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News dal mondo WhatsApp!

Sta per essere lanciato un nuovo aggiornamento dell’app WhatsApp che permetterà di fare videochiamate fino a 8 partecipanti!

La Siae preme per la tassa sugli smartphone

SIAE_LogoUna tassa sugli smartphone. È questa la proposta di Siae e Confindustria Cultura al ministro Dario Franceschini, destinato a incontrare lunedì 10 marzo il cantautore Gino Paoli, presidente della Siae.
Dopo le dimissioni del governo Letta, il decreto che aggiorna il «compenso della copia privata di contenuti acquistati legalmente» è rimasto fermo, ma ora è stato chiesto al ministero della Cultura di approvarlo.
Come si legge su Repubblica, il presupposto del pagamento è che chi acquista determinati strumenti tecnologici (dagli smartphone ai tablet e le chiavette Usb) utilizzandoli compirà prima o poi una violazione del diritto d’autore, scaricando illegalmente musica o video.

Twitter record foto Oscar 2014: selfie attori Ellen DeGeneres boom retweet

BBBIncredibile record per una foto pubblicata su Twitter direttamente dalla notte degli Oscar 2014.
L’autoscatto nel quale sono stati immortalati alcune delle star protagoniste della serata ha infatti letteralmente frantumato qualsiasi primato di “popolarità” precedentemente realizzato sul sito di microblogging.

Social media e Playstation: il vangelo natalizio è sempre più digitale

digitale-smartphone-cellulari-120725133032_mediumGrazie alla benedizione delle nuove tecnologie possiamo esprimere gioia e gratitudine per il grande piano di Dio per i suoi figli in un modo che può essere udito…in tutto il mondo”. La chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni, ha un’intera sezione, sul suo sito , dedicata alla diffusione della parola divina attraverso i social media.

Instagram 5.0 introduce i messaggi privati

HT_instagram_direct_split_sk_131212_16x9_992Instagram Direct è il nome di una nuova funzionalità, introdotta nella nota piattaforma per la condivisione fotografica con la versione 5.0, che permetterà agli utenti di scambiare privatamente messaggi e immagini come avviene di regola in una comune chat.
Secondo alcuni analisti tale feature potrebbe finire per snaturare Instagram fino ad oggi meno coinvolta nella comunicazione testuale; ma secondo quanto affermato da Kevin Systrom, CEO del gruppo che fa capo a Facebook, Instagram non è mai stata “un’applicazione per fotocamere”.
Uno dei vantaggi nell’utilizzo di Instagram Direct sta ne fatto che per l’utilizzo di tale strumento non sarà necessario abbandonare Instagram e accedere ad un’App separata; la feature sarà disponibile sia su Android e iOS che su Windows Phone (in versione beta).
Instagram Direct funzionerà in senso multidirezionale permettendo di contattare simultaneamente più utenti alla volta distribuendo tra loro i medesimi contenuti; le normali opzioni per la condivisione rimarranno in ogni caso accessibili come sempre.

Fonte: http://www.mrwebmaster.it

Toys 2.0: Mattel aiuta a scegliere il giocattolo giusto nell’era digitale

Home-Page-La-Scatola-dei-Giocattoli1-620x454Una piattaforma e un’app per aiutare i grandi nella scelta dei regali per i bambini.

Alzi la mano chi, nella sua infanzia, avrebbe tanto desiderato un trenino elettrico, ed invece si è ritrovato a scartare l’action figure di quel robot giapponese che proprio non gli andava a genio. Oppure chi ha storto il naso perchè avrebbe voluto giocare con il Camper di Barbie ed invece ha dovuto mettere nella cesta dei giochi l’ennesimo bambolotto piagnucolante.

