

I “Libri elettronici” sono sempre più diffusi. E’ raro salire su una carrozza della metropolitana di New York all’ora di punta o sedersi in un caffè senza notare qualcuno che legge un e-book. E adesso gli ubiqui libri su schermo stanno facendo litigare gli editori e le biblioteche, divisi da un contenzioso che fino a qualche anno fa non sarebbe potuto esistere. Le biblioteche vogliono trattare i libri elettronici come quelli di carta: una copia, una volta comprata, può essere prestata un numero illimitato di volte. Finora gli editori avevano accettato, ma adesso uno di loro ha rotto i ranghi e aperto una polemica destinata ad avere conseguenze rilevanti.

Harpercollins, una delle principali case editrici d’America, che pubblica tra gli altri anche Sarah Palin, ha infatti modificato le modalità di utilizzo dei propri e-book da parte delle biblioteche. Non più per sempre, ma solo per 26 volte. Poi bisogna comprare una nuova copia elettronica.

Il cambio di rotta di Harpercollins ha suscitato le ire dei bibliotecari, che ritengono le nuove regole ingiuste e promettono di boicottare le pubblicazioni dell’editore. “Vogliamo che nelle nostre raccolte ci siano anche gli e-book, i nostri clienti ne chiedono sempre di più e noi dobbiamo cercare di accontentarli, ma abbiamo anche la necessità di non aumentare in maniera esorbitante i costi”, ha dichiarato Anne Lee, della Free library of Philadelphia, al New York Times. Roberta Stevens, presidente dell’Associazione nazionale delle biblioteche, ha riassunto così: “I bilanci delle biblioteche sono nel migliore dei casi fermi. L’uso degli e-book è in aumento fortissimo. E c’è grave preoccupazione che gli altri editori seguano il modello” di Harpercollins. Harpercollins difende la propria decisione asserendo che l’accordo precedente era vecchio di un decennio, quando gli e-books non erano certo il fenomeno di massa di oggi. Basta pensare che alla New York Public Library, principale biblioteca della città, l’uso di e-book è aumentato del 36 per cento rispetto a solo un anno fa.

Fonte: http://www.repubblica.it

Smau Business sbarca a Roma il 30 e 31 marzo

Il circuito Smau Business Roadshow torna nella capitale il 30 e 31 marzo schierando oltre 90 fornitori di soluzioni ICT tra cui aziende del calibro di Adobe, Canon, Cisco, Dell, Fastweb, HP,IBM, Intel, Miscrosoft, Oracle, Sap e Zucchetti.
Le aziende presenteranno al padiglione 11 della Fiera di Roma le ultime novità tecnologiche tagliate su misura per le Piccole e Medie Imprese e le Pubbliche Amministrazioni del Centro Italia.
L’evento, realizzato in collaborazione con l’Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma presenterà un’area espositiva che proporrà un’ampia offerta di soluzioni tecnologiche per il business e un calendario di oltre 40 appuntamenti formativi che, con il coinvolgimento delle Business School Italiane e di analisti di mercato, cavalcheranno gli ultimi trend tecnologici del momento in grado di aumentare la competitività delle imprese e ridurne i costi interni.
Ecco qualche anticipazione sul calendario degli eventi formativi: la School of Management del Politecnico di Milano, nell’ambito di quattro laboratori della durata di 90 minuti ciascuno, affronterà tematiche d’attualità nel mondo delle nuove tecnologie come la Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione dei Documenti, le più innovative soluzioni di Unified Communication e Collaboration, l’innovazione nell’ attività di Progettazione, e il Cloud Computing e fornirà utili strumenti per calcolare il benefici concreti derivanti dall’adozione di tali tecnologie in azienda.
SDA Bocconi School of Management, invece, punterà l’attenzione sul Project Management e la Business Intelligence attraverso sessioni formative che prevedono la partecipazione di un numero limitato di imprese, ognuna delle quali sarà protagonista di una sessione di assessment personalizzata.
Gartner realizzerà due workshop dedicati al pubblico allargato di manager e decisori aziendali dedicati alle dinamiche di mercato delle spese in tecnologie informatiche da parte delle aziende e alla comunicazione del valore delle tecnologie informatiche al business.

Fonte: http://www.impresacity.it

iPad 2: vendite record negli States

Sono 600mila i tablet venduti da Apple nel primo weekend di disponibilità nei negozi americani

La scena si ripete: migliaia di persone in coda davanti agli Apple Store e alcuni grandi magazzini americani per acquistare l’iPad 2. E, dicono gli analisti, sarà record: 600mila le tavolette magiche che saranno vendute in questo primo weekend di disponibilità.
Si potrebbe dire: iPad 2, doppia voglia. Sì perché, se le stime saranno confermate, significherebbe il doppio di vendite rispetto a quelle del primo iPad nel suo weekend di debutto.

