Il problema non nasce certo con Internet: i bambini davanti allo schermo vedono e ascoltano cose che spesso non capiscono e che in alcuni casi possono non essere adatte alla loro giovane età. Con la diffusione della Rete e dei dispositivi mobili connessi l’esposizione a contenuti di ogni genere è aumentata esponenzialmente. Basti pensare che in Italia il 62% dei bambini ha un telefono cellulare e il 17% si abitua allo schermo tascabile prima dei 7 anni (fonte Eurispes). Di questi piccoli utenti mobili il 32% è solito connettersi a Youtube. Senza dimenticare che anche i tradizionali televisori vengono sempre più spesso utilizzati per accedere a materiale presente in Rete. Nel nostro Paese le smart tv dovrebbero toccare quota 12 milioni, secondo le stime del Politecnico di Milano. Questa tendenza globale, destinata ad aumentare con la penetrazione dei dispositivi, sta convincendo proprio Youtube a lanciare una sezione del portale per i minori di 10 anni.
I ricordi dimenticati come si possono recuperare? Con l’aiuto di foto o filmati, di racconti di persone con le quali li abbiamo condivisi o ancora concentrandosi e rilassandosi provando a entrare nel nostro io più profondo. Ma se abbiamo subito un trauma al cervello è praticamente impossibile andare a “restaurare” ciò che è andato danneggiato a livello fisico. Eppure, dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), si sta studiando uno speciale tipo di impianto cerebrale a diretto contatto con il cervello che funziona come una sorta di sistema di backup. Chiamato RAM (Restoring Active Memory), una volta installato può andare a registrare i ricordi e a re-immetterli in caso di danno. Ok tutto molto bello, ma siamo solo a livello concettuale, quando sarà messo in pratica?
Una tassa sugli smartphone. È questa la proposta di Siae e Confindustria Cultura al ministro Dario Franceschini, destinato a incontrare lunedì 10 marzo il cantautore Gino Paoli, presidente della Siae.
Dopo le dimissioni del governo Letta, il decreto che aggiorna il «compenso della copia privata di contenuti acquistati legalmente» è rimasto fermo, ma ora è stato chiesto al ministero della Cultura di approvarlo.
Come si legge su Repubblica, il presupposto del pagamento è che chi acquista determinati strumenti tecnologici (dagli smartphone ai tablet e le chiavette Usb) utilizzandoli compirà prima o poi una violazione del diritto d’autore, scaricando illegalmente musica o video.
Quali sono le dimensioni ideali per le immagini su Facebook? Ecco come ottenere foto di copertina, post e profilo nitide e proporzionate.
Avete pubblicato un’immagine sul vostro profilo o pagina di Facebook e questa appare distorta e sgranata? Probabilmente le dimensioni non sono quelle ideali, e il social network ha adattato automaticamente la vostra foto al layout, modificandone le proporzioni.
Il cognitive computing è la tecnologia che in futuro ci consentirà di interagire con i computer in modo molto più immediato e naturale di oggi, praticamente “parlando” con le macchine e sfruttando la loro capacità di imparare dall’esperienza. I vantaggi principali si avranno i tutti quei campi dove è necessario elaborare grandi quantità di dati, disponibili possibilmente in formati non omogenei tra loro e dunque difficilmente “digeribili” dalle applicazioni informatiche tradizionali.
Le statistiche etichettano impietosamente l’Italia come regione retrograda. L’esigua percentuale di connazionali che utilizza Internet è sconfortante ed è lo specchio di un fin troppo palpabile analfabetismo digitale. Un recentissimo rapporto d’oltreoceano, però, ci mette in allarme. Se non ci impegniamo ad essere sempre più asini, rischiamo di farci strappare uno dei pochi primati che ancora possiamo vantare nel vergognoso palmares del Belpaese.
Sequestrati 46 domini tra portali di link a contenuti in violazione del diritto d’autore, motori di ricerca torrent e siti di streaming
La Guardia di Finanza, su ordine del Giudice per le indagini preliminari (Gip) di Roma e su richiesta della procura della Capitale, ha sequestrato quarantasei domini che agivano come raccoglitori di link a contenuti pirata, fruibili in streaming, con il download diretto o a mezzo torrent.
L’opinione dei medici sui presunti rischi da onde elettromagnetiche: «Esporsi per 24 ore equivale a una telefonata di 20 minuti sul cellulare. E neanche questo è dimostrato essere dannoso»
«Se davvero le onde wi-fi facessero male, allora dovremmo smettere di usare anche radiosveglia e televisore. Entrambi ricevono onde radio più potenti, perché le emittenti sono molto lontane e quindi è necessaria una forza estremamente maggiore».
Quasi 1 su 4 promuove la tecnologia nella vita di tutti i giorni.
Al primo posto ci sono i viaggi, poi la natura e dopo la musica. A conferma che navigatori e poeti abbondano tra gli italiani. Poi c’è la cucina, ma la tecnologia sta velocemente scalando la classifica delle passioni. In quella generale è al sesto posto, ma se si considera solo la parte maschile di questo universo, la tecnologia sale al 3° posto (33,9%), mentre per i giovani (19-29 anni) la tecnologia è addirittura la passione numero uno (51,8%). Destinata a cambiare profondamente le abitudini degli italiani. I dispositivi Hi-tech sono impiegati “nella vita di tutti i giorni” dal 91% del campione e il trend è verso un utilizzo sempre più capillare, se si pensa che il 64,3% indica che nel prossimo futuro la tecnologia per la cura del sé sarà ancora più diffusa nell’area salute, il 18% pensa che acquisterà più rilevanza nel settore benessere e quasi il 10% crede che sarà più usata per l’igiene e la bellezza.
Si chiama Pheme e promette di rendere la vita difficile
a tutti i Pinocchi che cinguettano in 140 caratteri
– Su Internet e sui social network viene riversata una mole incredibile di informazioni che a volte non sono vere e procurano anche allarmi se diventano virali. Spesso alcune notizie si scremano col buon senso e con le verifiche, soprattutto nel lavoro giornalistico, ma ora arriva uno strumento che aiuta a scovare le bugie su Twitter. Si chiama Pheme ed è un software a cui stanno lavorando ricercatori europei capeggiati dall’università di Sheffield.