#OnTheRoad, l’app che ti ricorda l’assicurazione o gli pneumatici

screen568x5681#OnTheRoad è la nuova app che Pirelli ha realizzato per offrire a tutti i guidatori uno strumento semplice ed efficace per gestire l’auto. Basta installare #OnTheRoad, digitare il numero di targa e connettere la propria auto: l’app recupererà i dati del libretto. Inserire le informazioni di assicurazione, patente e bollo e #OnTheRoad ricorderà le scadenze più importanti: un alert avvisa al momento di effettuare la revisione o quando bollo e assicurazione stanno per scadere.
Quando far controllare i freni o la pressione delle gomme? Quando invece verificare l’aria condizionata? Quando montare gli pneumatici invernali? Da oggi ci pensa #OnTheRoad, suggerendo al momento giusto

La nostra vita? Un fumetto grazie a ‘Bitstrips’

bitstrips_appUn’idea semplice, costi pari a zero e tanta creatività. Questi i segreti di un gruppo di giovanissimi ragazzi di Toronto che in poco più di un anno hanno invaso Facebook con la divertentissima app ‘Bitstrips’ che permette di ‘raccontare’ la propria vita in un fumetto. Dieci milioni di utenti si sono già trasformati e ora parlano con amici e parenti grazie a nuvolette colorate. Appassionati destinati, di sicuro, a crescere in maniera vertiginosa visto il rilascio della app, in forma gratuita, per tutti gli utenti iPad e iPhone e dispositivi Android.

Uno smartphone che duri? E’ senza batteria

Antenne captare segnali wireless e li trasformano in energia

Il sogno di tutti i possessori di smartphone? Avere una batteria che duri davvero. L’efficienza delle batterie è il tallone d’Achille dei telefonini attuali, che hanno funzioni sempre più futuristiche – per il prossimo iPhone si parla di un lettore di impronte digitali – ma che dopo poche ore di utilizzo lasciano a terra gli utenti. Dopo i trucchetti per migliorare l’efficienza, i gadget per potenziare la durata, gli accorgimenti di ricarica solare ma anche una sperimentazione su batterie al litio più potenti, dagli Stati Uniti arriva una proposta ‘estrema’: eliminare direttamente le batterie.

L’ottimismo di Mister Google “La nuvola ci renderà felici”

Il neo presidente del gigante web che ha guidato per 10 anni: “In due o tre anni sarà impossibile dimenticare, perdersi, annoiarsi, restare. Una rivoluzione per l’intero pianeta e non solo per una piccola élite. Grazie a smartphone, tablet e, soprattutto, al “cloud computing. Un futuro straordinario e spaventoso”

OCCHI chiari, completo blu, camicia immacolata. Il futuro è un signore di 56 anni, l’aspetto ordinario dell’uomo comune, che parla con tono neutro del nuovo umanesimo dei cellulari e dei super computer. “Un’era straordinaria e spaventosa”, come lui stesso la definisce, “destinata a cambiare la nostra vita”. Nella piccola stanza fatta di tramezzi dall’aria troppo vissuta, all’interno della Fira de Barcelona, Eric Schmidt  assume l’aria di un profeta. E’ stato l’amministratore delegato di Google per dieci anni. Posto che ora ha lasciato a Larry Page, il cofondatore della multinazionale di Mountain View, tornato a dirigerla da poche settimane. Ma Schmidt era e resta, almeno per adesso, il volto pubblico della compagnia con la carica di presidente (Executive Chairman). E così, davanti a un gruppo ristretto di giornalisti, racconta di un avvenire luminoso che non ha precedenti, velato appena da qualche ombra. Lo fa con la sicurezza di chi ha scritto la storia e sta mettendo mano al nostro avvenire. Di chi ieri sapeva quel che sarebbe successo oggi e oggi, grazie alla potenza di Google, può decidere il domani di miliardi di persone.

L’umanesimo delle macchine. “In due o tre anni”, ci racconta tranquillo, “sarà impossibile dimenticare, perdersi, annoiarsi, restare soli. Vivremo in un mondo più felice, più trasparente, conosceremo persone nuove e avremo più tempo da dedicare a noi stessi. Sarà, per la prima
volta, una rivoluzione per l’intero pianeta e non solo per una piccola elite. Tutto grazie agli smartphone che avete già in tasca, ai tablet che si diffonderanno nei prossimi anni e ai super computer che formano quella nuvola digitale, il “cloud”, dove stiamo raccogliendo una grande quantità di informazioni”.