Fiumi di gente in coda come solo Apple sa portare in strada. Lunghi e impazienti come non mai. Anche perché il tablet ormai è un dispositivo dal successo consolidato, non più una scommessa come quella del primo iPad. Anche se già allora si poteva prevedere una facile diffusione della tavoletta di Apple, oggi dubbi non ce ne sono: è l’oggetto del desiderio, quello che tutte le aziende di tecnologia mobile stanno cercando di copiare con più o meno fortuna.

In più quest’anno Apple ha spiazzato tutti proponendo iPad 2 allo stesso prezzo (da 499 dollari) cui era in vendita fino a qualche giorno fa il suo predecessore: per moltissimi, un motivo in più per scendere in strada a comprarlo. Già ma perché mettersi in coda per ore? Il rischio che in tanti vogliono evitare è che la tavoletta si esaurisca e che poi occorra aspettare per averla.

L’iPad 2 è atteso in Italia il prossimo venerdì 25 marzo. Chissà se anche da noi vedremo gente in coda per averlo.

Fonte: http://www.cellularemagazine.it

Steve Jobs presenta l’iPad2

Non poteva certo mancare. Steve Jobs, nonostante le precarie condizioni di salute non ha voluto perdersi la presentazione al mondo intero dell’iPad2.

Eccolo quindi, maglietta nera d’ordinanza e volto scavato, fare la sua apparizione dal palco dello Yerba Buena Center. “Il 2011 sarà l’anno dell’iPad2, ha dichiarato, e non potevo certo perdermi il suo lancio, visto quanto ci abbiamo lavorato!”
Rinfrancato dall’ovazione dei presenti, Jobs ha preseguito: “Il primo iPad ha avuto un grandissimo successo ma, se ci fossimo seduti sugli allori, avremmo sicuramente avvantaggiato la concorrenza. Per questo l’iPad2 è stato completamente rivisto, nel design e nella sostanza”.
Questa innovazione si traduce in uno spessore
ultrasottile (8,8 millimetri contro i 13,4 del precedente), un peso ulteriormente limato verso il basso (590 grammi, ben 90 in meno) e un’esperienza d’utilizzo ancora più naturale e fluida.

Ci sono le tanto agognate (dai fans) due fotocamere (per utilizzare Facetime ma anche per registrare video in HD), il processore dual core A5 è ancora più potente e gestisce senza affanni browser e applicazioni varie.

Insomma, come insegna l’iPhone, nessuno stravolgimento ma una studiata attenzione a colmare le (poche) lacune del predecessore.

Ma il successo della nuova tavoletta sarà strettamente legato alle applicazioni che vi gireranno. Ecco perché Jobs si sofferma, ad esempio, su iMovie “che permette di montare un video girato in alta definizione e poi condividerlo con un tocco con gli amici”.

A chiudere il cerchio, Jobs ha mostrato una custodia magnetica, in vari colori, che protegge l’iPad2 ma, allo stesso tempo, consente di posizionarlo così da fruire più agevolmente dei contenuti multimediali e un cavo per collegare la tavoletta al televisore via Hdmi e visualizzare i filmati in HD. Insomma niente che non facciano anche i tablet della concorrenza, ma Jobs riesce a trasformare in un evento anche la presentazione di un cavo Hdmi!

L’iPad2 sarà lanciato negli Stati Uniti tra meno di dieci giorni (l’11 marzo) con prezzi immutati rispetto al precedente (che non sarà più prodotto) e dunque a partire da 499 dollari. L’attesa per noi italiani sarà davvero breve perché l’iPad2 raggiungerà le nostre coste il 25 marzo.

Scommettiamo che sarà un successo annunciato?

Fonte: http://www.cellularemagazine.it

Cresce l’attesa, è il giorno dell’iPad 2: giallo sulla presenza di Steve Jobs

WASHINGTON – Prende sempre più corpo, in seno alla stampa specializzata americana, l’ipotesi di una presenza di Steve Jobs, il numero uno della Apple in pausa malattia, all’evento in calendario oggi (alle 10:00 ora locale, 19 ora italiana) a San Francisco, al quale è atteso il lancio dell’iPad 2, la tavoletta di seconda generazione della casa di Cupertino.

Lo scrive per esempio il sito ‘All Things Digital’ del Wall Street Journal, che fa capo a Walt Mossberg, considerato il guru della stampa tecnologica americana.

Si moltiplicano infine le indiscrezioni, vere o presunte, sull’iPad 2. C’è chi scrive che il modello di domani, telecamerina esclusa che tutti danno per scontata, sarà in realta poco diverso rispetto a quello attuale. Il vero nuovo iPad, a questo punto il numero 3, verrebbe presentato soltanto a settembre. Un’altra voce parla infine di un mini iPad da 7 pollici accanto a quello da 10 pollici, per fare concorrenza diretta alle tavolette della Samsung e della BlackBerry, attesa nelle prossime settimane.