Non molti sarebbero disposti a prendere particolarmente sul serio queste parole se a pronunciarle non fosse Mr. Google. Eric Schmidt inanella rapido concetti eclatanti senza mai sottolinearli con un’emozione, quasi stesse illustrando le previsioni del tempo. Ha un patrimonio personale di sei miliardi di dollari (circa) e pochi giorni dopo il nostro incontro, si è seduto alla tavola di Barack Obama assieme agli altri di Silicon Valley. Quella manciata di nomi dal peso specifico non più misurabile che vanno da Steve Jobs di Apple a John Chambers di Cisco, passando per Larry Ellison di Oracle, Dick Costolo di Twitter, Carol Bartz di Yahoo!, ovviamente Mark Zuckerberg di Facebook. Grande assente, e qui le interpretazioni si son sprecate, Steve Ballmer di Microsoft.

La nostra nuova memoria eterna. Il nostro futuro spiegato da Schmidt è un sogno positivo che cancella in un sol colpo gli incubi di 1984 di George Orwell e di tutta la fantascienza che conta, romanzi di Philp Dick a di William Gibson in testa. E diventerà realtà perché il colosso che ha gestito così a lungo ogni giorno fornisce un miliardo di risposte attraverso il suo motore di ricerca e ora comincia a sapere non solo dove e chi sta ponendo le domande, ma anche quali rapporti ha questa persona e quali sono le sue abitudini. Le informazioni in pratica non arrivano più solo attraverso un pc anonimo che chiunque a casa come in ufficio può usare, ma via cellulare.

“L’unico apparecchio tecnologico personale, che portiamo sempre con noi e che ormai inizia a vivere in simbiosi con il Web”, sottolinea Schmidt. “I telefonini d’ultima generazione possono registrare ogni nostro spostamento grazie al gps che a breve, con la nuova rete di satelliti, ridurrà il margine di errore dagli attuali sei metri a meno di 90 centimetri. Possono conservare le nostre foto e i nostri video, mantenere traccia della rete di relazioni fuori e dentro i social network, degli appuntamenti, dei luoghi visitati e domani dei pagamenti effettuati. Ognuno di noi dimentica, la memoria di dispositivi del genere ha vita eterna. E non succederà nulla se li perderemo, online verrà mantenuta la copia di tutto. Basterà comprare un nuovo apparecchio ed istantaneamente avremo indietro le nostre applicazioni, l’agenda, i messaggi, perfino l’ebook che stavamo leggendo aperto all’ultima pagina consultata. Noi stiamo passando dalla sintassi alla semantica dei dati”.

Fotografia dell’umanità in alta definizione. E’ una escalation senza precedenti, basta mettere in fila qualche numero per rendersene conto: entro il 2012 saranno più le persone che navigano sul Web via smartphone di quelle che lo faranno attraverso un pc; ogni giorno ne vengono attivati 300 mila solo fra quelli dotati di sistema operativo Android, prodotto dalla stessa Google, mentre quest’anno anno sempre di iPhone e simili se ne venderanno 500 milioni circa contro i 250 dei computer; due miliardi di persone infine, che ad oggi non hanno mai visto Internet, entreranno nel mondo del Web in versione mobile affollando siti come Facebook e YouTube. E tutto questo darà ai giganti del Web una fotografia ad alta definizione delle nostre esistenze che nessuno nella storia ha mai posseduto. Un ologramma vivo che muta in tempo reale di un pezzo consistente dell’umanità. Aggiungete poi che, stando alla Gardner, azienda specializzata in ricerche di mercato nel mondo della tecnologia, entro la fine del 2012 la metà di tutti i cellulari avanzati useranno proprio il sistema operativo ideato a Mountain View.

La nuova Rete fatta su misura. “Stiamo immagazzinando sui nostri server una quantità di dati impressionante”, spiega Schmidt sotto lo sguardo sempre più attento dei giornalisti del New York Times, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Daily Telegraph, Reuters, Finacial Times, Wall Street Joural e Repubblica. “In breve il nostro smartphone ci suggerirà non solo quale strada prendere per raggiungere un certo posto, ma comunicherà con i cellulari delle persone che conosciamo per sapere quale strada fanno loro e magari dove si fermano in genere. Con il vostro permesso – lo dirà almeno sei volte durante l’incontro, ndr. – vi daremo informazioni così dettagliate da lasciarvi a bocca aperta. Internet verrà confezionata su base individuale. Diventerà un universo digitale fatto su misura”. In parole povere indicazioni, messaggi, immagini, video, pioveranno sul display del cellulare mentre camminiamo per le strade di una città raccontandoci tutto di quel che ci circonda. “Non dovremo più digitare alcunché sullo schermo tattile, la ricerca saremo noi stessi, il nostro muoverci per il mondo”, ci spiega ancora il presidente di Google.

La pubblicità perfetta. Avendo occhi così penetranti su usi e costumi di miliardi di persone, diventerà semplice consigliarci quella maglietta che fa esattamente al nostro caso quando passeremo davanti a un certo negozio. Oppure suggerirci un piccolo museo dietro l’angolo che si sposa bene con i nostri interessi, o ancora un’osteria dove fanno il nostro piatto preferito e dove, proprio in quel momento, si è appena seduto un amico che non vediamo da tempo. Versione parecchio evoluta di quegli algoritmi usati da Amazon ad esempio, che controllano quel che abbiamo comprato in passato e lo mettono in relazione con quel che altri hanno acquistato. Solo su scala mondiale e con una pertinenza enormemente maggiore. “Più Google saprà di voi, sempre con il vostro permesso, si intende, più i suoi consigli e le sue indicazioni saranno puntuali”, insiste Schmidt. Del resto l’anima di tutto resta il commercio e Google vive sulla pubblicità. La bolla mediatica di Second Life ha dato un’idea chiara di quanto le aziende siano alla ricerca disperata di una forma di promozione diversa, considerando lo sciamare della capacità persuasiva degli spot televisivi e la sostanziale invisibilità dei banner sul Web. Ed ecco la risposta vera che negli uffici marketing di mezzo mondo stavano aspettando. Una risposta tanto accurata, precisa, scientifica, chirurgica da andar ben oltre i loro più sfrenati desideri.

L’incubo della privacy violata. “La nostra vita comincia ad essere tracciata, peccato che non ne abbiamo il minimo sentore”, ha commentato sulle pagine di Newsweek Jon Leibowitz, a capo della Federal Trade Commission, l’ente statunitense che vigila sui diritti dei consumatori. Di qui la proposta di obbligare Microsoft, Mozilla, Apple e Google ad inserire nei loro browser l’opzione “Do not track” per evitare che gli utenti vengano seguiti quando navigano sul Web attraverso i cosiddetti cookies, frammenti di codice che permettono di risalire ai siti visitati. Poi però lo stesso Leibowitz è costretto ad ammettere che consigli e pubblicità su misura sono di gran lunga più utili di quelli generici. Chissà se resterà della stessa idea quando apprenderà quel che vuol fare l’azienda di Schmidt con la sua rivoluzione, secondo quest’ultimo, così inevitabile.

Il futuro straordinario e spaventoso. “Straordinario perché si possono raggiungere miliardi di persone in un attimo”, continua l’ex Ceo di Google. “Spaventoso perché si basa sulle informazioni e le informazioni sono la cosa alla quale le persone e i governi tengono di più”. A tutti i presenti vengono in mente le accuse di Richard Clarke, consigliere speciale del presidente George W. Bush per la sicurezza informatica, che più volte ha puntato il dito contro gli hacker cinesi colpevoli di aver compiuto irruzioni nei database di oltre tremila multinazionali statunitensi, Google inclusa. Ma lui, Eric Schmidt, non si scompone. Archivia il rischio in maniera molto americana: “Abbiamo una policy aziendale rigida, cose del genere non potrebbero accadere”. Quindi, torna a sfoggiare un ottimismo d’altri tempi. “Grazie ai computer costruiremo un mondo migliore. Il loro apporto aiuterà a risolvere i grandi problemi che stiamo affrontando come il surriscaldamento del pianeta, il terrorismo, l’assenza di trasparenza dei governi e della finanza. Guardate quel che è accaduto in Medio Oriente…”. Fa una pausa, ci osserva brevemente, sorride. “A questo punto devo però confessarvi una cosa: non sono mai stato bravo con le previsioni. Ero convinto ad esempio che le vendite di smartphone avrebbero superato quelle dei personal computer il prossimo anno. Invece, pensate, è successo poche settimane fa”.

Fonte: http://www.repubblica.it

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