È una voce inverificabile e secondo alcuni esperti totalmente falsa, perchè Jobs ha sempre detto che sotto ai 10 pollici di schermo la tavoletta diventa troppo piccola ed inutile.

Fonte: http://www.ilmattino.it

EDITORIA: A RIMINI 3-5 MARZO PRIMA KERMESSE ITALIANA SU ‘EBOOK’

– Roma – Dal 3 al 5 marzo a Rimini si svolgera’ Ebook Lab Italia, la prima mostra-convegno per tutti i professionisti dell’editoria digitale sul mercato italiano, con il titolo “Il futuro dei libri, i libri del futuro”. All’appuntamento, di cui main sponsor sono Asus e T-Page, si ritroveranno produttori hardware e librai, la grande distribuzione  e gli editori, gli sviluppatori di software dedicato assieme agli autori e ai loro agenti, tutti investiti dalla rivoluzione digitale e chiamati a reinventare un settore importante dell’industria culturale e a cogliere tutte le nuove opportunita’ offerte dalla tecnologia.    L’evento si caratterizza per una nutrita serie di seminari e laboratori, sul modello dei due eventi di maggior impatto per il settore sulla scena USA: “Tools of Change” e il “Digital Book World”. La giornata inaugurale prevede gli interventi di Gino Roncaglia (Universita’ della Tuscia) e Cristina Mussinelli di AIE (Associazione Italiana Editori) sul futuro e i mercati internazionali dell’ebook; mentre Riccardo Cavallero, direttore generale Libri Trade Mondadori, raccontera’ come si vendono gli ebook nel nostro paese. “Come cambia la narrazione, come cambia la lettura” e’ il tema dell’incontro con Marino Sinibaldi, direttore di Radio Tre, e lo scrittore Piotr Kowalczyk parlera’ di “Self-publishing”, in particolare di un fenomeno come i “romanzi per cellulare”. La grande distribuzione sara’ invece al centro del convegno con Maurizio Motta, direttore generale di MediaWorld; Mauro Zerbini, amministratore delegato di IBS.it; e Ferdinando Mantovani, direttore de LaFeltrinelli.it. Venerdi’ 4 marzo Ebook Lab Italia ospitera’ Sanford Forte, former director di Flat World Knowledge, uno dei casi piu’ citati nell’editoria scolastica, caratterizzato da testi con licenza Creative Commons che il professore puo’ smontare e integrare a suo piacimento. Sui modelli di business per quotidiani e periodici digitali interverra’ Paola Dubini dell’Universita’ Bocconi di Milano, chiamata a dare un quadro scientifico di una situazione in continua evoluzione. Di bellezza estetica degli ebook discuteranno Enrico Tallone e Matteo Balocco, esperto di interfacce e usabilita’. Significative anche le presenze dal mondo dei produttori di hardware: Michael Dahan, ceo di Booken; Antonio Bosio di Samsung Italia e Alessandro Salsi di Asus si confronteranno sulle “Visioni sul futuro dei dispositivi di lettura”. Curiosita’ per l’intervento di Alessandro Bottoni, segretario del Partito Pirata, che spieghera’ i sistemi di protezione dei contenuti, dal punto di vista di un “pirata informatico”. Sabato, nella giornata di chiusura, saranno presenti Max Whitby, ceo di Touch Press, casa editrice nata per produrre opere esclusivamente digitali, e poi Leonardo Chiariglione di Cedeo, che parlera’ della possibile adozione di nuovi sistemi di micro transazioni sul mercato. Giovanni Biondi, capo dipartimento per la programmazione al ministero  dell’Istruzione, fara’ il punto sul futuro dei libri di testo, tra mercato e tecnologia.

Fonte: http://www.agi.it

Tablet, Motorola debutta sul mercato con Xoom

NEW YORK
Dopo mesi di monopolio totale di Apple, la guerra tra tablet si fa seria. Esce oggi sul mercato il Motorola Xoom, il primo vero concorrente dell’iPad. Secondo gli esperti, Xoom è l’unico in grado di dar fastidio al colosso informatico di Cupertino, grazie a una nuova versione del sistema operativo studiato da Google Honeycomb, per la prima volta applicato a un tablet.

Come l’iPad, Xoom ha uno schermo da 10 pollici, ha circa lo stesso spessore e peso anche se è più stretto e più lungo, ha molte applicazioni, più simili a un computer che a uno smartphone e ha un processore più potente dell’iPad di prima generazione. Ha sia una telecamera posteriore che anteriore, a differenza del prodotto firmato Apple, migliori altoparlanti e una risoluzione superiore dello schermo.

Sfortunatamente per i consumatori alla ricerca di alternative all’iPad, Xoom ha un tallone d’Achille: il prezzo. Mentre l’iPad è disponibile in una gamma di modelli a partire da 499 dollari fino a 829 – senza dover stipulare nessun contratto – l’ultimo nato Motorola costa 800 dollari, prezzo base.

Fonte: http://www.lastampa.it

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